a href="https://vivicentro.it/cronaca/nubifragio-a-ischia-aggiornamento-purtroppo-cominciano-a-contarsi-i-morti/" target="_blank" rel="noopener">Sulla disgrazia che ha colpito Ischia l’unica certezza che abbiamo avuto fin dal primo momento è stata la necessità di smaltire i fanghi dell’alluvione di Ischia: un’emergenza nell’emergenza. Ma anche un’emergenza vecchia mai risolta se si pensa, come hanno ampiamente riportato molti quotidiani locali, che i fanghi dell’alluvione di Casamicciola del 2019 sono ancora ammassati nell’immobile Santa Maria della Misericordia dell’Ente Morale Pio monte.
Il materiale ammonterebbe a circa 80mila metri cubi. Come gestirlo?
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Alcuni ritengono che la soluzione migliore sarebbe il ripascimento delle spiagge isolane e rafforzare la zona costiera, dove gli arenili sono sottoposti alla costante erosione marina che influisce anche sulla fragilità delle coste.
Adriano Pistilli indica la soluzione per lo smaltimento dei fanghi di Ischia:
Non convinto di questa soluzione sembra essere Adriano Pistilli, operatore nel settore dello smaltimento rifiuti: “Se effettivamente si potesse utilizzare il fango per il ripascimento delle spiagge ritengo sia la cosa migliore da fare. Io non ho elementi per giudicare; però, poniamo il caso che questo non possa avvenire, cosa facciamo? La soluzione è una sola, la discarica. I costi sono certamente ingenti: dopo aver analizzato il materiale, i fanghi vanno portati da Ischia alla terraferma attraverso traghetti adibiti a trasporto speciale e va predisposta una “flotta di camion” per portarli a destinazione. Dobbiamo poi individuare una discarica che possa accoglierli, opera certamente ardua visto che abbiamo appreso con passività il Rapporto dell’A2A del 2021 nel quale veniva evidenziato come nel Sud Italia la capacità di ricezione si sarebbe esaurita nel giro di pochi anni, il Nord resisterà un po’ di più”.
Le conclusioni di Pistilli
“In Italia non credo ci sia la possibilità di conferire tutto il fango di Ischia: la scelta migliore è optare per gli invasi nell’est Europa, dove, tra l’altro, ci sono costi di smaltimento assi inferiori rispetto a quelli italiani. La Romania ha una possibilità di smaltimento rilevantissima, ed è proprio in quel Paese che insistono alcune tra le discariche più grandi d’Europa”.
Qualsiasi sia la scelta di gestione dei fanghi, tutti noi ci auguriamo che anche questa brutta esperienza possa passare. Citando il grande Eduardo “Adda passà ‘a nuttata”.
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