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I tentativi di Trump di ribaltare le elezioni oltraggiosi per gli USA

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Come scrive oggi , in un esaustivo articolo d’Analisi della situazione in America ad oggi, pubblicato su The New York Times: i tentativi di Trump di ribaltare le elezioni sono oltraggiosi per gli USA e non hanno eguali nella storia degli Stati Uniti ed io a quest’analisi mi rifaccio per aggiornare lo stato dell’esito delle votazioni infangate dal comportamento di un Trump che ben sa quali “mala tempora currunt”  ora per lui (lasciando la Casa Bianca e lo scudo di cui ha abusato) ed ancor più sa che “sed peiora paruntur” (tradotto: “corrono brutti tempi” “ma se ne preparano di peggiori”)

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 I tentativi di Trump di ribaltare le elezioni oltraggiosi per gli USA

I tentativi del presidente Trump di ribaltare le elezioni del 2020 non hanno precedenti nella storia americana visto che la sua azione per impedire agli stati di certificare gli elettori, e convincere i legislatori a ignorarli, eclisserà anche le aspre elezioni del 1876, quando il Congresso diede a Rutherford B. la presidenza durante la ricostruzione degli USA, come uso audace della forza politica brutale.

Le possibilità di successo di Trump sono a metà tra il remoto e l’impossibile e le sue azioni sono un segno della sua disperazione dopo che Joseph R. Biden Jr. è stato eletto Presidente con quasi sei milioni di voti popolari di scarto, oltre a un chiaro margine del Collegio elettorale.

Il fatto che Trump stia anche solo provando a sovvertire l’inevitabile ha scatenato allarmi diffusi in America e nel mondo, non da ultimo nel campo di Biden anche se continua a dire: «Sono fiducioso che sappia di non aver vinto», come ha fatto in una conferenza stampa a Wilmington, in Del. dove, sebbene Biden abbia liquidato il comportamento di Trump definendolo imbarazzante: “È semplicemente oltraggioso quello che sta facendo” ha detto rimarcando che, con la sua azione, Trump sta lanciando, al resto del mondo, «messaggi incredibilmente dannosi sul come funziona la democrazia».

Il primo test, del nuovo tentativo di Trump dopo che la Georgia ha riconfermato – dopo sei giorni di riconteggio – l’esito della votazione, sarà il Michigan, dove Trump sta cercando di convincerei legislatori dello Stato a ribaltare il margine di vittoria di 157.000 voti di Biden giungendo persino alla eclatante azione di invitare gli stessi alla Casa Bianca dopo aver contattato, personalmente, almeno un funzionario elettorale nella contea di Wayne, nel Michigan.

Nel merito di questo nuovo tentativo, Martedì, Mike Shirkey, il leader repubblicano del Senato dello Stato del Michigan ha detto: «Non succederà. Seguiremo la legge e seguiremo il processo». 

Comunque vada, il Michigan da solo non sarebbe sufficiente a ribaltare il risultato e dare la vittoria a Trump.  Per riuscirci avrebbe bisogno di almeno altri due stati ed i candidati più probabili per questa azione sarebbero state la Georgia e l’Arizona, che hanno scelto Trump nel 2016 e hanno legislature controllate dai repubblicani e governatori repubblicani. Peccato che anche la Georgia ha appena riconfermato l’esito della votazione nello Stato anche se il governatore Brian Kemp non ha ancora comunicato pubblicamente il risultato dichiarando così chi ha vinto il suo stato.

In Arizona, invece, il governatore Doug Ducey ha fatto già sapere che accetterà i risultati delle elezioni nel suo Stato solo dopo che tutte le azioni legali saranno risolte

Intanto però Trump sta limitando le sue dichiarazioni in pubblico e si sta “limitando” ad utilizzare intensamente twitter dove porta avanti le sue teorie del complotto selvaggio contro di lui e sul come gli è stata negata la vittoria. Il tutto mentre, tanto per non perdere il vizietto, nello stesso momento ha:

  1. licenziato il funzionario delle elezioni federali che ha osato contestare le sue false accuse di frode,
  2. ha cercato di fermare il processo di certificazione del voto a Detroit per privare i diritti di un elettorato in maggioranza nero che ha votato contro di lui, 
  3. sta abusando dei poteri del suo ufficio nel tentativo di sottrarre i 16 voti elettorali del Michigan a Biden.

Per molti versi, quindi, quello portato avanti da Trump, è un tentativo di presa di potere “molto peggio” di quello del 1876 come ha detto Michael Beschloss, lo storico presidenziale e autore di “Presidents of War” poiché, ha aggiunto, “Nel caso di Hayes, entrambe le parti hanno convenuto che il risultato in almeno tre stati era in discussione. In questo caso, nessuna persona seria pensa che siano in discussione sufficienti voti che Donald Trump avrebbe potuto essere eletto il giorno delle elezioni “ ….. “Questa è una crisi artificiale. È un presidente che abusa dei suoi enormi poteri per rimanere in carica dopo che gli elettori lo hanno chiaramente respinto per la rielezione “ ed ha chiuso dicendo: “Questo è ciò che molti dei fondatori temevano”.

Trump ha predisposto questa strategia già durante la campagna elettorale ed ora, il suo gruppo, sta buttando fuori una serie di argomenti sconnessi per provare a sostenere che lui ha davvero vinto e questo nonostante che persino alcuni dei suoi ex entusiasti ed ex assistenti lo hanno abbandonato contestando le sue affermazioni, spesso con sarcastica derisione e, per questo, licenziati come Bolton, terzo consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, che è stato estromesso l’anno scorso fino all’ultimo, Christopher Krebs, direttore della Cybersecurity and Infrastructure Security Agency del Department of Homeland Security, che è stato licenziato martedì sera dopo che aveva annotato, in un twitt del precedente giovedì pomeriggio, che «Quella conferenza stampa è stata la più pericolosa ora e 45 minuti di televisione nella storia americana» riferendosi all’ultima conferenza stampa televisiva tenuta da Trump.

Tornando a Bolton, terzo consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, estromesso l’anno scorso, in una intervista domenica a “This Week” della ABC di comenica scorsa ha rimarcato, con riferimento alle accuse di brogli di Trump e del suo Gruppo, che “La loro argomentazione di base è che si trattava di una cospirazione così vasta e di così tanto successo che non ci sono prove” aggiungendo, sarcastico: “Ora, se è vero, voglio davvero sapere chi sono le persone che ce l’hanno fatta” …. “Dobbiamo assumerli presso la CIA”

Che dire, questi fatti confermano che, per certe cose, tutto il mondo è paese e che, con Trump, anche gli USA ci sono entrati con entrambi i piedi avvalorando anche per questa nazione il mai più appropriato pensiero che sia stato espresso da un ragazzo, italiano in questo caso, che recita: “Io speriamo che me la cavo” . Pensiero che va, ora, ad aggiungersi ad un altro antichissimo motto di fierezza americana attribuito ad Abraham Lincoln: “L’America non sarà mai distrutta dall’esterno. Se cadiamo e perdiamo le nostre libertà, sarà perché ci siamo distrutti da soli” mentre, il fatto che gli americani abbiano potuto eleggere uno come Trump, sembra dare ragione a Steve Sohmer che ebbe a dire:  “L’America può mandare un uomo sulla luna, figuriamoci se non possono mettere un idiota alla Casa Bianca” od anche, per concludere: “Puoi sempre contare che gli americani facciano la cosa giusta – dopo che hanno provato ogni altra cosa”, Sir Winston Churchill.

Come dar torto a questo tris, anzi, includendo anche l’italiano, a questo poker di pensieri?

Stanislao Barretta

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