Decreto sicurezza approvato all’unanimità, ma per Di Maio alcuni punti sono fuori dal contratto
Stretta sulla concessione della protezione umanitaria. Via la cittadinanza in caso di condanna definitiva per terrorismo internazionale. Sospensione della domanda di asilo in caso di pericolosità sociale e condanna in primo grado. Sistema Sprar limitato ai beneficiari di protezione internazionale e a minori non accompagnati. Sono i punti principali del decreto immigrazione e sicurezza approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri.
Alla luce del decreto, che si compone di 42 punti, “la richiesta di asilo verrà sospesa nel caso in cui il richiedente venga preso a spacciare droga – spiega Salvini – e se ritenuto pericoloso dall’autorità giudiziaria finisce in un Cpr (Centro per il rimpatrio, ndr) per l’espulsione”. Allo stesso modo la domanda verrà sospesa al richiedente condannato in primo grado per un reato minore.
Confermato il ridimensionamento del programma Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), costituito da centri molto piccoli e posto sotto l’egida dei Comuni: se fino a oggi era destinato anche all’accoglienza dei richiedenti asilo, in base al decreto sarà limitato, ha proseguito il capo del Viminale, a chi ha già ricevuto la protezione internazionale e ai minori non accompagnati.
Il vicepremier, Luigi Di Maio, intervistato da Il Fatto Quotidiano, ha sottolineato che nello schema di legge “ci sono alcuni punti che non sono nel contratto di governo, li discuteremo in Parlamento“.
I malumori dentro i 5 stelle ci sono, tanto che il senatore M5s Gregorio De Falco, in un’intervista al Corriere della Sera, si è dichiarato “molto perplesso riguardo alla protezione umanitaria. Si tratta di un diritto universale“.
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