Lo stupro di gruppo filmato e diffuso su Whatsapp è, a sua volta, una forma aggiuntiva di violenza terribile che può avere conseguenze devastanti sulla vittima, come dimostra il tragico caso di Alice Schembri.
Lo stupro di gruppo filmato e fatto girare su Whatsapp
Alice era una giovane di soli 15 anni quando fu costretta a subire uno stupro da parte di quattro ragazzi conosciuti.
La violenza fu filmata ed il video fu diffuso tra i loro coetanei tramite Whatsapp, causando a Alice una profonda sofferenza psicologica dalla quale non riuscì mai a riprendersi.
IL CASO
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- La denuncia per istigazione al suicidio di Alice Schembri, la ragazza di 17 anni di Agrigento che si è suicidata nel 2017, fu archiviata perché non è stata trovata alcuna prova di istigazione al suicidio da parte dei presunti responsabili.
- Inizialmente, l’inchiesta aveva indagato sulle attività di un gruppo su Facebook denominato “Blue Whale”, che avrebbe promosso il suicidio tra i giovani, incluso Alice.
- Tuttavia, durante le indagini non sono state trovate prove concrete che il gruppo abbia avuto un ruolo determinante nella morte della ragazza.
- Inoltre, è stato accertato che Alice aveva una storia di problemi psicologici e aveva cercato aiuto dalle autorità e da amici prima del suo suicidio.
- Pertanto, l’inchiesta fu archiviata per mancanza di prove, ma la morte di Alice ha sollevato l’importante questione della prevenzione del suicidio tra i giovani e della necessità di fornire supporto psicologico a coloro che ne hanno bisogno.
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Considerazioni
La vicenda di Alice dimostra quanto sia importante combattere la violenza sessuale e garantire il supporto alle vittime.
In Italia esistono numerose associazioni che offrono assistenza e sostegno alle donne vittime di violenza sessuale, come Casa delle donne per non subire violenza.
È importante anche che la società nel suo insieme si impegni a combattere la cultura dello stupro e dell’impunità.
Spesso, infatti, gli autori di questo tipo di violenza vengono giustificati o minimizzati, mentre le vittime vengono colpevolizzate o messe in discussione.
È importante che ci sia una presa di coscienza collettiva sulla gravità della violenza sessuale e che si promuova una cultura del rispetto reciproco e della parità di genere.
Infine, è necessario che ci sia una maggiore attenzione all’utilizzo dei social media e delle tecnologie digitali in generale.
Il caso di Alice dimostra come la diffusione di materiale sessualmente esplicito su questi mezzi possa causare danni irreparabili alle vittime.
È importante che ci sia una maggiore consapevolezza riguardo all’uso responsabile dei social media e che vengano messe in atto politiche e regolamentazioni per prevenire il cyberbullismo e la diffusione di materiale violento e sessualmente esplicito.
In sintesi, il caso di Alice Schembri ci ricorda l’importanza di combattere la violenza sessuale, garantire il supporto alle vittime e promuovere una cultura del rispetto reciproco e dell’uguaglianza di genere.
Inoltre, ci ricorda anche l’importanza di un uso responsabile delle tecnologie digitali e della prevenzione del cyberbullismo.
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