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Castellammare di Stabia

Noi, italiani scaramantici: un racconto nel giorno della finale

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EURO2020 – Quando arrivi in alto riesci a vedere quanta strada hai fatto, il cuore si riempie di orgoglio. Noi, italiani scaramantici che vivono di «birrozze Peroni congelate e frittatona di cipolla» per dirla alla Fantozzi. Noi, italiani scaramantici che evitiamo tutto, il giorno della partita. Guai a chi dice «vinciamo noi». Gli inglesi lo sono un po’ meno: c’è già chi si è tatuato la coppa che una delle due Nazioni alzerà questa sera. Ma noi siamo italiani, e siamo scaramantici.

Noi, italiani scaramantici: un racconto nel giorno della finale

Quest’anno ho imparato ad essere scaramantico. Non ci ho mai creduto molto, ma, sapete, succede una, due, tre, prima o poi uno ci crede. Non credo però sia questo il motivo. Forse perché davvero siamo forti. Forse perché davvero ci credono loro ancora prima che noi. Ma restiamo scaramantici. D’altronde siamo italiani. È nel nostro DNA, la scaramanzia. Ma oggi non conta tanto. Oggi conta divertirsi. Perché un gruppo così merita di divertirsi.

Può sembrare banale e forse lo è, ma si sente spesso: ricorda da dove sei partito. E noi siamo partiti dal basso. Ma quel basso che davvero più basso non poteva esserci. E ora siamo in cima. Piantare la nostra bandiera non sarà facile. Ma già respirare quell’aria. Quell’aria che non tutti riescono a respirare. E quella vista: dall’alto vedi quanta strada hai fatto, il cuore si riempie d’orgoglio.

Quindi no, non è tanto importante. Con il cuore leggero di quella spensieratezza di cui parlava Chiellini il 10 giugno 2021. Esatto, proprio il giorno prima di quell’inizio. Ma che forse era l’inizio di un secondo viaggio. Perché tutto era iniziato 3 anni fa. Il nostro CT ci credeva. Ma era un pazzo. Se me lo avessero detto 3 anni fa avrei risposto come chiunque: «spari cavolate». Ma quel pazzo aveva ragione. Sì, aveva proprio ragione.

E con un oggi così…

Magari oggi non andrà come tutti speriamo. Magari oggi piangeremo («it’s coming home»). Ma solo perché spesso il calcio è infame. Il pallone è rotondo e il tempo è poco. Eppure non potrei dire nulla a questi ragazzi. Perché ci hanno creduto, hanno dato tutto. Io oggi mi reputo un vincitore anche se dovessi uscire sconfitto – non sempre si può vincere ed è importante vedere l’insieme, non il singolo match -. L’importante è farlo insieme. Uniti. E poi c’è il domani. E con un oggi così…

Buona finale a tutti e forza azzurri!


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