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Elezioni con Rosatellum. Annotazioni e riflessioni su italiche abitudini

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Elezioni con Rosatellum. Tutto arriva per chi sa attendere e quindi, eccoci giunti alla vigilia del voto al quale, a dire il vero, siamo giunti senza quasi nemmeno accorgercene. Almeno per chi ricorda come erano caratterizzati i periodi anti elettorali di un tempo.

Questa tornata per le Elezioni con Rosatellum è scorsa via quasi in punta di piedi.

Manifesti? Pochi! E quindi ci sono mancate le polemiche ad essi connessi.

Polemiche che vertevano su: manifesti troppo grandi, troppo piccoli, strabordanti, opinabili, in posizioni illegali e via di seguito con amenità/scorrettezze del genere.

Comizi?: ma cosa sono! Morti e sepolti da illo tempore, in questa tornata nemmeno commemorati.

Almeno banchetti e gazebo! Niente da fare! Morti e sepolti anch’essi. O scivolati via senza lasciar traccia, magari rannicchiati all’angolo di qualche vicolo secondario, molto secondario.

C’è che dice: causa costi. Altri optano per l’essere passati alla politica e propaganda 2.0.

Di fatto, sotto questo aspetto, si potrebbe ben dire che, invece, la politica si è adeguata, anticipandolo, al Burlan meteorologo con: gelo mai visto prima.

Speranza alla vigilia del voto: che non si abbia ora, e alla chiusura dei seggi, e poi all’esito degli scrutini, il passaggio da Burlan a Big Snow! Passando così da tutto congelato al coperto, ma da un mare di chiacchiere che a nulla porteranno

E questo è, ad ora.

Una noticina ancora in chiusura tanto per annotare e notare, ancora una volta, che, alla fin fine, in Politica nessuno è poi tanto puro ne, tanto meno, tanto “stupido” da non saper curare, questo sì, i propri interessi.

I nostri quelli sì mai! Ma che contano? Per loro conta solo il nostro voto e le modalità per carpircelo con:

  1. promesse farlocche e roboanti (tanto, per loro, siamo italioti e, a dire il vero, spesso lo siamo, ed anche peggio)
    con lo sparare ad alzo zero contro tutti gli altri mettendo in campo, talvolta, bufale vere e proprio
  2. e/o imputando all’avversario la pagliuzza che hanno nel loro seno trascurando o sotterrando la propria trave o con il dichiararsi vittime
e via di questo passo su questa china.

Argomento e terreno prediletto poi, il farsi (dichiararsi) vittima, di volta in volta, dell’avversario (per quanto sopra) ed anche del sistema che rema contro di loro.

Arrivando a vedere, in questo remare contro, una coalizione tra i loro avversari per fare magari leggi ad hoc e ad includendum ed excludendum pro o contro la “vittima” di turno.

Un esempio per tutti? Il Rosatellum indicato, dai pentastellati (ormai “grillini” appare essere appellativo sorpassato, di sicuro non 2.0 e adatto all’era Dimaiana) come cosa partorita per bloccarli.

In verità cosa non proprio e del tutto peregrina.

Ciò che è certo è che, proprio questa, cosa ci permette di evidenziare l’altra italica abilità del piegare le cose, sempre e comunque, ai propri interessi.

Ed ecco allora che, sempre ed immancabilmente, abbiamo il classico: fatta una legge, trovato l’inganno.

E torniamo al Rosatellum.

Pentastellati a dichiarare e reclamizzare, sin da subito di essere i penalizzati dallo stesso e che anzi, esso era stato stilato proprio per bloccarli.

Oggi, analizzando come si son mossi all’interno del tanto denigrato Rosatellum (indifendibile, è vero, ma questo è altro e per tantissimi altri motivi), ed al come l’hanno piegato ANCHE ai loro interessi, mostra la verità del nostro assunto sul: “vittimismo propagandistico”.

Propaganda e solo propaganda, quindi. E ben manipolata ed utilizzata anche da loro, in questo caso, sin dall’inizio, ma poi anche con il caso bonifici e via di questo passo.

Per vedere il come e il perché utilizziamo non nostra analisi ma quanto scritto oggi da Francesco Bei, Capo della Redazione Romana, La Stampa.

Francesco Bei infatti, scrive oggi proprio in merito al come i pentastellati hanno saputo aggirare, e quindi ora anche a piegare ai loro interessi, il Rosatellum e le sue regole, confermandoci nel nostro pensiero.

La legge elettorale infatti – scrive Bei – è stata scritta per le coalizioni non per le singole liste. Nei collegi vengono avvantaggiati quei candidati sostenuti da più partiti, mentre i grillini (a proposito, ha ancora senso questa definizione o si deve passare a “dimaiani”?) com’è noto si presentano da soli. Inoltre è previsto che il voto delle liste che non arrivano al 3%, a patto che superino l’1%, vada ai partiti coalizzati più grandi.

Insomma, Di Maio e Casaleggio si sono trovati a combattere con una mano legata dietro alla schiena. E cosa si sono inventati? Io la definirei una “coalizione interna”.

Di fatto nella pancia del M5s è ospitata una sorta di lista civica nazionale composta da tutti quei candidati provenienti dalla società civile senza esser passati da un’esperienza politica tra i grillini: da Emilio Carelli a Domenico Fioravanti, dal professor Lorenzo Fioramonti alla jena Dino Giarrusso.

Una sola lista, quella a cinque stelle, ma di fatto due raggruppamenti distinti. La “coalizione interna” prevede persino che le quote ministeriali siano spartite tra grillini doc, come Di Maio o Bonafede, e esterni “tecnici” della lista civica nazionale. Un dualismo perfetto, su cui il leader e candidato premier ha giocato molto presentando all’Eur la sua squadra.

Tralasciando il fatto che questi nuovi “indipendenti di sinistra” siano stati scelti direttamente dalla Casaleggio e non dalla mitica Rete, la trovata è senz’altro efficace dal punto di vista della comunicazione. E serve in parte a mitigare i meccanismi anti-grillini della legge elettorale. Domani capiremo quanto l’operazione sia riuscita.
Buon voto,

E, ripetiamo, questo è.

Sient’a me: nun ce sta nient’a fa’ cantava Carosone, e così è.

Delle due una:

  1. o le italiche leggi e regole vengono partorite già con apposito tarlo ad uso e consumo di chi di esso viene poi debitamente informato (o con esso concordato, “il chè è meglio”)
  2. o che noi italiani siamo sì:
    Santi (questo però sempre meno, comunque poco e ciascuno, come Cicero, pro-domo sua),
    Poeti. E sì, quanta poesia mettono nelle parole ancora oggi. Ma solo per colpire il nostro cuore in una “captatio benevolentiae” spesso spudorata
    Navigatori: ecco. Questo sì, ancora. In quanto a navigare, viaggiare, viaggiano spesso e volentieri in Italia e nel mondo (sempre a nostre spese, è ovvio).
    Ancor più e meglio viaggiano tra le pieghe di qualsiasi legge passata, presente e futura con o senza mappa di riferimento fornita ad hoc confermando, in questo, di essere grandi navigatori

Comunque sia, noi, il cittadino comune – quello italiota o tale ritenuto – ne esce sempre e comunque “cornuto e mazziato” dopo aver fatto la solita figura del “Pantalone

E questo è veramente tutto per cui, a tutti Buon voto perché, comunque e a prescindere, votare è un nostro Diritto-Dovere. Se non altro per avere poi il Diritto di lamentarci. No?

Quindi ancora: Buon voto a tutti e, uscendo di casa, accertatevi di aver messo in moto il cervello.

Per quello che ci compete, proviamo a darvi una mano richiamando, alla vostra memoria, – con il video che segue -, le “nuove regole” che governano questa tornata di votazioni.

Buona visione:

vivicentro.it/EDITORIALI

Stanislao Barretta / Elezioni con Rosatellum. Annotazioni e riflessioni su italiche abitudini

Elezioni con Rosatellum – Elezioni con Rosatellum – Elezioni con Rosatellum – Elezioni con Rosatellum

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