Il giovane difensore isolano crede fortemente nel progetto del patron D’Abundo
Simone Vicidomini– Filippo Florio, al termine di Ischia-Mondragone che lo ha visto in campo per una ventina di minuti, indossando di nuovo la maglia dell’Ischia dopo quasi quattro anni e mezzo, ha personalità e determinazione da vendere. Parla come un veterano, emozionando i tifosi più giovani e quelli che seguono l’Ischia da tempo. «Emozionato nel ritornare al “Mazzella”? Sicuramente. In questo campo non ci entro da un bel po’, perché avevo tanti ricordi belli ma datati. E poi quello più brutto che mi faceva un po’ male.
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uando sono entrato qui l’altro giorno per l’allenamento, la mente è subito andata a quei ricordi che bruciano. Ma l’importante è aver iniziato bene. I ragazzi sono stati fantastici. Bisogna fare i complimenti alla squadra, sperando che questa vittoria sia di buon auspicio per un futuro roseo». Filippo risponde alle domande con una spontaneità e una naturalezza disarmanti.
Essendo un calciatore di categoria superiore, per la società non sarà stato facile convincerti. Ritornare a casa fa piacere, ma resta un sacrificio. Che cosa ti ha colpito? «Sinceramente mi ha colpito la voglia del presidente di costruire un progetto con gli ischitani. Tante volte ci hanno detto che non riusciamo a fare niente, invece oggi abbiamo dimostrato che noi ischitani possiamo fare tanto – spiega Florio –. Mi ha convinto la voglia del presidente di puntare sul prodotto ischitano, di creare qualcosa di bello, finalmente far rivivere la felicità che trasmette il calcio a tutte le persone che sono vicine a questa squadra. Sono sincero, del lato economico con D’Abundo ne abbiamo parlato per due secondi, alla fine dell’incontro.
Abbiamo parlato di tutt’altro: progetti, prospettive, sogni, perché comunque sono i sogni che rendono vivi tutti noi. Mi ha colpito e convinto l’estrema sincerità del presidente, la sua schiettezza nel dire le cose. E poi in questa società c’è Pino Taglialatela che, oltre ad essere un grande calciatore, è un personaggio importante della storia del calcio ischitano. A convincermi è stato l’intero progetto».
Sulla concorrenza nel suo ruolo, sulle difficoltà esposte da Monti su chi mandare in campo, Florio replica: «Il gruppo mi ha accolto benissimo. Il mister ha ragione, nel calcio bisogna dimostrare di meritare un posto in squadra. Non posso pretendere un posto da titolare allenandomi male e giocando male. Non è nel mio essere, nella mia professionalità. Se sono qui è perché so che devo rimettermi in gioco – continua Florio –. La squadra anche oggi senza di me ha dimostrato di essere importante. Sono a completa disposizione del mister, a cui ho detto che mi colloco dove lui vuole, per dare una mano all’Ischia. A questa squadra tengo tantissimo».
Il «doppio salto all’indietro», dalla C all’Eccellenza, sarà costato qualcosa a Florio. «Non posso essere finto, tanti pensieri me li ha dati e non lo nascondo. Però non sono sempre i soldi e la categoria che ti fanno battere il cuore.
I sogni fanno battere il cuore. Ad un certo punto della mia vita, della mia carriera – sottolinea il difensore – mi sono trovato davanti a una scelta. Continuare a sperare in un qualcosa che poteva essere, in un qualcosa che è, e che sarà. La mia è una scelta di cuore, non di testa. A volte si fanno delle follie, potrò avere ragione o meno, ma a quelli che mi hanno chiamato ho risposto allo stesso modo: parliamone tra tre anni, quattro o cinque anni…».
Florio sogna un ritorno in Lega Pro con l’Ischia? «Piano, con calma. Ora c’è un campionato da vincere e spesso, anche se sei il più forte, non sempre riesci a vincere. Però il sogno è quello. Ho 24 anni, ho una vita davanti per raggiungere l’obiettivo. Un passo alla volta. Con il lavoro, la dedizione al sacrificio che abbiamo mostrato oggi, si potrà andare lontano. Quello che ho dichiarato in passato, di un mio ritorno sull’isola? E’ da due anni che mi balena nella testa. Prima non c’era mai stata l’opportunità e non ero pronto per fare il doppio salto all’indietro
Ad un certo punto dentro di me ho sentito la voglia di prendere quella promessa che feci e provare a riportare l’Ischia dove l’ho lasciata. Se ci riuscirò o meno, lo dirà soltanto il tempo. Io comunque ci voglio provare…”.
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