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Femminicidio, vittime di ipocrisia politico-culturale e di denunce inascoltate ?

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La morte di Nicolina, ennesimo femminicidio, 15enne di Ischitella (Foggia), uccisa da un colpo di pistola dell’ex compagno della madre, è ancora più sconvolgente poiché sarebbero state presentate da tempo delle denunce contro quell’uomo, che però non avrebbero avuto la dovuta attenzione.

Sulla Stampa nazionale questo aspetto è oggetto di tante domande. E qui non si può che proporne altre:

Ma com’è possibile che malgrado vengano fatte più denunce contro un ex della madre, il cui comportamento violento-maschilista mette a rischio la figlia minorenne di quest’ultima, nessuno fa niente, tanto che l’uomo gli spara alla ragazza ? Ma che leggi farlocchio abbiamo in Italia ? Ma che Magistratura distratta abbiamo ? Ma che Parlamento indolente abbiamo ? Ma che Governo incurante abbiamo ? Ma che cultura ipocrita abbiamo in Italia ? Una Nazione che dagli scranni più alti fino all’ultimo livello della società è divenuta solo una propaganda di retoriche e teatrini, una carovana di dissimulatori, bugiardi, insensibili, ingordi, sprezzanti, teatranti, superbi, accidiosi, corrotti, estorsori, criminali e mafiosi.

E chi paga, persino rimettendoci un’esistenza dignitosa, se non anche con la salute e persino con la vita, sono sempre i forzosamente impotenti e assoggettati cittadini, nonché i nostri ragazzi.

In passato avevo già scritto sull’argomento. Cito alcuni casi di quelli che avevo seguito: Sara, giovane romana di 22 anni bruciata viva; Vanessa, 30 anni ennese, strangolata e gettata da un cavalcavia; Fabiana calabrese, 15 anni, accoltellata, cosparsa di benzina e bruciata viva.

E ricordo chiaramente anche un altro articolo, eloquente della decennale simulazione culturale che alberga nella nostra politica, di destra, sinistra e centro: 27 maggio 2013 “Si parla di femminicidio: la Camera è vuota”.

Ma come sempre, all’indignazione e alla (mia) “rabbia” (come mi ha disapprovato un politico) segue la legittima e ragionevole domandaCosa si può fare di concreto ?

Intanto va detto che, notoriamente, ci sono migliaia di cause di presunta violenza nell’ambito di separazioni e divorzi, ma anche di altri contenziosi, presentate al solo fine di screditare o per astio verso l’altro/a. E qui il fior fiore dei nostri giuristi, insieme ai psicologi, devono proporre rapidamente delle norme che consentano ai Magistrati un più chiaro discernimento, rispetto alle denunce inerenti realmente intimidazioni, minacce e violenze.

Inoltre e risaputamente, i Giudici sono carichi di troppe cause e se si vuole Giustizia, non si può neanche chiedere di dare una guardata superficiale alle carte e ai fatti, pur di concludere rapidamente ogni decisione, poiché è in gioco l’esistenza civile delle persone.

Questo Stato, invece di penalizzare i Giudici di Pace, utilizzi tali competenze, chiaramente dopo averle pure accertate, inserendo queste figure in maniera stabile, così che i cittadini abbiano la dovuta attenzione alle loro richieste giudiziarie.

Inoltre, occorre un sano e noto timore reverenziale delle conseguenze giuridiche e per tutti, nessuno esente, dai più alti scranni dello Stato fino all’ultimo livello della comunità. Poiché si è ormai notoriamente diffusa in tutta la società italiana, la pericolosa convinzione che tanto in Italia si può fare ciò che si vuole, in quanto non si rischiano conseguenze giudiziarie e men che mai gravi, sicché tanti continueranno a non farsi scrupoli, come pure persevererà l’arroganza, l’accidia, la corruzione, il furto, la truffa, la violenza e l’omicidio.

Poi, ascoltiamola anche la scienza moderna, senza con questo volere mancare di rispetto alle rispettabilissime teorie del passato.

E guardando al passato, prendiamo atto e soprattutto accettiamo, che c’è innegabilmente qualcosa di primordiale, direi quasi ferina, dentro di noi. D’altra parte il padre della psicologia analitica del ‘900 diceva che potenzialmente siamo tutti criminali.

Nel nostro complesso quanto ancora sconosciuto cervello, s’intersecano risaputamente, anche fisiologicamente, parti oltremodo remote, quindi ancestrali cosiddetti istinti e di recente (geologicamente parlando) percezioni razionalizzate proprie della specie umana, a cui si aggiunge la continua interazione (più o meno consapevole) con l’ambiente esterno, il quale com’è noto influenza notevolmente e rapidamente la nostra mente, proprio in quanto siamo esseri che nasciamo potentemente predisposti, ma di contro prematuri in tutto, sia fisicamente che cerebralmente, ma così potendoci forgiare e formare, senza obbligati vincoli connaturati, come invece non possono fare le altre specie, neppure i nostri più prossimi cugini primati.

E se da qualche decennio stiamo registrando rinnovati episodi di violenza, di ogni genere, soprattutto sessuali, tra cui il femminicidio e addirittura tra nuove generazioni, ciò significa che qualcosa nella formazione, comunicazione, indirizzo ed educazione, non funziona più. Forse è l’ora di aggiornarci anche nelle nostre cosiddette evolute società occidentali.

E allora, premesso che molto spesso i genitori siamo sostanzialmente altrettanti figli immaturi, solo più adulti, una delle soluzioni (ma non certo la sola) anche al drammatico problema del femminicidio e in generale a qualsiasi manifestazione di violenza, è una moderna, progressista, civile e scientifica formazione ed istruzione culturale, sin da bambini e poi adolescenti e ancora attraverso i media, l’informazione e la propaganda, sempre, in continuazione e a seguire negli anni.

Si dovrebbe pertanto, sin dalla scuola primaria, gradualmente e proporzionalmente, ma quotidianamente, insegnare ai nostri bambini e poi adolescenti, come materia al pari dell’italiano, le norme del vivere civile (diritti e doveri), poi anche cosa c’è nella nostra testa, come siamo composti, chi siamo, da dove forse veniamo e dove potremmo andare, cos’è la Terra, l’Universo e tutto ciò che ci circonda di vivo e di inorganico, ma pure a cadenza mensile abituarli a visitare gli ammalati, gli anziani, per avviarsi pure alla comprensione, capire la sofferenza, la solidarietà, condivisione, ecc.

Insomma, bisogna rimettere urgentemente al centro della Nazione il bambino e l’adolescente, quindi l’alunno e lo studente, e perciò l’insegnante, e dunque la scuola, che deve essere considerata come la primaria fucina per formare dei cittadini con una conoscenza concreta, moderna, veritiera, naturale, scientifica, con il senso del sociale, della tolleranza, della solidarietà e del rispetto dell’altro.

Diversamente assisteremo sempre più ad un peggioramento dell’individuo e quindi della collettività, poiché ogni anno continueremo a sfornare unicamente intelligenti primati. Magari alcuni preparati, esperti, tecnici, luminari, ma sostanzialmente egocentrici “scimmioni intelligenti” con l’arma in più della competenza.

Nella nostra cultura cosiddette occidentale e soprattutto in questa rafferma Italia, se non si cambia l’attuale stantia concezione dell’essere umano, andrà sempre peggio.


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