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Avvocati indaffarati (pochi) e Medici processati per Coronavirus

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Avvocati indaffarati (pochi) e Medici processati per malasanità da Coronavirus

Ad oggi sono 80 i medici morti per coronavirus contratto sul lavoro. 25 gli infermieri morti (a Monza, per lo sconforto, una addirittura si suicida all’età di 34 anni).  Più di 11.000 i contagiati tra medici,  Infermieri, e personale parasanitario (autisti di ambulanze, addetti alle pulizie, manutentori, ecc.). Persone che per troppo tempo sono state considerate ultime, poco pagate e poco considerate.  Invece, ci stiamo rendendo conto quanto sono preziose per la salute di tutti.

U

na situazione di consapevole trincea. «Siamo qui per lavorare e combattere», ha detto un Collega morto. Ma ci tengono a far sapere che hanno anch’essi hanno paura.  Di morire, di contagiare se stessi ed i propri famigliari. Insomma sono esseri umani come noi, non certo dei kamikaze esaltati.

Medici che vivono più volte al giorno la tragedia della morte di persone tragicamente sole. Medici costretti a comunicare ai famigliari la morte dei loro cari. Riuscire ad ammortizzare stanchezza, emozioni, tensione lavorativa da stress professionale, non deve essere facile. Per questo tutti li chiamiamo e li consideriamo eroi del dovere. Etico, professionale e civico.

Ma chi perde un affetto famigliare resta col suo dolore straziante, che oggi non riesce a lenire neanche con la pietas consolante di un funerale. Balena la tentazione  di trovare  un qualsiasi capro espiatorio colpevole della morte del proprio caro. È umano e comprensibile. I medici sono per tradizione i parafulmini del dolore di tante morti inevitabili. Certo,  se il medico avesse capito prima… Se il medico avesse fatto… Questo pensiero serpeggia nella mente di chi non riesce a trovare rassegnazione.

Su questa umana debolezza molti studi legali hanno tentato e stanno tentando di far leva. Allo scopo di ottenere risarcimenti per i pazienti deceduti. Il tutto, ovviamente, mascherato dalla “questione di principio”:  affinché giustizia sia fatta. Fuor di dubbio.

Da più parti si è sentito parlare di “sciacallaggio” nella pubblica opinione, che per il momento ha eletto Medici ed Infermieri come loro eroi. Guai a chi ne parla male oggigiorno. Ed anche la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici ha fatto sentire la sua vibrata protesta a difesa dei propri iscritti che stanno coniugando umanità e dovere in modo esemplare. E per condannare l’operato di  quegli avvocati (pochi) che intendono, speculare sul dolore e le difficoltà  delle persone, in questo difficile momento che vive il nostro Paese.

Il Consiglio Nnazionale Forense – colto al volo lo scivolone – esprime forte condanna verso questi avvocati “disinvolti” che violano principi etici dell’avvocatura.  Ed assicura forte ed incondizionata gratitudine a tutti i medici, agli infermieri ed ai tanti volontari impegnati nella cura e nell’assistenza dei malati in questa epidemia.

A calmare le acque ci prova il Governo che interviene ope legis. Infatti, alla legge di conversione del D. L. 17 marzo 2020 n. 18 ha aggiunto l’art. 13-bis. La norma prevede che durante il periodo di emergenza da Covid -19 (quindi sino al 31 luglio 2020, fatte salve proroghe) la responsabilità civile, penale ed amministrativo – erariale delle strutture e degli operatori sanitari del Paese è limitata alle sole ipotesi di condotte dolose. Al momento sembra la soluzione più  giusta per assicurare a Medici ed Infermieri la giusta serenità per affrontare la presente emergenza.  Senza dover temere anche di essere chiamati a giustificarsi davanti ad un giudice.

Quando il flagello si sarà fermato, anche da questo episodio dovremmo imparare qualcosa. In Italia ci sono 250 mila avvocati. In Francia ce ne sono 60 mila ed in Germania 170 mila. Quindi da noi ci sono  più di 4 avvocati ogni mille abitanti,  che devono sbarcare il lunario, in qualche modo. Anche corazzandosi di pelo sullo stomaco,  come in questa tremenda vicenda.

La facoltà di Medicina a suo tempo fu falcidiata, istituendo il numero chiuso, per l’accesso e per le specialità. E adesso abbiamo visto di quale drammatica carenza di Medici l’Italia sta soffrendo. Mentre abbiamo una pletora di avvocati, che per vivere sono costretti ad alimentare litigiosità ed a speculare anche sulla tragedia di una intera comunità nazionale.

Non sarebbe il caso di rivedere tutto il nostro ordinamento universitario? Per il futuro, formiamo più medici e rallentiamo di sfornare avvocati a gogò.

Carmelo TOSCANO

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