Le sue parole
Marcello Carli, direttore sportivo dell’Empoli, ha parlato alla Gazzetta dello Sport: “Scelsi Sarri perché mi ricordavo di un pazzo furioso sulla panchina della Sangiovannese e del Sansovino. Un pazzo che mi aveva trasmesso emozioni. E pazienza se veniva da una serie di esoneri. E’ un fuoriclasse, un amico vero ma almeno 3-4 volte abbiamo rischiato di fare a cazzotti. Parlo di pugni veri. Lui è un testone intelligente”.
L’Empoli è stato il suo trampolino di lancio.
“Maurizio aveva bisogno di avere accanto persone serie. Lui si è fidato. Ha capito che non lo avremmo mai tradito. Lo abbiamo difeso a spada tratta nonostante avesse messo insieme appena tre punti nelle prime nove partite. E in Serie A gli allungammo di due anni il contratto dopo cinque k.o. di fila. Maurizio ha capito a Empoli che il calcio non è solo schemi o fare la guerra. E’ condivisione. C’è talmente tanta stima tra di noi che a volte mi sono permesso di dire a Sarri cose che a un altro tecnico non avrei mai detto”.
Maurizio è meticoloso.
“Meticoloso? Quasi ossessivo. Se non riusciva a preparare gli schemi su punizione, magari a causa del vento, se ne andava imbufalito convinto che la domenica avremmo preso gol su calcio piazzato. Io mi divertivo a entrare nella sua stanza e a spostargli un foglio o il pacchetto di sigarette. Che lui rimetteva a posto. Mi ha detto che ha imparato in banca a essere organizzato”.
Cosa l’ha colpito del Sarri di Napoli?
“Maurizio era preoccupato del rapporto con i campioni. Invece dopo un mese Hamsik e Higuain lo adoravano. Il campione ama chi ti fa giocare bene e vincere”.
Sarri resterà al Napoli?
“Lui non deve mai dimenticarsi che De Laurentiis ha avuto il coraggio di consegnargli una panchina prestigiosa. Coraggio che altri presidenti non hanno avuto. In più ricordo a Maurizio che lui ha bisogno dell’habitat giusto per rendere al meglio. Napoli è un mondo perfetto per lui”.
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