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I Carabinieri hanno eseguito 46 misure cautelari per mafia nel catanese

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Operazione del Comando provinciale Carabinieri di Catania e Giarre contro il clan Brunetto legato a ‘cosa nostra’.

Il Comando provinciale Carabinieri di Catania, su ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Catania e richiesta della Direzione distrettuale antimafia della città etnea, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare e di sequestro preventivo nei confronti di complessive 46 persone (41 del catanese, 4 del messinese e una pugliese) appartenenti al clan Brunetto. Trentotto persone sono state portate nelle carceri di Catania, Messina, Siracusa e Caltanissetta, mentre 6 erano già detenute per altra causa e 2 sono state poste ai domiciliari.

Un gruppo criminale dominava tra Giarre, Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Castiglione di Sicilia e nel quartiere Picanello di Catania. La cosca era legata a ‘cosa nostra’ rappresentata dalla famiglia Santapaola-Ercolano.

I Carabinieri hanno ricostruito le turnazioni tra i pusher e le vedette, il loro compenso, il mantenimento delle famiglie dei detenuti, i canali di approvvigionamento e i luoghi dove veniva nascosta la droga, con un incasso giornaliero di diverse migliaia di euro, le eventuali vie di fuga, tutto confermato da alcuni collaboratori di giustizia.

Sequestrati 40 kg di marijuana, 2 kg e mezzo di cocaina, 200 grammi di eroina, 3.850 euro in contanti, un motorino rubato, un fucile, 4 pistole e 218 munizioni, usate per estorsioni e intimidazioni mafiose, un immobile a Mascali edificato con guadagni illeciti, un autocarro usato per trasportare droga.

Le accuse sono di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, detenzione e spaccio di stupefacenti, estorsione aggravata dal metodo mafioso, lesioni aggravate dal metodo mafioso.

L’inchiesta è stata avviata dal 2017 al 2018. In due anni di indagini è stata definita la struttura, le posizioni di vertice e i ruoli degli indagati in un’associazione armata finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti che gestiva una “piazza di spaccio” nel popolare rione “Jungo” di Giarre (Ct) che operava 24 ore al giorno.

Ricostruito il sistema mediante cui il gruppo criminale sottoponeva più esercenti ad estorsioni mediante intimidazioni mafiose, riscuoteva crediti legati agli stupefacenti mediante pestaggi e puniva coloro che si rifiutavano di spacciare o rapinare per conto del gruppo.

La direzione e gestione della piazza di spaccio era riconducibile alla famiglia Andò, capeggiata da Giuseppe, inteso “U cinisi” (il cinese), 59enne venditore ambulante nella frazione giarrese di Trepunti, il quale, insieme a figli e nipoti, si occupava di tutti gli aspetti del mercato illecito, anche di reclutare i pusher, spesso giovani residenti nel quartiere Jungo. La collocazione del suo camion non era casuale, poiché gli permetteva di controllare i movimenti delle pattuglie nel primo e più importante incrocio cittadino dopo l’uscita autostradale e fungeva da base per incontrare altri sodali, fornitori di stupefacenti, creditori, membri di altri clan o per convocare pusher “indisciplinati” nei turni e punirli con detrazioni dello stipendio, corrispondente a circa 250 euro a settimana.

Giuseppe Andò è inoltre emerso essere il referente pro tempore del clan “Brunetto-Santapaola” su Giarre, stante la detenzione di Pietro Oliveri, detto “Carmeluccio”, quest’ultimo considerato indiscusso erede del defunto boss Paolo Brunetto. “U cinisi”, secondo quanto evidenziato dalle indagini, risultava recepire da “Carmeluccio” le indicazioni sulla gestione degli affiliati e sul mantenimento dei detenuti e delle rispettive famiglie.

Le investigazioni portavano alla luce anche una serie di attività estorsive poste in essere dai sodali, in cui le parti offese, per paura, non intendevano denunciare nemmeno quando convocate dai Carabinieri. Il gruppo rivendicava il ruolo di “autorità mafiosa” di riferimento a cui chiedere il benestare per avviare attività imprenditoriali, in particolare il montaggio itinerante di giostre (“prima che entri il camion lì dentro, devi venire a parlare con me!”), ipotizzando ritorsioni in caso contrario: “Se monta gli brucio tutte cose!.

Durante una delle perquisizioni nei covi, è stata trovata una schedatura dei votanti del popoloso quartiere “Jungo”, verosimilmente per controllare il voto nelle sezioni.

Le indagini, scrive la Procura di Catania, hanno permesso di <<individuare e colpire la frangia locale del sodalizio mafioso ‘Brunetto’, articolazione della famiglia mafiosa ‘Santapaola-Ercolano’, ed egemone nel territorio di Giarre, Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Castiglione di Sicilia”, e un elemento di spicco della stessa famiglia mafiosa del quartiere Picanello di Catania”. L’inchiesta ha permesso anche di “definire la struttura, le posizioni di vertice e i ruoli degli indagati in un’associazione armata finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti che conduceva una ‘piazza di spaccio’ nel quartiere popolare Jungo di Giarre, attribuirne la gestione ad affiliati alla famiglia mafiosa Brunetto-Santapaola, ricostruire le modalità di turnazione fra vari pusher, il loro compenso, il mantenimento alle loro famiglie qualora detenuti, i canali di approvvigionamento di ingenti quantità delle varie sostanze e i relativi luoghi di occultamento”.

I nomi dei coinvolti nella max-operazione “Jungo” dei Carabinieri:

ANDÒ Alessandro, nato Giarre 21.01.1991;

ANDÒ Angelo nato Giarre il 21.01.1982 (già detenuto);

ANDÒ Emanuele, nato a Giarre il 06.09.1994;

ANDÒ Francesco, nato a Giarre il 06.08.1985 (già detenuto);

ANDÒ Giuseppe inteso “U Cinisi”,nato a Giarre (CT) il 14.07.1960;

BLANCO Fabio, nato a Acireale il 10.12.1993;

CAMINITI Carmelo, inteso “Melo Panettone”, nato a Taormina (ME) il 24.11.1973;

CASESA Mirko Pompeo nato Catania il 10.03.1983 (già detenuto);

CAVALLARO Leonardo, nato a Giarre (CT) il 13.05.1996;

CESARO’ Angelo nato a Giarre il 31.12.1992;

CONDORELLI Giovanni Marco, nato a Catania il 08.11.1991;

COSTANZO Michelangelo, nato a Aci Castello, il 15.02.1972;

DEL POPOLO Patrizia nata a Gravina in Puglia (BA) il 05.09.1980

ma di Fiumefreddo di Sicilia (CT);

DI STEFANO Valerio Sergio nato a Catania il 11.12.1988;

GIAMAGLIA Giuseppe nato a Catania il 27.12.1995;

GRASSO Antonino, nato a Acireale il 26.02.1988;

GRASSO Salvatore, nato a Catania il 16.01.1989 (già detenuto);

IAPICCA Antonello, nato Catania il 05.12.1997;

LEONARDI Andrea, nato a Catania il 28.11.1992;

LEOTTA Orazio, nato a Taormina (ME) il 25.06.1994;

LIOTTA Fabio nato a Catania il 06.11.1995;

LONGHITANO Alessandro nato a Giarre (CT) il 22.10.1986;

MAUGERI Luca nato Catania 21.01.1994;

MAZZAGLIA Giovanni nato a Catania il 09.03.1990 (già detenuto);

MIRAGLIA Marco, nato a Giarre (CT) il 29.11.1994;

MUSUMECI Cateno, nato a Taormina (ME) il 07.06.1977;

OLIVIERI Pietro, inteso “Carmeluccio”, nato a Acireale (CT) il 29.06.1967 (già detenuto);

PATANE’ Leonardo, nato a Giarre (CT) il 07.07.1995;

PATANÈ Piero nato a Giarre (CT) 28.07.1984;

RACITI Giovanni nato Giarre (CT) il 28.06.1987;

RAGUSA Giusy nata a Catania il 04.06.1996;

RUSSO Roberto, nato a Fiumefreddo di Sicilia (CT) il 01.12.1965;

SALEMI Carmelo, inteso “Melo”, nato a Catania il 01.01.1969;

SANTITTO Salvatore nato Giarre il 17.08.1962;

SAVOCA Jonathan Mattia, nato a Patti (ME) il 24.01.1996;

SORBELLO Concetto, nato a Giarre (CT) in data 25.09.1990;

TARDA Mario nato a Giarre il 18.10.1967;

TARDA Salvatore, nato a Acireale (CT) il 31.03.1958;

TIZZONE Adriano nato a Giarre (CT) il 14.12.1972;

TORRISI Alfio nato a Catania il 10.02.1986;

TORRISI Gaetano nato a Catania il 01.07.1999;

TURRISI Claudio, nato a Catania il 24.09.1987;

VITALE Giovanni nato a Catania il 14.05.1978;

ZAPPALA’ Fabio Leonardo nato a Catania il 21.01.1975;

A

i domiciliari

IMPELLIZZERI Aldo, nato a Catania il 31.03.1990;

TARDA Salvatore Sebastiano, nato a Catania il 20.01.1996.

Sebastiano Adduso

 

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