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Ilva, operai in sciopero in tutti gli stabilimenti. Corteo a Taranto: “Chiarezza sulla vendita”

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Anche a Novi Ligure, Racconigi e Marghera manifestazione in concomitanza della scadenza relativa alle manifestazioni di interesse per la cessione del siderurgico.

TARANTO – L’ilva è in sciopero. Si sono fermati per quattro ore i lavoratori del primo turno degli stabilimenti  di Taranto, Novi Ligure, Racconigi e Marghera indetto da Fim, Fiom, Uilm, Usb e Flmu in concomitanza della scadenza relativa alle manifestazioni di interesse per l’affitto o la vendita del siderurgico.

Sono terminati i 30 giorni previsti dalla procedura di cessione per presentare la manifestazione di interesse all’acquisizione dell’Ilva. Sinora hanno reso nota la presentazione della propria manifestazione di interesse il gruppo siderurgico Marcegaglia e la Cassa Depositi e Prestiti. Entro giugno prossimo, dice la legge, andrà individuato il nuovo soggetto gestore dell’Ilva.

I lavoratori del secondo turno sciopereranno dalle 19 alle 23. A Taranto un corteo da ponte di pietra Sant’Egidio fino alla prefettura, dove è in programma  il sit in programmato.Sono coinvolti anche gli operai dell’appalto e dell’indotto. Alla mobilitazione aderiscono anche alcuni Comuni e associazioni e ha annunciato la sua presenza il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Le condizioni del tempo non sono delle migliori: c’è un forte vento e pioviggina.

In merito all’adesione alla manifestazione annunciata da Confindustria le organizzazioni sindacali precisano che “se qualsiasi imprenditore vorrà prendere parte all’iniziativa potrà liberamente farlo: in qualità di cittadino sarà accolto benevolmente. Al contrario non consentiremo la presenza di alcun logo e striscioni di qualsiasi associazione datoriale”.

“I lavoratori – viene sottolineato nel documento che annuncia la manifestazione – ritengono fondamentale ottenere garanzie sull’ambientalizzazione del sito produttivo Ilva e la bonifica del territorio di Taranto” e “ritengono indispensabile porre delle migliorie sulle strutture sanitarie. Chiedono altresì la tutela degli attuali livelli occupazionali dell’intero tessuto industriale tarantino”.

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