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l caldo tocca i suoi massimi estivi e le persone in città boccheggiano. Il record della temperatura percepita spetta alla Campania dove sono state raggiunte punte di 54° C. Al Nord è allarme per i livelli di ozono. E non solo.
Il giorno del caldo record. Al Nord è allarme ozono
Picco annuale delle temperature, percepiti 54 gradi in Campania. Si soffre anche in montagna. Aumentano i consumi elettrici
Secondo Luca Lombroso dell’Osservatorio geofisico nella Facoltà di Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia, «a memoria di annali dell’Osservatorio, che partono dal 1830, abbiamo tre soli eventi storici di tale insistenza e risalgono all’estate 2003, a quello breve ma col primato assoluto di fine luglio 2013, e a quella di fine luglio 1983». Per Lombroso sarà oggi la giornata in assoluto più calda: «Siamo di fronte a una situazione nuova – spiega – sia per i modelli meteo sia per noi previsori».
Al di là della statistica, però, vale poco stabilire il primato della città più calda perché, appunto, nessuna zona del Paese è in queste ore risparmiata: c’è caldo, assai. Un meteorologo del Centro Meteo Epson, Daniele Izzo, dice che «escludendo i Paesi del deserto del Sahara e di quello Arabico, Pakistan e Iran, in questi giorni l’Italia è il Paese più caldo al mondo assieme alla West Coast statunitense». Bella consolazione il primato. Ma vallo a spiegare agli abitanti di Grazzanise, nel Casertano, che ieri hanno «percepito» 54 gradi a quelli di Ferrara che ne hanno sudati 50 (40 quelli reali); dati dell’Aeronautica militare. In confronto, gli appassionati di Giulietta che ieri a Verona se la sono cavata con 45 gradi, o gli abitanti della pugliese Cerignola con 43, si possono considerare fortunati. La colpa è del forte tasso di umidità che aumenta anche di dieci gradi la temperatura reale. Sempre secondo gli studiosi del meteo, in questi giorni ci sono città come Bologna (45 percepiti), Firenze (41), Roma (42), Napoli (43), Milano e Torino (40) che sono più calde di Miami, l’Avana, Calcutta e Il Cairo. La ragione è in un ostinato anticiclone Nord-africano che si estende fino alla Russia meridionale e che mette al centro l’Italia. Città «alte», come Potenza e Campobasso, hanno registrato 37 gradi, un record. Non serve insomma nemmeno salire in montagna, se è vero che a mille metri ci sono ancora 30 gradi, 35 sull’Appennino.
I condizionatori accesi hanno spinto i consumi elettrici a 55 mila megawatt/ora. In Lombardia, dove sono a rischio gli alveari perché ci sono troppi fiori secchi e la produzione del miele calerà del 30 per cento, è salito alla soglia di allerta anche il livello dell’ozono in molte province. Molti sforamenti anche in Piemonte, Toscana, Alto Adige e Marche. Fa un certo effetto il provvedimento del governatore dell’Alto Adige Kompatscher con cui limita l’uso delle risorse idriche del bacino dell’Adige. E dunque pazienza. Ancora per qualche giorno sarà inutile agitarsi. Anche perché poi si suda di più.
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