Italia – Esattamente 100 anni dopo che Benito Mussolini e le sue camicie nere salirono al potere con la Marcia sulla Roma ecco che, al potere, arriva la Meloni con Salvini sul predellino. #meloni #destra #salvini #berlusconi #elezioni
L’Italia è sul punto di avere il governo più di destra dai tempi di Mussolini
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a storia si diverte e, esattamente 100 anni dopo che Benito Mussolini e le sue camicie nere salirono al potere con la Marcia sulla Roma (manifestazione armata eversiva organizzata dal Partito Nazionale Fascista, volta al colpo di Stato con l’obiettivo di favorire l’ascesa di Benito Mussolini alla guida del governo in Italia. Durò dal 26 al 30 ottobre 1922) ecco che, con le elezioni appena tenutesi ci fa assistere, beffardamente direi, al ritorno al potere dei suoi discendenti dato che sembra destinata ad avere il suo primo primo ministro donna (la Meloni) e il governo più di destra dalla seconda guerra.
La Meloni infatti, come del resto gli altri del gruppo, ha agito con cinico calcolo presentandosi alle elezioni con una coalizione compatta, ma di comodo, che comprende Berlusconi (FI), Salvini (Lega) e Lupi (Noi Moderati) e così avrebbe potuto usufruire della somma algebrica dei suoi voti con quelli degli altri cosa che le avrebbe consentito di certo, (come è stato), di poter vincere su un Centro Sinistra frammentato e preso più dalle sue beghe interne che dal valore e dal senso di queste elezioni.
Bene (si fa per dire): la frittata è fatta e servita; ed ora non resta che attendere per vedere, sul campo e all’azione, gli esiti di una votazione per molti versi assurda e immemore della storia che sembra proprio essersi stufata di provare a darci memoria visto che poi gli italiani continuano a fare come gli pare e piace, portando avanti il tutto come se fosse un gioco o una begarella di quartiere dove ciò che conta e far dispetto all’altro.
Voto di protesta lo chiamano: bella protesta se poi i risultati sono questi!
Risultati che hanno dato campo aperto ad una Meloni che:
- ha proposto di istituire un blocco navale delle coste italiane per scoraggiare i carichi di barche di migranti e rifugiati in arrivo dal Nord Africa,
- è una dichiarata ammiratrice dell’ungherese Viktor Orban,
- crede che la civiltà cristiana bianca sia minacciata.
Tanto per citarne solo tre.
Mentre i suoi oppositori politici avvertivano che un governo dominato da Fratelli d’Italia avrebbe potuto essere una minaccia per la democrazia, la Meloni (infrangendo oltre tutto il silenzio elettorale) ha iniettato un insolito tocco di leggerezza alle elezioni di domenica pubblicando un breve video clip su TikTok in cui teneva due grandi meloni davanti al petto – un gioco sul suo cognome -: “Ho detto tutto quello che avevo da dire”, ha detto alla telecamera, strizzando l’occhio.
Ed è stato così che, stamattina, l’Italia si è svegliata con la vittoria di un partito discendente dal movimento fascista italiano che, storia beffarda, giunge al potere, guarda caso, 100 anni dopo l’ascesa al potere di Benito Mussolini e delle sue Camicie nere con la Marcia su Roma, per cui eccoli ora a rassicurare (se stessi o gli altri?): “Con questi numeri possiamo governare”. A dirlo è stato Federico Rampelli , deputato e esponente di spicco del partito Fratelli d’Italia.
Come si dice: sarà anche vero, ma non ci credo!
Lo straordinario traguardo della Meloni, che da piccola è stata abbandonata dal padre e cresciuta in un quartiere popolare di Roma, è un qualcosa che lei sognava da sempre e fu per questo che, solo un decennio, si staccò da Forza Italia fondando un suo partito che, alle elezioni politiche del 2018, ottenne solo il quattro per cento dei voti ma lei, incrollabile, è andata avanti ed eccola qui ad aver sestuplicato i suoi voti iniziali e con un piede già a Palazzo Chigi.
Un passo indietro.
In realtà come già scritto, ci si aspettava che l’alleanza di destra, che comprende anche il partito Forza Italia di Silvio Berlusconi e la Lega anti-immigrazione di estrema destra guidata da Matteo Salvini , avrebbe ottenuto circa il 45% dei voti.
Un Salvini che, nonostante la scivolata che si paventava, e che è stata poi confermata, non ha perso l’occasione di scrivere, su Twitter, un suo messaggio al solito travisante e fuori dalla realtà dell’esito per se stesso e la Lega: “Il centrodestra è nettamente avanti sia alla Camera che al Senato. Sarà una lunga notte, ma voglio dire grazie a tutti voi”. Boh, grazie per cosa? Per averlo preso a calci?
La Meloni, durante questa campagna elettorale, ha cercato di dissociarsi dal passato oscuro del suo partito ma, di fatto, ha ancora e mantiene, nel suo stemma, una fiamma tricolore, che in Italia ha connotazioni fasciste perché rappresenta la fiamma che arde sulla tomba di Mussolini.
Durante la campagna elettorale, la Meloni ha espresso una tiepida condanna del fascismo quando le è stato chiesto se lo ritenesse “un male assoluto” rifacendosi, con questo, alla frase usata 20 anni fa da, Gianfranco Fini, leader del partito conservatore Alleanza Nazionale.
Alla domanda se fosse d’accordo, la Meloni sembrava danzare intorno alla stessa.
“Ero in Alleanza Nazionale e non credo di aver detto niente di diverso. Non mi sono dissociata da lui”.
Molti degli italiani che intendono votare per Fratelli d’Italia affermano di non avere particolare ammirazione per Mussolini e il suo regime fascista.
“Tutta quella roba proviene dal passato, da decenni fa. Non abbiamo avuto quel tipo di estremismo in Italia dagli ‘anni di piombo’ (un periodo di terrorismo interno negli anni ’70 e ’80) quando fascisti e comunisti correvano in giro”
rispondono, se interpellati nel merito.
Ed io? Come sempre resto fedele allo: Io speriamo che me la cavo!
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