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La Storia che non c’è: Anni 60, 70, 80. Siamo al 16 Marzo 1978: caso Moro

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La Storia che non c’è. Ed eccoci al 16 marzo del 78: il rapimento di A. Moro e il trucidamento della sua scorta. Il 9 Maggio, anche lui fu trucidato.

“Chi è Antelope Cobbler? Semplicissimo, è Aldo Moro, presidente della DC”. Questo titola Repubblica, nella prima pagina del 16 Marzo 1978.

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Ma chi era Antelope Cobbler? Si trattava del nome in codice di una misteriosa personalità che aveva intascato una maxi tangente per l’acquisto di aerei Hercules, dalla Lockheed, quella del famigerato scandalo anni ’70, una specie di “Mani pulite” dell’epoca.

Aldo Moro era già stato escluso dallo scandalo dalla Corte Costituzionale ma Henry Kissinger, mise in giro questa fake news proprio pochi giorni prima del suo rapimento.

Mino Pecorelli, subito dopo il rapimento invece scriveva:” il caso Lokheed e l’agguato di via Fani sono due episodi di stabilizzazione (sic) ad altissimo livello, episodi di solito trattati dalle reti di spionaggio internazionale”.

Potrei portarvi molti altri esempi di quanto si stesse muovendo tutto verso la stessa direzione. Aldo Moro era ingombrante e come divenne chiaro per tutti, osservando il susseguirsi di avvenimenti, sarebbe stato buono, magari anche beato… ma solo da morto.

Di questo parlavano i giornali che Aldo Moro aveva in auto la mattina del suo rapimento, giornali insanguinati, da un destino già segnato.

Le cinque guardie del corpo furono trucidate dal commando delle BR e questo non piacque proprio a nessuno, specialmente a Pippi costretta ad assistere al crollo di altri miti e in moltissimi si riversarono nelle piazze increduli e sconvolti, operai e studenti di sinistra compresi…

Fra i mille risvolti da considerare non certo ultimo è il fatto che proprio quella mattina, Moro si sarebbe recato a dare la fiducia al 4° governo Andreotti, dove la complessa maggioranza a sostegno, prevedeva per la prima volta, l’appoggio anche del PC, cosa che buona parte del mondo dei potenti di allora, non poteva concepire assolutamente.

Anche stavolta, sarebbe bastata un’auto blindata a salvare Moro e i ragazzi della scorta, auto più volte richiesta ma mai assegnata, non vi ricorda niente?

Renzo Rossellini, dai microfoni di Radio città futura, parla del sequestro Moro, mezz’ora prima che avvenisse, emittente ascoltata sempre da una struttura apposita se pur informale, della polizia. Questo ed altri mille indizi, si svelavano ogni giorno agli occhi più attenti ma anche quelli più distratti, erano sbarrati fra incredulità e terrore.

Basterebbe oggi, leggere con attenzione i reportage sul caso Moro per capire che la fantasia degli scrittori non potrà mai eguagliare la realtà svelata.

Contraddizioni, depistaggi, intrighi internazionali, il nostro pane insomma, farcito dalle dichiarazioni tanto ovvie quanto incredibili di Alberto Franceschini, il fondatore delle BR, che spogliando un re da tempo in mutande, affermava che “senza qualcuno che ti protegge le spalle, operazioni come quel rapimento clamoroso, non sarebbero mai state possibili, noi eravamo militarmente impreparati, nel sequestro vennero utilizzate tecniche che non avevano nulla a che fare col nostro tipo di azione”.

Eppure disposero di un arsenale di armi che ancora una volta parlava di Gladio ed altri “babbi”, onnipresenti negli omicidi eccellenti… neppure questo i ricorda niente?

E se ve lo ricorda, non vi fa schifo che questo mondo non cambi mai grazie all’ignoranza degli oppressi?

Avete capito che oggi sul web potete trovare tutto, prima che vi tolgano anche quello?

Voi non lo state usando ma laggiù, negli inferi dell’umanità, quei bastarti maledetti, lo temono più delle bombe atomiche… imbracciate le armi dell’informazione per sterminare l’ingiustizia e dare un futuro ai vostri figli, oltre l’allevamento intensivo, offerto dai regimi mascherati…

55 giorni di delirio e terrore vero, altro che i miti hollywoodiani che vi propinano, gli stessi che stiamo vivendo oggi, con la mafia che avanza silente e protetta col nuovo italian style, lontano dalle cronache e dal terrore della gente, benché non sia affatto da escludere che una nuova strategia di destabilizzazione, occupi i progetti attuali dei nostri vertici tanto “deviati”, quanto diffusi e incrostati.

Non sottovalutate mai le spie, i pasticceri e gli autogrill, la storia si decide proprio lì.

Giuseppe Saragat, definì il rapimento di Moro come il fatto più grave che avesse colpito l’Italia dal dopo “liberazione”. Opinione condivisibile, benché non ci manchi la scelta.

Berlinguer evocava rigore e fermezza, Craxi invocava l’impossibile pur di ottenere quella liberazione, mentre Almirante, indovinate, avrebbe risolto ancora una volta tutto con un bel “generale dell’esercito” come ministro dell’interno.

Informatevi e capirete perché,  quando ce li ricominciano ad affibbiare, travestiti da dottori a noi parte un brivido nella schiena, di un’intensità tale, che nessun atto erotico potrà mai eguagliare…

Se non avete altro, leggete il caso Moro al posto delle fiabe, la sera ai vostri figli. La vostra presenza e la voce suadente saranno ciò di cui necessita il bambino e la vostra conoscenza, ciò di cui necessita l’umanità tutta. Unica possibilità di lieto fine.

I comunicati si susseguirono, le trattative a tutti i livelli avanzavano o retrocedevano a seconda dei casi, l’esercito affiancava la Polizia, il paese era pieno di blocchi stradali e Pippi tremava, sottoposta ad un normale controllo, sull’alfa di papà, con un mitra piazzato dentro il finestrino e maneggiato da un pischello che tremava più di lei.

A Firenze, terra calda per terroristi, sembrava di essere in guerra, tutti contro tutti, le notizie si accavallavano mentre il massmediologo McLuhan auspicava il totale buio stampa per combattere il terrorismo, come per molti altri nobili scopi del resto, la sinistra parlava di “blackout indotto nelle teste”, ora che c’è, ovviamente, non ne parla più nessuno.

Craxi indica i nomi di due terroristi che potrebbero essere graziati anche per motivi di salute, Andreotti ribadisce il suo fermo no ad ogni trattativa e le BR prendono atto.

Nessuno voleva Moro vivo e con il comunicato n° 9 annunciano l’esecuzione della loro sentenza, quella che metteva d’accordo tutti.

Il 9 Maggio 1978, fra le sedi di DC e PCI, viene fatto ritrovare il cadavere di Aldo Moro, insieme a quello della giustizia, dell’onestà e della speranza. Un giorno che avrebbe potuto cambiare la storia, il lutto degli italiani era totale ed assoluto come ai funerali delle stragi di Stato, piangevano anche i sassi, anche i terroristi rossi, piangevano come si piange dopo gli tsunami, quando vedi che la grande onda del male generatasi oltre oceano, si è abbattuta sulle tue coste, devastando tutto con una forza inarrestabile.

Ma il pesce si sa, puzza dalla testa, la stessa che muove i tentacoli della piovra, quella che schiaccia bottoni attraverso un segnale trasmesso alle dita, tira le bombe, muove gli eserciti e incassa le tangenti, sempre attraverso le stesse dita, rapide, quasi invisibili come nel gioco delle tre carte…

Addo’ sta’ Santa Lucia? Benché si sappia che vincere è impossibile con chi bara, la Cassazione ha stabilito, che se improvvisato, il banchetto dei tre compari non è reato, escludendo la truffa e parlando di “abilità del banco”, definendolo fatto noto, contro il quale, cimentarsi è frutto di una scelta…

E noi cosa sceglieremo di fare, con gli eterni tre compari, nell’ inevitabile gioco fra il bene e il male?

A mille ce n’è nel mio mondo di fiabe da narrar…

COLLEGATE.

La Storia che non c’è:

La Storia che non c’è: Anni 60, 70, 80. Siamo al 16 Marzo 1978: caso Moro / Francesca Capretta / Redazione


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