“L’atteggiamento del M5S sulla legge elettorale – scrive Fabio Martini – svela la natura originalissima del processo decisionale di questo movimento. Se nelle prossime ore continuerà a prevalere tra l’opinione pubblica filo-grillina un atteggiamento favorevole alla riforma, il Movimento la sosterrà in Parlamento. Ma se prevalessero atteggiamenti malmostosi, la linea ufficiale potrebbe essere ribaltata”.
I pericoli della politica last minute
S
enza tradire alcun imbarazzo Beppe Grillo ieri ha sostenuto, nel giro di poche ore, espressioni non del tutto allineate e coerenti sulla legge elettorale in discussione in Parlamento, oscillando tra un giudizio negativo – nessuno la capisce – e la decisione di affidare la sentenza finale agli iscritti del Movimento Cinque Stelle.
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Ciò che rende originali le esternazioni del capo non è la distanza tra una dichiarazione e l’altra, perché questa è una caratteristica che ha sempre accomunato tutti i leader della politica tradizionale e dell’anti-politica. La sorpresa è un’altra: mai come in queste ore i capi dei Cinque Stelle sono apparsi sottoposti ai cangiantissimi umori dell’opinione pubblica. Cinquanta tweet e cento post in un attimo sono apparsi più potenti di una decisione assunta dal Movimento dopo aver consultato la propria base.
A rendere ondivago Beppe Grillo sono le critiche e gli sfottò al Movimento, che stanno fiorendo sulla Rete per l’asserita attitudine all’inciucio o per aver disatteso precedenti pronunciamenti su singoli aspetti della legge elettorale. Un andirivieni che alla fine contribuisce a rivelare un tratto che finora si era soltanto intuito: il Movimento Cinque Stelle decide quasi sempre «last minute», sulla base delle sensazioni dell’ultimissima ora. Quel che conta non è una visione. Un programma in positivo. E neppure scelte assunte dopo un processo democratico, come nel caso del modello «tedesco» di legge elettorale, già sottoposto qualche giorno fa alla base. Alla fine si decide, basandosi su un algoritmo costruito per intercettare il consenso espresso dagli umori di quel momento. Dell’ultimo momento.
È già accaduto nel passato, ma l’atteggiamento sulla legge elettorale svela la natura originalissima del processo decisionale di questo movimento. Se nelle prossime ore continuerà a prevalere tra l’opinione pubblica filo-grillina un atteggiamento favorevole alla riforma elettorale alla tedesca, il Movimento la sosterrà in Parlamento. Ma se tra tre giorni, o a luglio, sulla Rete, prevalessero atteggiamenti malmostosi, la linea ufficiale potrebbe essere ribaltata. È già accaduto nel passato. Sull’emigrazione, sull’euro, sulle banche.
Ma le moderne democrazie sono organismi complessi e per farle funzionare servono competenze e deleghe – certo revocabili – ai rappresentati del popolo. Da selezionare nel modo più accurato e democratico possibile. Il Movimento Cinque Stelle da anni intercetta e interpreta con crescente consenso la rabbia di tanti italiani. In caso di vittoria alle prossime elezioni Politiche quel movimento è chiamato alla scelta della maturità: quella di assumersi responsabilità più grandi. Ma immaginare di governare un Paese del G7 con la politica del «last minute» può risultare una pericolosa illusione.
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lastampa/I pericoli della politica last minute FABIO MARTINI
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