Editoriale: Il Napoli batte per una rete a zero la Fiorentina nella trentaquattresima giornata di serie A e lo fa davanti ad uno stadio Maradona da far accapponar la pelle.
Gli spalti dell’ex San Paolo sono gremitissimi da infinite fiumane di tifosi azzurri, festanti e caldissimi per la prima domenica da campione d’Italia della propria squadra del cuore. A Fuorigrotta si registra il sold-out assoluto: tutto esaurito, neanche uno spicchio libero ( ad eccezione del settore ospiti, vista l’assenza dei supporters viola) e atmosfera da sogno con tantissime sciarpe e bandiere a colorare di tinta azzurra un’arena bollente. A rendere tutto ancor più allettante è uno splendido sole di primavera inoltrata che si poggia sulla città di Napoli sin dalle prime ore del mattino ed irradia l’ingresso in campo delle due formazioni al fischio d’inizio.
Mister Luciano Spalletti, il condottiero del terzo scudetto, opera un turnover piuttosto ampio: Gollini parte titolare al posto di Meret, Ostigard affianca Kim in luogo di Rrahmani, Demme è inizialmente preferito a Lobotka, Raspadori fa sedere Zielinski e Lozano, invece, Kvaratskhelia.
Ad eccezione di un tentativo di Elmas al settimo, che calcia dal limite non centrando lo specchio della porta, la partenza è vistosamente di marca viola.
Tra il 15esimo e il 18esimo, infatti, ci vuole un doppio super Gollini per evitare il vantaggio ospite, con due salvataggi su altrettanti tentativi di Jovic. In una prima circostanza, Pierluigi è bravissimo nel deviare a lato un colpo di testa del centravanti serbo da dentro l’area di rigore, ben servito da un cross di Terzic; una seconda volta, l’ex estremo difensore atalantino, salva in uscita – coprendo bene lo specchio della porta – su scippo palla in area azzurra sempre dello stesso Jovic ai danni di Ostigard.
Non si registreranno, nella prima frazione, altre palle goal per la Viola, che comunque si fa preferire ad un Napoli che fa fatica a far circolare la sfera velocemente e a trovare trame ispirate.
Gli uomini di Vincenzo Italiano, dal canto loro, gestiscono piuttosto fluidamente il possesso del pallone, spesso portando i centrali di difesa a costruire sin quasi sulla linea di centrocampo.
I padroni di casa escono alla distanza sul finire dei primi 45 minuti: più di una situazione potenzialmente pericolosa creata ( spesso con protagonista Victor Osihmen) ma mai una chance concreta per andare a bersaglio, o per imprecisione nell’ultimo passaggio o per buona risposta della retroguardia ospite.
E’ invece costretto ad uscire anzitempo, per un infortunio che pare piuttosto significativo, el Chucky Lozano, al minuto 43: Spalletti è costretto ad operare la prima sostituzione e manda in campo Kvara.
Dopo un minuto di recupero, termina sullo 0-0 un primo tempo alquanto soporifero.
Dal primo minuto della ripresa, Spalletti manda subito in campo Lobotka e Zielinski al posto di Demme e Raspadori.
Proprio il metronomo slovacco, appena 2 minuti dopo il suo ingresso, è subito decisivo: pressa alto il possesso basso della Fiorentina, mangia Amrabat sottraendogli palla e costringe il centrocampista marocchino a ricorrere alla spintonata in area che vale un rigore ineccepibile.
Del penalty si incarica Victor Osihmen, che calcia alla sinistra di Terracciano senza troppo angolare: il portiere respinge, anche sulla conclusione dell’accorrente Di Lorenzo.
Nulla di fatto, si resta a reti inviolate. Segue una fase interlocutoria e piuttosto priva di sussulti, fino al minuto 63, quando Osihmen vince il corpo a corpo con Milenkovic e manda sulla traversa uno splendido pallonetto a scavalcare Terracciano: l’arbitro Marchetti però ravvisa un fallo e fischia punizione per la Viola.
Mischia le carte pure Vincenzo Italiano al minuto 67: Castrovilli e Mandragora vanno dentro per Bonaventura e Duncun.
Tuttavia, la svolta della partita, avviene 5 minuti più tardi ed è tutta a favore dei padroni di casa.
Kvara manda letteralmente al manicomio il malcapitato Nico Gonzalez con una serie di finte e sterzate da MVP consumato, il numero 22 viola cade nella trappola e piazza lo sgambetto decisivo che vale, al Napoli, il secondo rigore a favore di giornata.
E’ ancora Victor Osihmen ad assumersi la responsabilità della battuta, ma stavolta l’esito è diametralmente opposto rispetto al primo tentativo: Terracciano è spiazzato, la palla è nella rete e il Napoli è in vantaggio per 1-0.
E Osihmen, soprattutto, è sempre più capocannoniere del campionato con 23 goal in 28 presenze. Caratura notevolissima.
Girandola di sostituzioni tra il 76esimo e il 77esimo: Kouamè e Saponara entrano per Amrabat e Sottil – agli ordini di mister Italiano – mentre Simeone va dentro per Osihmen tra le fila di mister Spalletti.
Due grosse chances per la Viola nei minuti finali. Una prima, giunge al minuto 81, quando Nico Gonzalez, da appena dentro l’area piccola, sparacchia con un mancino impreciso un bell’invito di Venuti. Una seconda, arriva all’87esimo: stavolta è Kouamè, ben imbeccato a tu per tu con Gollini, a tentare uno scavetto che finisce nettamente alto sopra la traversa.
Nel mezzo, l’ingresso di Zerbin per Elmas al minuto 84.
Marchetti concede 3 minuti di recupero, sul tramonto dei quali si segnala un tentativo audace di Anguissa: la conclusione sorvola la traversa.
Finisce qui: il Napoli, neo-campione d’Italia, batte la Fiorentina di misura al “Maradona”.
Plausi alla società viola per il pasillo de honor riconosciuto agli azzurri al loro ingresso in campo.
Finita la partita, via ai festeggiamenti.
Si esibiscono, in serie, Emiliana Cantone, Valerio Jovine, Clementino, Geolier, Edoardo Bennato e, dulcis infundo, Liberato.
Sul palchetto d’onore anche il regista Paolo Sorrentino, fianco a fianco col patron Aurelio De Laurentiis, a sua volta coadiuvato dal figlio Edoardo, l’amministratore Andrea Chiavelli e Cristiano Giuntoli ( forse in odore d’addio).
Presentati e celebrati tutti i componenti della rosa, ormai freschi di vittoria del Titolo.
Con loro staff medico, magazzinieri e staff tecnico.
Ovazioni per Osihmen, Kvara e Spalletti su tutti.
Ma lo spettacolo più bello, di pari passo con questo Napoli da 83 punti in 34 partite, era il suo calorosissimo pubblico.
Ruggente, appassionato e vivacissimo.
Dal 4 Maggio scorso, pure Campione d’Italia.