Per tutti era considerato il gigante buono, sempre pronto a sorridere in coppia con il suo amico-attore Terence Hill. Il grande omone barbuto degli spaghetti western anni ’70, ha conquistato milioni di generazioni di ragazzini diventando il proprio idolo. Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer, è stato protagonista di una strepitosa carriera lunga e poliedrica. Tante esperienze baciate dal successo ma non sempre apprezzate in Italia: nessun premio o riconoscimento dalla sua Patria per quei film di successo interpretati insieme al suo compagno di avventura, Terence Hill.
Anche Ischia così piange il suo gigante buono dandogli l’ultimo addio. Non a caso l’ultima fiction del 2010, “I delitti del cuoco”, è stata girata sull’Isola verde, Bud Spencer lì si era cimentato nel ruolo dello chef detective. Tante le location scelte sull’isola ischitana per girare la fiction: il Castello Aragonese, la Torre di Michelangelo, il piazzale aragonese con tanti altri piccoli posti in giro per l’isola. Lo scorso anno, a Napoli il sindaco De Magistris gli ha consegnato una medaglia e una targa per la sua lunga carriera in onore della sua città e delle sue origini napoletane. Bud Spencer, oltre ad essere stato un grande attore di fama internazionale, è stato un grande atleta: si affermò nello stile libero e nelle staffette miste, macinava campionati ed entrò nella storia come il primo italiano a infrangere la barriera del minuto netto, per l’esattezza 59”5 (nel 1950 a Salsomaggiore e poi a Vienna). In una sua ultima intervista, l’attore ha dichiarato: “Nella mia vita ho fatto di tutto, ma proprio di tutto. Solo due cose non ho potuto fare: il ballerino classico e il fantino”. E continua: “Quando il Padreterno mi chiamerà, voglio andare a vedere che cosa succede. Perché se non succede niente, m’incazzo. M’hai fatto alzare ogni mattina per ottantasette anni per non andare, alla fine, da nessuna parte? Io, di fronte a tante cose enormi che non comprendiamo, mi posso attaccare solo a Lui… e sperare che quando mi chiamerà, mi si chiarirà tutto. Perché oggi, mi dia retta, non si capisce proprio più niente!”
Una curiosità perfino eccessiva per l’uomo che, sempre, aveva professato – vantandosene – il “futteténn” come filosofia di vita, forse per le sue origini napoletane che ha sempre portato nel suo cuore per tutti questi anni. Il nostro chef detective, il gigante buono del cinema ci ha lasciato all’età di 86 anni ma noi continueremo a ricordarlo così, saggio, altruista, divertente, simpatico… Grazie Bud per averci accompagnato durante la nostra infanzia con i tuoi film pronto a dare sempre sganassoni.
Simone Vicidomini
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