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embra che Intel, nota multinazionale statunitense del microchip, sia in cerca di una base nel Sud dell’Europa e la Sicilia sia la scelta
Intel Corporation è un’azienda multinazionale statunitense fondata nel 18 luglio 1968 con sede a Santa Clara (California). Produce dispositivi a semiconduttore, microprocessori, componenti di rete, chipset per motherboard (scheda madre), chip per schede video e molti altri circuiti integrati, ed è considerata una delle più importanti nel settore.
La società tramite il suo CEO (amministratore) Pat Gelsinger, ha recentemente annunciato la volontà di mettere sul piatto 80 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni in Europa per aggiornare e potenziare la propria capacità produttiva.
Indiscrezioni riportate sul Corriere della Sera, che però mancano di conferme ufficiali, più recentemente collocano una parte dell’investimento a Catania in quanto già polo tecnologico italiano noto anche per la presenza di STMicroelectronics (conosciuta anche come STM, è un’azienda italo-francese, per la produzione di componenti elettronici a semiconduttore; fu creata nel 1987 come il risultato della fusione delle attività semiconduttori di SGS Microelettronica e dalle attività non militari di Thomson Semiconducteurs).
Insomma voci di corridoio vorrebbero a Catania, nel distretto tecnologico di StMicroelectronics, un investimento di vari miliardi di euro (ancora da quantificare). Nel distretto siciliano andrebbero il cosiddetto “back end” e il packaging della filiera di Intel”, in pratica tutti i passaggi successivi alla produzione del chip sul wafer (in microelettronica, è una sottile fetta di materiale semiconduttore, come ad esempio un cristallo di silicio, sulla quale vengono realizzati dei chip o die con circuiti integrati attraverso drogaggi (con diffusione o impiantazione ionica), la deposizione di sottili strati di vari materiali, conduttori, semiconduttori o isolanti, e la loro incisione fotolitografica), necessari per arrivare a un prodotto finale installabile e di qualità.
Secondo il CdS (consiglio di sorveglianza ) l’azienda statunitense avrebbe chiesto all’Italia un’area di 4 chilometri quadrati, vicino a fonti d’acqua, ben collegata con scali aeroportuali e ferroviari. Intel dovrebbe comunicare i suoi piani produttivi in Europa entro la fine dell’anno.
L’Europa, pronta a varare uno European Chips Act (una legge che aiuterebbe il “Vecchio continente” a ridurre la propria dipendenza dai paesi asiatici sulla fornitura di semiconduttori) si è data l’obiettivo di raddoppiare entro il 2030 la produzione di semiconduttori in loco, portandola dal 10% al 20%.
Catania per tramite l’attuale sindaco Salvo Pogliese ha fatto sapere che “Nonostante al momento ci siano state solo delle indiscrezioni giornalistiche, le prospettive che il colosso californiano dei semiconduttori Intel investa per un grande stabilimento a Catania, potrebbero essere concrete e fondate. Nei prossimi giorni al Ministero dello Sviluppo Economico ci sarà una riunione e in ogni sede la sosterremo, forti di una sperimentata collaborazione con altre multinazionali dell’alta tecnologia a cui abbiamo dato prova di concreto sostegno istituzionale”.
“Il nostro distretto produttivo dell’hi-tech –ha aggiunto il sindaco di Catania – ha oggettivamente aumentato la sua attrattività imprenditoriale ed è pronta per questa nuova opportunità. In pochi mesi abbiamo registrato gli investimenti di Enel Green Power per la produzione di pannelli fotovoltaici con mille nuovi occupati e un’altra multinazionale pronta a un altro investimento con 1500 nuovi posti di lavoro. A loro, stiamo garantendo feconda assistenza istituzionale, semplificando le procedure autorizzative necessarie per la produzione. Con l’eccellente contributo al territorio dell’Università che sforna talenti sempre all’altezza delle sfide dell’innovazione, abbiamo il miglior contesto a un altro colosso, come Intel, che vorrebbe realizzare un sito produttivo nella nostra città con la possibilità di migliaia di assunzioni“.
Com’è noto nel mondo c’è una rilevante penuria di semiconduttori e, a cominciare dalle case automobilistiche in tutto il globo ma anche tra i produttori di telefonini e altri comparti, la domanda delle memorie di silicio è superiore all’offerta e questo consente di spingere i produttori e fornitori la leva dei prezzi.
Basti vedere ad esempio il mercato dei pc che in quanto a costi al dettaglio si è più che raddoppiato. Minori volumi infatti significa prodotti finali venduti a livelli di prezzo unitario più elevato. Ovviamente questa condizione mondiale fa comodo alle tasche dei big del settore che così aumentano a dismisura i propri incassi.
Pertanto un investimento di tal genere a Catania significherebbe accrescere notevolmente a livello internazionale l’importanza economica della città ma anche della Sicilia.
Staremo a vedere se finirà come sempre quando si è trattato di investimenti produttivi nell’Isola, i quali, di solito sono andati al Centro-Nord della Penisola, grazie soprattutto ai trasversali parlamentari siciliani (costituzionalizzatisi mercanti di elettori) i quali, di tutta evidenza, negli anni hanno fatto spesso solo i rispettivi interessi, personali, familisti e della propria cerchia, mentre dei conterranei nei fatti non è loro fregato pressoché niente se non nelle: propagande, magniloquenze, clientelismo, voto di scambio sociale e pure a volte mafioso; prima di ogni elezione locale, provinciale, regionale, nazionale ed europea.
Nell’immagine di copertina la sede di Intel a Santa Clara (California).
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