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Al Convegno sull’Etica della Felicità con la dott.ssa Regina Giudetti (VIDEO)

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La Dott.ssa Regina Giudetti al Convegno sull’Etica della Felicità. Cause e rimedi contro la sfiducia e la tristezza

Roma – Al Palazzo Della Valle, in Corso Vittorio Emanuele, in occasione della ricorrenza della Giornata Internazionale della Felicità, il 22 marzo scorso si è svolto il primo Convegno su “L’Etica della Felicità- Sviluppo del Ben-Essere Umano all’interno del Sistema Sociale”.

La promotrice dell’evento è la dottoressa Regina Giudetti, psicologa e psicoterapeuta romana nonché Presidente dell’Associazione Piccolo Principe e dell’Accademia della Formazione e della Felicità che, da qualche anno, attraverso un innovativo e premiato progetto, impartisce lezioni di felicità in alcune scuole romane.

L’avvocato Antonio Giordano, moderatore dell’evento, apre con un interessante interrogativo: sarà arrivato il momento di attribuire alla parola felicità un rilievo istituzionale, andando oltre la portata che essa ha in ogni settore della nostra vita quotidiana, culturale, etica, spirituale? Auspica quindi l’introduzione di una legge che, immessa nel mercato della nostra società, oltre ad avere una copertura di bilancio, abbia anche una copertura preventiva di sostenibilità, di benessere, vale a dire di felicità (VIDEO)

Durante il convegno, la dottoressa Giudetti, ci spiega i progetti sullo sviluppo del benessere e della felicità intesa come “autorealizzazione” ed “espressione del proprio sé e del proprio io”.

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olto spesso il concetto di felicità viene bistrattato, dimenticato, perché soprattutto i giovani, gli adolescenti, mancano di desideri e di obiettivi; la noia e la depressione prendono il posto dell’entusiasmo e della gioia per la vita. La psicoterapeuta Regina Giudetti ha analizzato questi dati in forte aumento spiegandoci le cause ma anche i possibili rimedi contro la dilagante sfiducia e le demotivazioni che si traducono in tristezza.

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La felicità riguarda l’emergere dell’individuo, della sua individualità, del suo essere e del suo talento”, spiega nel suo intervento la dottoressa Giudetti.

Nel corso di 15 anni di esperienza, ciò che ho notato a livello clinico, è che sono aumentate le problematiche presenti non solo negli adulti ma soprattutto negli adolescenti: in essi è presente un notevole livello di tristezza, di frustrazione, di sfiducia e di mancanza di entusiasmo. Questo lo associo spesso ad una mancanza di desideri e di obiettivi che le persone hanno”-  prosegue la psicoterapeuta- “La sfiducia nelle istituzioni, dalla scuola alle più alte autorità, determina negli individui la tendenza a chiudersi e quindi ad essere meno protesi verso l’esterno e dunque meno produttivi. Il tutto si riversa sulla struttura e sul benessere dell’intera società in cui viviamo”.

L’individuo si abbandona dunque alla tristezza, una sorta di depressione generale che è come il nulla che molte volte ha origine da una deprivazione affettiva. “Molte relazioni instaurate a livello familiare, sociale o lavorativo- sottolinea la dottoressa– sono relazioni poco autentiche, quindi poco gratificanti.  Ciò demotiva notevolmente le persone. La mancanza di stimoli positivi dall’esterno determina il nulla. I rappresentanti delle istituzioni, i mass media, hanno una mancanza di interessi e una sfiducia che arriva soprattutto ai giovani. Questo nulla va colmato.

Ma chi è la persona felice?

“Il termine ‘Felice’ deriva dal latino ‘felix’ che ha la stessa radice del verbo ‘allattare’, una persona che dona qualcosa di sé agli altri, che alimenta gli altri. In inglese lo stesso termine ha origini diverse e si traduce in una visione più soggettiva: succedere, il far accadere, cogliere le occasioni e le opportunità che ci vengono fornite. La felicità, da un punto di vista psicologico, può essere descritta come uno stato mentale: uno stato di equilibrio tra l’espressione della propria personalità e il mondo relazionale che ci circonda.

“Una persona felice è una persona che mette in atto una serie di meccanismi, si crea una sorta di corto circuito, un pensiero e una prospettiva positiva nei confronti della vita. Si pone determinati obiettivi e tende al loro raggiungimento e questo determina, a livello neurologico, la secrezione di una serie di sostanze (neurotrasmettitori) e di ormoni, come l’ossitocina definito ormone della felicità. Questa serie di sostanze, entrate in circolo, fanno sì che queste persone possano potenziare le proprie capacità di attenzione, di memoria, e ciò determina una maggiore prestazione negli ambiti sociali”.

Maria D’Auria

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