La vittoria dei calabresi interrompe la striscia positiva della Juve Stabia, fermatasi a sei successi consecutivi. Decide la gara nella ripresa il gran sinistro di Pierno.
PODIO
Medaglia d’oro: a Francesco Orlando, folletto imprendibile della Juve Stabia. Baricentro basso ma tenuta fisica degna di un colosso per l’esterno stabiese, che impreziosisce la manovra gialloblu di imprevedibilità e fantasia. Saltando sempre Riccardi, tanto da costringerlo al giallo, Orlando duetta bene con Marotta, cui offre un pallone perfetto nella ripresa, stranamente non trasformato in rete dal bomber.
Medaglia d’argento: ad Andrea Vallocchia, che prosegue nella sua crescita costante. Sembra un trattore quando sradica la sfera dai piedi avversari per ripartire verso l’area avversaria. La sensazione è che il centrocampo, e con esso l’intero assetto tattico, si fondi tanto sulle geometrie di Berardocco quanto sulla potenza del centrocampista laziale, bravo a tagliare il campo anche con lanci precisi.
Medaglia di bronzo: a Luca Berardocco, che conferma il buon periodo di forma. Ottima la gestione di palla del 14 che mostra anche una discreta condizione, in crescita proprio nel rush finale della stagione. Va vicino al gol con due conclusioni mancine: una nel primo tempo murata sul più bello e la punizione della ripresa che esce di poco.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: ad Edgar Elizalde, che lascia troppo spazio a Pierno in occasione del gol partita. Macchia la prestazione sufficiente dell’uruguaiano la troppa libertà lasciata al 16 giallorosso, che va alla conclusione vincente proprio dopo essersi liberato di Elizalde con una finta di corpo. Peccato per il colpo di testa che si stampa sulla traversa.
Medaglia d’argento: a Marco Caldore, che non riesce ad assicurare la stessa spinta di Rizzo. Non è ovviamente il suo ruolo ma l’ex Taranto fatica a garantire corsa e cross a Marotta, che spesso fa movimenti non premiati da alcun traversone.
Medaglia di bronzo: a Tommaso Fantacci, che si sveglia solo nel finale. La conclusione violenta su cui Di Gennaro risponde presente è l’unico lampo della gara del 33, che invece sonnecchia per buona parte del match non assicurando la stessa verve offensiva del compagno Orlando.