Si è svolto ieri al Teatro Vittorio Emanuele il primo musical degli Oblivion, La Bibbia riveduta e scorretta. In replica oggi alle 17.30.
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idere smodatamente sulle Sacre Scritture non è ritenuto per tutti irriverente. Sicuramente non per loro, i “coraggiosi” Oblivion, un gruppo di Bologna composto da cinque poliedrici artisti conosciuti soprattutto per le loro divertenti e satiriche re-interpretazioni di affermate trame letterarie, che ha questa volta proposto fuori da ogni sorta di canonico schema non soltanto teatrale, un intero sistema di valori e credenze normalmente impenetrabili, che di rado qualcuno osa argomentare in maniera divergente.
Sul palcoscenico del Vittorio Emanuele, due ore di spensierato divertimento e grasse risate, ma non per i “benpensanti”, in quanto spettacolo di forte impatto, che ha destato molta curiosità ma anche altrettante perplessità specialmente a chi ritiene che le Sacre Scritture siano da mantenere tali nella loro accezione.
La Bibbia riveduta e scorretta, con musiche totalmente originali scritte da Lorenzo Scuda – è una versione comica e dissacrante del libro più letto nella storia del mondo. Uno degli aspetti interessanti, a livello drammaturgico, è l’inserimento nel testo di personaggi realmente esistiti, che in origine erano uomini e collaboratori di Gutenberg e in questa circo-stanza diventano fraulein Schöffer (Graziana Borciani) e la terribile e venale Frau Fust (Francesca Folloni).
La vicenda è ambientata nel 1455 a Magonza, nel laboratorio dove Johann Gutenberg (interpretato ottimamente da Davide Calabrese) inventa la stampa a caratteri mobili, momento importante anche perché inaugura il tempo dell’età moderna.
Consapevole della portata rivoluzionaria della sua scoperta, si mette alla scrupolosa ricerca del primo libro da stampare, fino a quando Dio in persona (un Dio molto umano personificato e interpretato in maniera davvero magistrale da Fabio Vagnarelli) propone al tipografo tedesco la sua autobiografia, scolpita di suo pugno su lastre di pietra, con la speranza di farla diventare il primo best-seller della storia.
Da questo momento avviene l’avvincente battibecco tra le proposte del Signore e le correzioni del tipografo, con intromissioni, fra le quali anche quelle di Gesù (Lorenzo Scuda) – che in realtà è un rapper un po’ spregiudicato che si fa chiamare JC – il quale pone a suo Padre le mille domande senza risposte che spesso tormentano anche tanti credenti. Tra infinite discussioni e continue riscritture raccontano, le vicende più incredibili dell’Antico e del Nuovo Testamento.
Dallo spettacolo sono scaturiti oltre che temi come la fede, anche quelli importanti come la crisi della famiglia tradizionale, e lo vediamo, quando il Padre ammette le sue mancanze con la battuta rivolta al Figlio, “avevo pensato che farti crescere in una famiglia tradizionale poteva garantirti la felicità… ma quella cosa della “famiglia tradizionale” è tutta una cazzata!”.
Uno show divertente ed incalzante che, mescola in chiave ironica la commedia musicale con lo spettacolo di varietà, arricchito da una ben fatta scenografia, da eleganti costumi, da eccelse prestazioni canore e da seppur a tratti divaganti, originali citazioni.
Il pubblico presente era per lo più di giovani generazioni. D’altronde i cinque si sono fatti conoscere nell’era digitale attraverso il loro canale YouTube che vanta 60.400 iscritti.
Il risultato? una satira feroce e un beffardo umorismo che hanno sicuramente acuito curiosità verso temi seri e importanti come la fede, smontando luoghi comuni e certezze, e sollecitando il pensiero critico su regole e convenzioni spesso uniformate e incastonate nella nostra mente.
L’impatto di uno spettacolo come “La Bibbia riveduta e scorretta” non può che essere – nel bene o nel male – abbastanza eclatante.
La trama coraggiosamente trattata dai temerari Oblivion, per sua stessa natura solleva sicuramente anche giudizi di controtendenza, scatenando il dissenso in chi ritiene un sacrilegio trattare le sacre scritture, specie in questo modo, “corrodendole” con improprie anche se scherzose risa e mordace sarcasmo.
A fine spettacolo, Davide Calabrese ha condiviso con il pubblico presente la notizia che la rappresentazione di ieri sera è stata la centesima messa in scena, e tutto il gruppo, a due giorni dalla triste scomparsa, ha dato un ultimo saluto, al loro produttore Paolo Guerra, mente creativa di tutti i film di Aldo, Giovanni e Giacomo.
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