Il Roma
30 settembre 1987-7 marzo 2017. Quasi trent’anni dopo, ancora Napoli-Real Madrid al San Paolo. L’atmosfera delle grandi occasioni a quel tempo, in una Fuorigrotta colorata d’azzurro e che in una gara sola, quella di ritorno, riuscì a compensare, con quasi 85mila spettatori, l’assenza dei tifosi nel match d’andata in Spagna. A distanza di un trentennio i ricordi sono ancora vividi: dapprima in quelle persone presenti sugli spalti, ma a maggior ragione per chi quella sfida l’ha giocata. Ciro Ferrara aveva vent’anni ed era lì, in campo, a marcare Emilio Butragueño. E, a dirla tutta, una parte della colpa per il gol dell’1-1, realizzato proprio dal Buitre, è sua. E l’ammette, a margine del calcio d’inizio del Mundia-Napoli organizzato proprio dalla Fondazione Cannavaro-Ferrara in collaborazione con la Scuola Calcio Arci Uisp Scampia, col sorriso sulle labbra. Come vivesti quella partita? “Personalmente, avevo vent’anni. Pronti-via, mi dissero che avrei dovuto marcare Butragueño. All’andata bene, al ritorno ero forse troppo avanti e pensavo di giocare già a zona: El Buitre mi sfilò dietro, io alzai la mano perché pensavo fosse fuorigioco, poi mi girai e vidi che alle mie spalle c’era ancora Renica. Sarebbe stato offside senza il libero staccato dietro”.
Ne parli mai con Butragueño? “Certo, lui ricorda le botte che gli ho dato (ride, n.d.r.), mentre io ricordo il gol che ci ha fatto”.
Meglio il Napoli-Real Madrid di allora o il Napoli-Real Madrid di oggi? “Quello è stato un Napoli vincente, anche se non in quella occasione. E’ stata una squadra che ha fatto la storia, poi ovviamente c’ero io, quindi non potrei dire il contrario. Era però una formula diversa della Coppa Campioni, oggi le cose sono cambiate e quindi è molto difficile paragonarle. Quello era un Real Madrid pazzesco, ricco di campioni, da Butragueño ad Hugo Sanchez, Martin Vazquez, Buyo e chi più ne ha più ne metta”.
Un pronostico per il Napoli-Real Madrid di oggi. “Non considero così scontato il risultato nell’arco delle due partite. Si affronterà una delle squadri più forti al mondo, ma in questo momento il Napoli sta giocando bene, sta girando. E’ chiaro che tra due mesi la situazione potrebbe essere completamente diversa. Non sappiamo come arriveranno le due squadre, non sappiamo se ci saranno infortunati o meno, anche se speriamo di no, dovranno esserci tutti”.
Passando al campionato, da doppio ex di Napoli e Juventus, non puoi esimerti dal parlare anche dei bianconeri. Quando pensi che smetterà di vincere e toccherà agli azzurri? “Oggettivamente penso che sia difficile in questi anni perché il divario sta crescendo ulteriormente. C’è la speranza nel Napoli, nella Roma, in altre squadre, di potersi avvicinare, ma anche nelle dichiarazioni dei protagonisti si ha la sensazione che la Juventus abbia qualcosa in più. Il divario non diminuisce, perché i bianconeri continuano a vincere, continuano a stare a certi livelli e continuano ad avere la forza di fare determinati acquisti. Quando giocavo io a Torino forse sarebbe stato impossibile l’acquisto di Higuain a 90 milioni di euro. Ora c’è questo tipo di forza, abbinata ad una importante struttura societaria e ad una mentalità che li porta a non accontentarsi mai”.
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