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L’amante la lascia, lei originaria della Sicilia con lavoro a Genova, tramite malavitosi di Caltanissetta, lo fa picchiare, uccidere e murare

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Il cadavere dell’amante ucciso è stato scoperto sei anni dopo durante i lavori in una casa di un residence di lusso nel milanese.

Un omicidio passionale autorizzato dal mandamento dei Cammarata di Riesi in provincia di Caltanissetta. Scoperto sei anni dopo grazie alle dichiarazioni di un pentito che aveva preso parte al delitto. Lei non accettando la fine della sua relazione con il suo amante, dopo averlo fatto picchiare brutalmente ha deciso di punire con la morte il suo ultimo compagno, murandolo in un pozzo artesiano di una casa.

Il corpo della vittima, Lamaj Astrit, 42 anni, un albanese che viveva a Genova, è stato ucciso il 15 gennaio 2013. È rimasto per tutti questi anni murato in quel pozzo artesiano adiacente a un appartamento di Senago, in Brianza. I carabinieri di Monza, insieme ai colleghi di Caltanissetta, hanno fermato quattro persone tra Genova, Muggiò ed Enna (altrettante sono indagate) accusate a vario titolo di omicidio premeditato e distruzione e soppressione di cadavere. Sono tutti originari di Riesi, e collegati alla cosca dei Cammarata.

A innescare le indagini è stato uno dei partecipanti a quel delitto in quanto, mentre veniva sentito dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta per un’altra indagine, ha riferito con dettagli anche della morte e dell’occultamento del cadavere di Astrit. Con la sua testimonianza, come ha evidenziato il procuratore della Repubblica di Monza, Luisa Zanetti “senza la quale quel corpo non sarebbe mai stato trovato”. Sicché i carabinieri del Nucleo Investigativo di Monza sono risaliti a tutti i partecipanti al delitto, sette in totale gli indagati a vario titolo per omicidio e occultamento di cadavere, a partire dalla mandante.

La donna, a quanto è emerso, è stata lasciata dal 41 enne a fine 2012. Ella avrebbe quindi chiesto il benestare a farlo uccidere negli ambienti malavitosi del mandamento di Riesi, luogo di cui è originaria, ottenendo la collaborazione di sei uomini disposti a mettere in atto il suo piano omicida. La donna, titolare di un «Compro Oro», persona «nota» in Sicilia, ha raccontato ai suoi killer di essere stata anche derubata dal suo ex amante e che lui per l’affronto avrebbe meritato la morte. Così da Enna è partito uno dei partecipanti al delitto che, raggiunti gli altri in Brianza, ha attirato il 41 enne albanese a Muggiò, con la falsa promessa di un affare di droga.

Lì Astrit è stato picchiato selvaggiamente, stordito e tenuto fermo per poi essere strangolato con un filo di nylon. Il suo cadavere è stato poi spostato in auto a Senago, dove nel residence «Villa degli Occhi» uno dei killer aveva lavorato a una ristrutturazione. Insieme ai complici questi ha buttato giù il muro che sapeva celare un pozzo artesiano, dove il cadavere del 41 enne è stato murato. Il proprietario dell’edificio è risultato assolutamente estraneo ai fatti.

A

dduso Sebastiano

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