La strategia dell’Europa sui vaccini è un fiasco. Durissimo intervento di denuncia della europarlamentare francese Manon Aubry: «L’Unione si è inginocchiata davanti alle case farmaceutiche»
La strategia dell’Europa sui vaccini è un fiasco – VIDEO
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Il durissimo intervento di denuncia della europarlamentare francese Manon Aubry, del gruppo GUE/NGL della sinistra unitaria europea, diretto alla Commissaria europea è divenuto virale solo grazie alla rete (dove è stato postato il video del suo intervento) visto che, chiaramente, nessun giornale legato a multinazionali che eludono il fisco in un paradiso ficale dell’Ue chiaramente l’ha riportato.
Perché? Semplicemente perché nelle sue parole viene messa a nudo, perfettamente, l’Unione Europea che si ritrova impelegata in un ennesimo fallimento della sua storia.
“L’UE si è inchinata di fronte a Big Pharma”, “Ho la sensazione che i grandi leader farmaceutici hanno stabilito la legge per lei”, ha rimarcato l’eurodeputata e vicepresidente del gruppo indicando verso la Presidente della Commissione seduta in un Parlamento deserto.
“Nessuna informazione sui contratti. Solo 3 pubblici grazie alle pressioni dei cittadini ma appaiono così per chi non li ha visti”, ha proseguito mostrando i contratti anneriti nelle parti importanti.
“Sulle consegne un pasticcio di ritardi. Sui brevetti stesso scandalo con gli stati impossibilitati a produrre su larga scala”.
E ancora:
“15 miliardi di fatturato e dal 20 al 25% di margine per Pfizer mentre Sanofi non ha trovato alcun vaccino, ma ha trovato 400 posti di ricerca da tagliare e 4 miliardi di euro in dividendi da distribuire. I laboratori tirano fuori lo champagne.”
E infine, invocando ufficialmente la creazione di una Commissione di inchiesta sulla pandemia, si chiede e chiede:
“Siamo in grado di imporre ai nostri concittadini una restrizione senza precedenti delle nostre libertà ma non di stabilire regole per Big Pharma?”, sembra proprio di no: “Che confessione di impotenza, signora Von Der Leyen!”
IN CONCLUIONE SI POTREBBE AFFERMARE CHE LA SOLUZIONE PER I VACCINI ESISTE, MA IN EUROPA NON VOGLIONO SENTIRNE PARLARE
Che cosa sia l’Unione Europea oggi, e chi è il vero nemico per sconfiggere la pandemia, lo ha reso in modo chiarissimo la Aubry che ha chiuso con un: non avete più scuse per far finta di non sapere.
I contratti sono stati firmati e su questi c’è ben poco da fare – l’Europa ha le mani legate e le aziende farmaceutiche hanno tutto il potere di decidere quante dosi distribuire in territorio europeo – se non adottare una strategia differente per i contratti che saranno posti in essere in futuro.
C’è, però, qualcosa che l’Europa potrebbe fare e che non vuol fare: costringere i produttori dei vaccini, pubblici o privati che siano, a cedere le proprie proprietà intellettuali e permettere così a tutti i Paesi UE che ne abbiano le capacità di mettersi in moto per la produzione dei vaccini già approvati.
Il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta è tra i grandi sostenitori di questa strada:
“Se ci sono ragioni importanti di salute pubblica, gli Stati possono chiedere o pretendere la licenza del farmaco per produrlo in grosse quantità. L’Italia, l’Europa, possono chiederlo. In un momento di grandi difficoltà bisognerebbe avere il coraggio di abolire i brevetti sui farmaci salvavita come i vaccini. E se non facciamo le cose alla svelta, rischiamo che qualche variante non sia più suscettibile al vaccino”.
È quello che sta succedendo. La diffusione delle varianti del virus è sempre più massiccia e il numero di quelle in grado di resistere almeno in parte ai vaccini è in aumento. Il tempo stringe, ma sembra la Commissione Europea non voglia cambiare strategia, chissà se anche a causa di quello che è scritto nei contratti e che nessuno può vedere e verificare.