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ormula Uno: in Azerbaijan vince la Red Bull di Max Verstappen, seguita da Sergio Perez e da George Russell. Disastro Ferrari
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Formula Uno, GP Azerbaijan: possibile terra di conquista, tra passato e futuro
Pasquale Buondonno
In collaborazione di
Carlo Ametrano
&
Marco Palomba
Baku, Azerbaijan, la fiammeggiante perla d’Oriente che affaccia sul Mar Caspio, l’elegantissima terra di faccendieri, agenti dell’alta finanza e petrolieri, col suo dedalo di strade assai eleganti, grattacieli e palazzi mastodontici di una realtà che vuole essere Europa, diventa per un giorno, l’ombelico del mondo. Chi è stato nella capitale dell’Azerbaidjan sa bene che è una città che cambia aspetto ad un ritmo velocissimo, monumento a una ricchezza e a un’opulenza firmata gas e petrolio. Fascino antico e moderno s’intersecano come per magia.
Tutto pronto in Azerbaijan per un GP che promette scintille. È un castello ancora alla ricerca del suo re. Lo dicono le statistiche se si pensa che in cinque edizioni Baku ha visto alternarsi cinque “pole” e cinque vincitori diversi in un’argentea egemonia targata Mercedes. Lo dice a gran voce anche la pista con un carattere tutto suo, un misto tra Monza e Montecarlo. Qui perfezione e sangue freddo contano certamente, come avere un motore potente, buona trazione e un posteriore stabile. Dodici mesi fa Charles Leclerc era riuscito il sabato a fare un giro straordinario con una macchina non altrettanto straordinaria firmando la “pole”. Quest’anno, con una monoposto all’altezza, la Ferrari è sbarcata con doveri importanti da assolvere. C’è del terreno in classifica innanzitutto da recuperare sugli avversari, Verstappen e Red Bull e mettere fine ad un digiuno di vittorie che dura da due mesi esatti, dopo gli “exploit” in Barein e in Australia. La forza per farlo c’è. I lunghi rettilinei e l’importanza delle velocità massime qui farebbero pensare ad un Circuito più favorevole alla Red Bull ma la Rossa F1 75 rivista in Spagna è migliorata tantissimo. In una lotta così tirata in cui per nessuno è riuscito a infilarsi tra Ferrari e Red Bull la stagione sta ancora cercando il suo vero re. Sull’imprevedibile pista di Baku in tanti cercheranno una momentanea corona, ma se si vuole puntare a quella che conta davvero, servono si nervi saldi, freddezza e ritrovare anche forti emozioni.
CRONACA
Una domenica che prometteva bene per le Ferrari si è trasformata in un vero incubo. Leclerc era in testa ed è stato fermato dal motore. Una fumata bianca per annunciare una “mazzata” tremenda. Il motore ha fermato Leclerc dopo 20 giri mentre era in testa alla gara e marciava spedito, dopo un’intuizione felice strategica del team Ferrari che aveva anticipato il Pit Stop approfittando della neutralizzazionedovuta al K.O. dell’altra Ferrari, quella di Sainz fermato da un guasto ai freni. Abbastanza per trasformare un’altra vigilia promettente in una domenica mesta, mestissima e piena di rimpianti, dal momento che senza le rosse è stata “doppietta” Red Bull con Verstappen vincitore ora con +34 punti su Leclerc, con Perez sacrificato ancora una volta, 2° sul traguardo e salito inaspettatamente al secondo posto nel mondiale. Insomma, una classifica da morale “rasoterra”, con una serie di preoccupazioni che riducono le speranze e appesantiscono progressivamente l’umore della squadra e quello dei tifosi. Il resto è dovere di cronaca, Russell 3°, con una Mercedes che “spacca” la schiena dei piloti, quella di Hamilton soprattutto, 4° e afflitto da dolori al limite della sopportazione. Per la prossima gara manca una settimana, si correrà in Canada, altra pista che mette a dura prova freni, motori e concentrazione. Tocca tenere duro pur dopo una sconfitta pesantissima che mortifica, forse, il miglior pilota in pista, Leclerc, per l’appunto.
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