Scrive Antonio Corbo nel suo editoriale per l’edizione odierna de La Repubblica
I
l campionato torna al San Paolo, quasi non lo riconosce. Mai così triste lo stadio di trionfi che sembrano troppo lontani, sono passati solo quattro mesi da quella fantastica notte di primati e bugie, di deliri e inganni. Napoli- Frosinone, 14 maggio: Higuain segna il goal numero 36, abbatte il record di Nordahl, schioda dalla panchina Sarri che corre ad abbracciarlo, cantano i ragazzi della curva B e Higuain vola da loro, cantano e piangono insieme, che scena, gli ingenui ragazzi di fuorigrotta che non sapevano nulla, che non potevano leggere nella mente dell’idolo spergiuro. E lui? Higuain sapeva bene che sarebbe andato via, l’avrebbe poi detto lui, “non reggevo un minuto in più con De Laurentiis”. Da quando era così insofferente? Un addio non vale una farsa, caro Gonzalo; la recita non giustifica le lacrime. È ormai lontano, si è consegnato alla Juventus, lasciando a Napoli tifosi smarriti, con il suo strappo è cominciata l’estate più cupa, la 13° dell’era De Laurentiis. La mancanza di un piano alternativo alla pur prevedibile cessione, i conclamati ritardi operativi, quei contratti zeppi di clausole offerti e respinti: tutto ha svilito la festa del ritorno in Champions, ma non ci si può fermare, ragazzi, ricominciamo. Ci si è messo anche Sarri nell’attesa muta della sua stagione più difficile. Il silenzio ha prodotto altro caos, non si è ancora capito qual è il suo progetto di squadra, se quel 4-3-3 è scolpito nel marmo, se ammette varianti tattiche, quali i giocatori graditi e bocciati, mai svelato finora il vero traguardo suo e del Napoli dopo il secondo posto con record di vittorie e gol, con valore commerciale della squadra elevato di almeno 100 milioni. Si può sapere, caro Sarri, se crede in questo Napoli e dove può davvero portarlo? L’improvvisazione ha spinto il Napoli a comprare un altro mancino, Milik, un doppione del tutto sinistro Gabbiadini. Non solo, se il malinconico bomber stentava ad entrare negli schemi di Sarri l’anno scorso, nelle saltuarie sostituzioni di Higuain, chi ha pensato che potesse davvero subentrargli per l’intero campionato e magari la Champions? Per qualche giorno si è addirittura parlato di Zaza. Erano tutti contro per le sue origini juventine ed il goal al Napoli nello scorso marzo. Nessuno si è accorto che era un affare impossibile sul piano tecnico: Zaza sarebbe stato il terzo attaccante mancino su tre. Pochi presidenti riescono a far bene nel profilo economico come De Laurentiis, ancora meno a dissolvere i propri meriti, per innaturale tendenza alla impopolarità. Viene il dubbio che non ci sia nel cerchio magico uno solo degli assistenti, neanche l’influente Chiavelli, pronto a intervenire per fermare talvolta un uomo geniale che ama vivere purtroppo sul ciglio di un burrone. In equilibrio tra vittorie, fortuna e inimicizie. Dopo l’aumento dei prezzi per gli abbonamenti, mancavano solo le curve a 40 euro, costo eticamente impossibile per settori definiti popolari destinati soprattutto ai giovani. Non si è levata tra le più importanti di questa città una sola voce per sostenere il ripristino di tagliandi economici. Non saranno stati mica tutti i ragazzi di Napoli, quelli che vivono e sognano per il Napoli, ad attaccare gli odiosi striscioni contro il presidente? Lo stadio semivuoto dimostra gli errori di comunicazione, pur avendo il Napoli ottimi funzionari in quel settore: il disamore si sta insinuando nel pubblico, nonostante una serie positiva di costosi acquisti. Sotto i riflettori stasera c’è Maurizio Sarri. A Pescara per rimediare un modesto pareggio ha smantellato mezza squadra ritirando Insigne, Gabbiadini ed Hamsik. Giocherà contro il Milan chi è più in forma? Milik titolare certo, ma Mertens e Zielinski prevarranno sugli inamovibili? Partita complessa ma non difficile con il Milan. Callejon e Mertens possono mettere a disagio Antonelli e Abate, veloci ma non possenti nell’1- contro- 1. Il Milan come il Napoli crea gioco a sinistra, con Antonelli, Bonaventura e Niang. Al centro c’è Bacca, un attaccante di posta e non di movimento per il gioco di Sarri. Giusto non averlo acquistato. Ne ha già sofferto troppo Gabbiadini.
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