Presente al Festival del Calcio di Firenze Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni Sky Sport:
“Quale storia del calcio vorrei scrivere a breve? Quella dello scudetto e anche quella che riguarda la Champions non ci dispiacerebbe. Il problema è che ci sono ancora molte partite e succede che quando si gioca contro una formazione molto competitiva ci si concentra molto ma questo non succede quando invece la formazione è meno competitiva. Questo è un periodo dove le insidie sono dietro l’angolo e anche questa sosta per le Nazionali può influire”.
Su Sarri e sullo scudetto: “Sarri il migliore che ho avuto? Ogni allenatore è il migliore nel momento storico specifico, non possiamo dire che Allegri è migliore di Conte, per esempio. Ognuno ha lavorato in un preciso momento, Sarri è un grande che viene da un campionato minore, si è affacciato alla Serie A e poi ha avuto un’ascesa incredibile. È una persona che pur essendo matura non rifiuta le innovazioni, è uno studioso ma non è un teorico del calcio, quello che studia lo mette in pratica e in questo è straordinario.
Se sia l’anno buono per lo scudetto non so, non faccio gesti scaramantici ma in ogni caso anche se dovessimo vincere non avrei intenzione di vendere la società, voglio restare ancora tanti anni alla guida del Napoli e vincere tanti scudetti perché uno solo non significa nulla. Riuscire a prendere quella strada che poi ti fa crescere e ti faccia arrivare a certi livelli è l’obiettivo”.
Su squadra, Mertens e Nazionale: “Anche con gli attori abbiamo sempre fatto dei gruppi che si sono prolungati per vari anni e questo mi piacerebbe attuarlo anche nel calcio. Anche perché negli anni il calcio cambia e oggi chi fa i paragoni con il passato sbaglia. Mertens nella lista del Pallone d’oro? Sono molto felice, ho lavorato un anno perché rinnovasse il contratto, è il suo momento ed è meritato; se lo deve godere. Per quanto riguarda la Nazionale si può dire che ogni allenatore incontra grandi difficoltà perché deve mettere insieme dei calciatori che sono abituati a giocare in squadre diverse, con altri moduli e altre espressioni di calcio; fare l’allenatore della Nazionale credo sia la cosa più difficile del mondo.
Per quanto riguarda Ventura posso dire che per quel poco che capisco di calcio è un allenatore che deve lasciare da parte il 4-2-4 che non porta da nessuna parte. Inglese in Nazionale mi ha fatto piacere, è un giocatore maturo che secondo me può fare molto bene anche in futuro”.
Sulle gare con la Roma e l’Inter: “Di Francesco ha detto che la partita contro di noi è fondamentale? Sarà dura, una gara importante; sono due squadre che hanno vinto molte partite e quello giallorosso è un allenatore approdato in un ambiente difficile riuscendo a portare le sue soluzioni pur non avendo sempre molte soluzioni; quindi lode a lui che sta facendo un ottimo lavoro. Secondo me nessuna partita è fondamentale così come lo sono tutte.
Contro la Roma dovremo stare attenti perché si ritorna da questa maledetta sosta per le nazionali con giocatori spesso poco concentrati, poco in forma e con la possibilità di trovare un alibi all’eventuale momento no. Il mese di ottobre è un bel banco di prova con partite difficilissime in Italia in Europa. L’Inter, poi, ha un allenatore che ci ha già messo molto in difficoltà e anche il City sta tornando ai livelli del calcio mondiale”.
Sul Manchester City: “Sarà una settimana impegnativa dove sarà importante lo stato fisico e mentale del gruppo. Scambio Sarri-Guardiola? Mai. Nemmeno se prendessero lo stesso stipendio oggi come oggi mi tengo il mio allenatore che è in crescita, mentre lo spagnolo dopo un po’ di smarrimento ha ritrovato una sua strada pur dovendo ancora dimostrare di poter vincere con il City. Chi è l’anti-Juve? Per il momento siamo noi credo, così come la Roma, l’Inter, il Mila. Ognuna di queste squadre può lavorare per il Napoli e aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi fermando proprio la Juve. Fino ad ora mi hanno stupito la Roma in positivo e il Benevento in negativo, mi aspettavo che investissero di più. Sono sempre dell’idea che le squadre che salgono dalla Serie B devono fare un salto di qualità anche sul piano degli investimenti”.
Sugli obiettivi di stagione: “Non firmerei per il secondo posto, non l’ho mai fatto in vita mia. Ho sempre detto che sarebbe bello arrivare sempre tra i primi tre. In ogni caso non mi accontento. Sarri ha la libertà assoluta di dire quello che pensa, è stato fondamentale trattenere in squadra tutti i giocatori che hanno fatto bene nello scorso campionato. L’allenatore è una persona estremamente seria e prima di poter affidare determinate responsabilità a un nuovo giocatore lo studia, ci parla e ci lavora per mesi. Se io avessi rivoluzionato la squadra avrei fatto più male che bene e invece l’aver confermato tutti ha dato anche allo stesso Sarri la serenità di lavorare all’interno di un ambiente che già conosceva”.
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