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Castellammare di Stabia

La cultura si mangia

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Mani di bambini protese ad arraffare libri come se fossero pagnotte. Certe scene possono giusto succedere in qualche borgo desolato dell’Afghanistan. Ma procurano pur sempre una scossa al cuore. Come quell’uomo, che è chiaramente un angelo. Si chiama Saber Hosseini e durante la settimana fa il maestro a Bamiyan, in una scuola di città. Il sabato e la domenica inforca la bici e pedala per le mulattiere di un Paese in guerra fino ai villaggi non lambiti dall’istruzione, per insegnarvi a leggere e scrivere. Nella cesta del suo bolide infila una mestolata di libri: poeti locali, ma anche traduzioni del «Piccolo Principe» e del «Richiamo della foresta». La volta successiva ritira quelli già letti e ne consegna degli altri. Un portatore sano di immaginazione.

Pare che il virus sia contagioso. I bambini divorano le storie e aspettano il ritorno del maestro per raccontargliele e fare il pieno di nuove avventure. Lui non ci guadagna niente. Anzi, utilizza una parte del suo stipendio e di quello di alcuni suoi colleghi per rimpolpare la biblioteca itinerante. In realtà ci guadagna le facce dei piccoli alunni quando lo vedono arrivare. Dice che non hanno prezzo.

vivicentro.it-opinione / lastampa / La cultura si mangia MASSIMO GRAMELLINI

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