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Festa della Donna – Donna, Grazie! Grazie di esserci e Grazie di esistere

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Festa della Donna, una ricorrenza che bisognerebbe ricordare ogni giorno con una carezza, un bacio, un segno di riconoscenza per essere madre, moglie, sorella, amica, amante e non commettere contro di lei atti di prepotenza e di viltà.

Per la festa della donna dell’otto marzo 2016, Luciano Somma, nei suoi auguri per l’evento, scriveva:

Festa della Donna #8Marzo. I cittadini italiani ne sono convinti:

più donne alla guida del Paese significano maggiore spazio per i giovani e le politiche di conciliazione.

Più impegno contro la povertà e le discriminazioni.

E’ un’opinione da condividere e che che condividiamo perché i diritti delle donne appartengono a tutti.

Più vengono rispettati più la società in cui viviamo diventa un posto migliore.

Oggi, soprattutto nella situazione nella quale ci ritroviamo, quanto scrisse Luciano è, purtroppo, ancora più che valido.

Pertanto, a prescindere dalla loro funzione e posizione sociale, alle stesse va rivolto un univoco pensiero che non può essere altro che un grande:

GRAZIE! Grazie di esserci e Grazie di esistere.

Pensiero e ringraziamento non certo nuovo ne originale, ma non per questo da omettere o dimenticare.

Del resto, 27 anni fa, questo pensiero, e gli stessi ringraziamenti, furono espressi da Papa Wojtyla.

Allora, Papa Wojtyla, ebbe a scrivere una lettera dedicata a tutte le donne del mondo (sia pur non per l’8 marzo), e lo fece per esaltarne ruolo, capacità e:

condannando quanti le sfruttano, le violentano, abusano del loro corpo e umiliano la loro intelligenza.

Sono trascorsi 27 anni, ma sembra scritta oggi. Speriamo non ancora domani.

Di quella lettera ne riportiamo parte, che rendiamo anche nostro, come dovuto ringraziamento alle donne di tutti i tempi e di ogni luogo, nel mondo.

Nelle pagine iniziali, Wojtyla ringrazia tutte le donne per quello che fanno e per quello che sono, madri, spose, figlie, sorelle, lavoratrici, religiose e dice:

Donna, grazie perché sei donna

CITTA’ DEL VATICANO – “Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna .

Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani”.

LE SCUSE.

“Ma il grazie non basta, lo so.

Enormi condizionamenti hanno reso difficile il cammino della donna, misconosciuta nella sua dignità, travisata nelle sue prerogative, emarginata e persino ridotta in servitù…

non sono mancate, specie in determinati contesti storici, responsabilità oggettive anche in non pochi figli della Chiesa, me ne dispiaccio sinceramente.

Tale rammarico si traduca in un rinnovato impegno per la liberazione delle donne da ogni forma di sopruso e di dominio”.

IL GENIO FEMMINILE.

Le donne, come gli uomini, “ma in condizioni ben più disagiate”, hanno sempre contribuito alla crescita della società, impegnandosi nella cultura, nell’ arte, nell’ insegnamento, della ricerca.

“Quante donne sono state e sono tuttora valutate più per l’ aspetto fisico che per la competenza, la professionalità, l’ intelligenza”.

GLI OSTACOLI.

“E che dire – si chiede Wojtyla – degli ostacoli che ancora impediscono alle donne il pieno inserimento nella vita sociale, politica ed economica?

Basti pensare a come viene spesso penalizzato il dono della maternità…

molto ancora resta da fare perché l’ essere donna e madre non comporti una discriminazione.

E’ urgente ottenere dappertutto l’ effettiva uguaglianza dei diritti della persona”.

VIOLENZA SESSUALE.

“Come non ricordare la lunga e umiliante storia di soprusi perpetrati contro le donne nel campo della sessualità?

E’ ora di condannare con vigore, dando vita ad appropriati strumenti legislativi di difesa, le violenze sessuali” e quanti inducano le donne “a prestarsi alla mercificazione del loro corpo”.

Così Papa Wojtyla.

Ma ora, tornando “sulla terra” di noi comuni mortali, alle parole ed al grande pensiero di Papa Wojtyla,

aggiungiamo una canzone scritta, a suo tempo, da Luciano Somma e musicata da Enzo Valese, titolata:

UNA DONNA DA SALVARE

Canzone già inserita in due film contro la violenza alle donne e che qui vi ripropongo unitamente ad un’altra mia canzone sempre dedicata

ed una poesia inviata dalla nostra amica Barbara Lo Fermo:

Donna

Come una farfalla,
voli felice
tra nudi arcobaleni
giocando a nascondino
tra quelle nuvole
che da qualche istante
hanno smesso
di lacrimare ansie,
ora carezzate da raggi solari
Ma ecco, all’improvviso
Giungono i corvi che puntano a distruggerti,
attirandoti nella loro prigionia….
Fatta di soprusi e violenze.
Ma tu vorresti rompere
Le catene
Di questa schiavitù, ma la paura e tanta,
per tanto non ti rimane
che sognare
le ali della libertà.
Barbara lo  fermo

Da tutte le redazioni del Network Vivicentro, ancora GRAZIE, grazie di esistere

Stanislao Barretta

vivicentro.it/CULTURA

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