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Castellammare di Stabia

Formula Uno, GP Monaco: quando un successo può significare tanto

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ormula Uno: a Monaco, in un Gran Premio pazzo e ricco di emozioni, vince la Red Bull di Sergio Perez che chiude davanti a Sainz e Verstappen

 

Formula Uno, GP Monaco: quando un successo può significare tanto

 

ARTICOLO DI Pasquale Buondonno e Carlo Ametrano

 

Montecarlo ha da sempre un fascino tutto particolare e non solo per l’attrazione paesaggistica che mostra di sè il Principato di Monaco. Qui ci sono da sempre gare “epiche”, di quelle che accendono la fantasia e fanno battere il cuore. Proprio qui ci fu uno “storico” precedente nel 1992: la gara si svolse davanti a oltre centomila spettatori e vide la prima vittoria stagionale di Ayrton Senna e della McLaren davanti alla Williams di Nigel Mansell, autore della Pole Position, e di Riccardo Patrese. Battaglia “leggendaria” negli ultimi quattro giri col brasiliano che la spuntò da vero funambolo con una condotta di gara da spavaldo, sempre al limite.

 

La bellezza di questo Circuito sta nella sua difficoltà, nell’impossibilità di compiere sorpassi, è nel senso di mistero che cela dietro ogni curva, in quei brevi rettilinei. È l’idea di dover trovare sempre una nuova strategia che possa sorprendere, una traiettoria inedita che possa valere il classico “effetto sorpresa”. Tutto il resto è solo curve-velocità-e rombo di motore. La strategia te la inventi sul monento. Emergere da campione da un nugolo di macchine ammassate,  dettare la scia, disegnare le traiettorie quando il vantaggio sugli inseguitori è davvero esiguo, è già un’emozione. Le aspettative aumentano solo nel finale, quando il traguardo è ormai vicino, sempre che non ci sia la sorpresa dietro l’angolo.

 

CRONACA

Situazione singolarissima a Montecarlo. Ingombranti, quasi goffe, le macchine di Formula 1 non sembrano fatte per la pista del Principato di Monaco. Sembrano faticare come navi da crociera quando entrano in spazi non congeniali alle loro traversate e alla fluidità di una tranquilla navigazione. Otto quintali di peso, addirittura nove a pieno carico non mostrano quella “leggiadria” di movimento del passato. Ma sul circuito cittadino più famoso del mondo, la gamma di emozioni sale alle stelle. La passione è altissima come la tensione, d’altronde.

Il cielo del Principato di Monaco si mostra di un grigio perla fin dal mattino, ma verso l’orizzonte si trasforma in una massa nera, densa e persistente. Minaccia pioggia anche se al momento il manto del tracciato è asciutto. Ma a prescindere dal tempo, l’attesa è spasmodica e per le “Rosse” di Maranello si tingono dei colori dell’arcobaleno, i colori della speranza.

Si parte con un’ora circa di ritardo. Le condizioni meteorologiche del tracciato sono proibitive. Una vera piscina. Piove a dirotto.

Primo giro ad altissima tensione, si cerca di conoscere la pista e verificare l’equilibrio del proprio assetto. Leclerc e Sainz tentano di mantenere la propria posizione di vantaggio conquistato in Pole. L’incognita pioggia condiziona duramente. Per il momento nessuno tra i “big” azzarda il Pit Stop. Chi ha montato le gomme “intermedie” tuttavia non guadagna rispetto a chi sta utilizzando le “full wet”.

La gara entra nel vivo, pur con tutte le sue insidie: è il giro n° 8. Lungo di Russell dopo il tunnel. L’inglese lascia sfilare la McLaren di Norris che guadagna terreno rispetto al gruppo di testa. All’11° giro, girandola di sostituzioni gomme: montano le “intermedie” Gasly, Vettel, Schumacher, Tsunoda. Al 19° giro sono Leclerc e Verstappen a montare le intermedie. Al conando c’è Sainz davanti a Perez, Leclerc e Verstappen.

 

22° giro doppia sostituzione Ferrari di Sainz e Leclerc per montare le “slick dure”. Rispondono le Red Bull che fanno la doppia sosta per mettere le gomme di “asciutto” e Perez esce davanti a Sainz, Verstappen e Leclerc. I pit-stop hanno rivoluzionato la classifica. Ora comanda Perez con gomme da asciutto davanti a Sainz, Verstappen e Leclerc. Ma un grave incidente di Schumacher che piroetta su se stesso e va a sbattere contro un sostegno, fa si che la gara subisca una ulteriore interruzione. Safety Car in pista per permettere di rimuovere la Haas del tedesco letteralmente distrutta.

 

Si riparte alle 17:15 dal 33° giro. Le posizioni rimangono invariate. C’è poca voglia di rischiare. I primi quattro sono racchiusi in 4”. Spavento per Sainz che va lungo in fondo al tunnel ma poi si riprende. Verstappen lo avvicina. Tuttavia il pilota spagnolo tenta di attaccare la 1^ posizione. Non succede più nulla fino alla fine. Vince Perez davanti a Sainz, Verstappen e Leclerc. Niente da fare per lo spagnolo della Ferrari nonostante il giro addizionale e autore di una gara generosa. Alla fine vince la prudenza. Perché anche questa è Formula Uno.

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