Il PD siciliano è ancora senza un segretario poiché la commissione nazionale del partito ha revocato la nomina a Faraone dopo i ricorsi dell’area Zingaretti.
Ci si era occupati in precedenza degli scontri nel Partito Democratico siciliano in merito alla nomina del segretario regionale “Sicilia, Pd regionale nel trambusto come quello nazionale. Proclamato il segretario”.
Infatti, dopo il ritiro di Teresa Piccione (area Zingaretti) che aveva accusato la commissione nazionale di garanzia di avere stravolto le regole del partito stabilendo il rinvio dei congressi provinciali e di circolo a dopo le primarie, nella tarda serata del 13 dicembre 2018 si è riunita la medesima commissione regionale presieduta da Fausto Raciti che aveva annullato le primarie previste per il 16 successivo, nominando segretario l’unico candidato rimasto, ovverosia Davide Faraone (area renziana).
Adesso, evidentemente, dopo la nomina il 17 marzo 2019 a segretario nazionale di Nicola Zingaretti (che è anche presidente della regione Lazio e in precedenza era stato segretario nazionale della Sinistra giovanile e deputato al Parlamento europeo nonché dal 28 aprile 2008 al 29 dicembre 2012 è stato presidente della provincia di Roma) gli equilibri all’interno tra le correnti del PD saranno cambiati.
La commissione di garanzia infatti, ha annullato l’elezione del renziano Davide Faraone. Dopo sette mesi dalla sua elezione, avvenuta in un clima rovente, la commissione nazionale di garanzia ha annullato la nomina del senatore ed ex sottosegretario, accogliendo il ricorso che avevano presentato i rappresentanti della mozione Zingaretti. E scatenando le proteste dell’ala renziana.
“La Commissione di garanzia non ha preso alcuna decisione politica circa l’annullamento del congresso in Sicilia – dice Silvia Velo presidente Commissione nazionale di Garanzia del Partito democratico – Ha esclusivamente valutato i rilievi contenuti in alcuni ricorsi presentati nei mesi scorsi, dove sono state segnalate numerose violazioni delle procedure previste nello statuto regionale siciliano e nel regolamento per il congresso. La commissione ha studiato tali rilievi con attenzione e serietà da aprile a oggi, ha esaminato le carte che ci sono state fornite dai ricorrenti, dal presidente della commissione per il congresso regionale, Fausto Raciti, e ha audito i soggetti coinvolti. Non c’è stata quindi e non c’è alcuna ragione politica alla base della decisione assunta ma solo l’esercizio del ruolo proprio della Commissione e cioè la verifica del rispetto di regole e procedure su cui si fonda la vita del Partito democratico”.
Decade da vice segretario regionale anche Antonio Rubino, che critica la tempistica di questa scelta
Saputa la notizia, Faraone manda un messaggio con il cellulare agli amici “Solo per informarvi che mi hanno appena commissariato. Ci abbiamo almeno provato a cambiare il Pd in Sicilia”. Il deputato nazionale Carmelo Miceli attacca: “Dopo 5 mesi il “Nuovo PD” ha deciso di commissariare Faraone. Piccolo particolare, ha deciso di farlo proprio nel giorno del compleanno di Davide e, soprattuto, nel giorno del ventisettesimo anniversario della strage di Paolo Borsellino e dei ragazzi della sua scorta. Mentre noi, con Davide, eravamo in Via D’Amelio, le massime cariche del Partito preferivano stare nel chiuso di una stanza ad eliminare un baluardo del renzismo. Vergogna!”.
La senatrice renziana Valeria Sudano chiede di non spaccare il partito “Chiedo a Zingaretti di non soffocare la pluralità del Pd e di far prevalere ai tecnicismi e alle correnti, la politica. La decisione della commissione nazionale di garanzia di annullare l’elezione di Davide Faraone, decisa peraltro a maggioranza, e nel giorno del ricordo della strage di via D’Amelio – aggiunge – è una pagina buia di un partito che, invece di marciare unito contro i populisti, colpisce alle spalle chi, come Davide Faraone, da mesi ha riportato in strada e tra la gente il Pd. Mi auguro – conclude Valeria Sudano – che il segretario nazionale voglia intervenire e ristabilire le regole di convivenza democratica dentro il partito, facendo rispettare anche le minoranze, senza permettere che i suoi possano applicare punizioni a chi appartiene ad un’altra corrente”.
In Sicilia, dunque, arriverà un commissario che guiderà il partito in attesa della nuova campagna di tesseramento e dei nuovi congressi. Per il vicesegretario regionale, Antonio Rubino, dichiarato decaduto anche lui, quella della commissione è una “In merito alla scellerata scelta della segreteria nazionale di accogliere le istanze, infondate, della corrente siciliana del segretario nazionale ci riserviamo di dire la nostra in una giornata diversa da quella di oggi che in Sicilia deve essere dedicata alla memoria e al silenzio. Ci saremmo aspettati la stessa sensibilità da parte di Nicola Zingaretti”.
Intanto, il presidente dei senatori Pd, Andrea Marcucci, invoca l’intervento del segretario “a difesa delle regole. La decisione di annullare l’elezione di Faraone è di una gravità senza precedenti. Il diktat della commissione di garanzia è dettato da sole ragioni di corrente”.
Movimento5Stelle e Lega se le mandano a dire nel Governo nazionale tramite i media come fossero su un palco di cabaret. Nel Partito Democratico se le dichiarano con ricorsi. In Forza Italia persino si querelano “In Sicilia a poche ore dal voto europeo volano stracci e querele in Forza Italia”. E così via.
span style="color: #800080;">L’opinione
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Dio salvi l’Italia … e la Sicilia.
Adduso Sebastiano
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