Castellammare, Di Martino: “Business milionario del clan D’Alessandro, la Camorra è piombo nelle ali di questa città”; Scala: “La politica faccia la sua parte”
Castellammare di Stabia – “500.000 euro di tangente sull’acquisto di un albergo. Più una somma non ben definita sui lavori di ristrutturazione. 200.000 euro l’anno di tangenti a rate da 25.000 euro al mese sul fatturato del più centrale degli Hotel cittadini. 60.000 euro di pizzo sulle attività di un albergo panoramico della città più altri 60.000 euro di cresta sui lavori di ristrutturazione. 30.000 euro di racket sui lavori di una grossa struttura turistica in periferia. Il tutto per un giro totale di quasi 1.000.000 di euro. E questo è solo una parte di ciò che avviene, è quanto emerso dalle indagini. Questa è la mano nera del solo Clan D’Alessandro sulla economia turistica cittadina.” Così il consigliere comunale Andrea Di Martino, commentando gli esiti delle indagini condotte sugli introiti dei clan locali.
“Una sorta di socio occulto, più aggressivo ed incidente dello stesso fisco. Solo che qui si paga e non ci si lamenta. Poi tutti noi ci chiediamo perché Castellammare turistica non decolla, il piombo nelle ali di questa città è un parassita ignorante e violento che campa sul sangue di chi ci prova quotidianamente con rischio, sudore e lavoro. La Camorra è il vero ostacolo allo sviluppo e con essa la politica che si inchina a questo potere delinquenziale. Fin quando non diremo tutti un grosso NO alle Mafie questa terra non ha speranza.”
A fargli eco è il consigliere Tonino Scala: “10 milioni l’anno, è questo ciò che incassa uno dei clan della mia città. Soldi che provengono non solo dallo spaccio, ma anche da tangenti, da compravendita di alberghi, da ambulanze. Questo dice un pentito. Questo si legge nelle inchieste della DDA. Una camorra che da anni, troppi anni, ha fatto il cosiddetto salto di specie diventando una vera e propria holding governando il territorio, la sua economia e controllando i flussi di spesa pubblica e privata. Hanno di fatto realizzato quella che si potrebbe definire una signoria politica sulla comunità. I criminali però, non intrattengono solo rapporti con altri criminali nell’accezione classica, ed è qui che bisogna intervenire. La politica faccia la sua parte, i comuni cittadini? Pure. Serve un concerto vero e proprio di azioni dove tutti suonano la stessa musica. Gli strumenti, tutti, devono andare nella stessa direzione.”