span style="font-size: 36px">L’Autobianchi, nota a tutti come gloriosa vecchia casa automobilistica italiana, avrebbe compiuto oggi 63 anni.
L’Autobianchi nacque ufficialmente l’11 gennaio 1955 dallo scorporo della divisione auto della Bianchi, poi ceduta in principio a Pirelli e Fiat mentre, nel 1968, divenne di esclusiva proprietà del Casa automobilistica torinese in cui fu completamente inglobata per poi scomparire definitivamente nel 1995.
L’ingegnere Ferruccio Quintavalle, direttore generale della Bianchi, nel tentativo di risollevare dalle difficoltà del dopoguerra la Fabbrica Automobili e biciclette Edoardo Bianchi, si rivolse a Fiat e Pirelli per realizzare un progetto ambizioso. Un accordo che avrebbe permesso a Pirelli di accrescere la propria quota di mercato per la fornitura di pneumatici per nuovi modelli, a Fiat di allargare il proprio bacino di utenza con auto dal sapore, estetico e tecnologico, un po’ diversi e alla Bianchi di poter costruire a costi molto ridotti.
Nacque così, l’11 gennaio 1955, la Autobianchi con un capitale azionario di tre milioni di lire alla presenza del notaio Guasti. La sede scelta per l’operatività fu la fabbrica già in essere della Bianchi a Desio, che venne un po’ alla volta ampliata e resa sempre più moderna.
A partire dal 1957, con la nascita della Bianchina, la produzione si affiancò a quella degli autocarri che portavano già il marchio Autobianchi. La Bianchina nacque come il tentativo da parte di Fiat di poter offrire una vettura nuova, originale, e dalle linee moderne che potessero in qualche modo richiamare le grandi berline americane. In quest’ottica la Autobianchi si è posizionata come una laboratorio di progettazione per la clientela più esigente e raffinata. Fu un enorme successo di vendite, al punto di essere declinata negli anni successivi in diverse varianti: Trasformabile, Berlina 4 posti, Cabriolet, Furgoncino e Panoramica.
La Bianchi, nell’anno successivo alla messa in produzione della Bianchina, cedette interamente le proprie quote a Pirelli e Fiat che, dopo cospicui investimenti in macchinari all’avanguardia per la produzione e la verniciatura, riuscivano a produrre oltre 200 vetture al giorno, sempre affiancate, fino al 1968, alla produzione di autocarri.
Dal 1960, la sede degli uffici venne trasferita nel Pirellone, appena inaugurato, e visto l’enorme successo della Bianchina, nel 1963 venne lanciata la Stellina, prima auto italiana con carrozzeria in vetroresina.
Nel 1964 fu la volta della Primula, in cui la fiat introdusse il concetto di trazione anteriore adottato su modelli di serie. La Primula, per accontentare tutta i tipi di clienti, fu prodotta a 3, a 5 porte e anche Coupé.
Nel 1968 l’Autobianchi lanciò la nuova berlina 3 volumi “A 111”. Contestualmente la casa Lombarda venne assorbita completamente da FIAT che intanto stava producendo nello stabilimento di Desio la Fiat 500 Giardiniera. Proprio dallo stesso anno venne venduta con la denominazione di Autobianchi Giardiniera.
E in questo contesto fu lanciata la “A 112”, erede della Bianchina, dalle soluzioni meccaniche avanzate e con una linea moderna e filante. Fu studiata per affascinare i giovani degli anni 70 e per intercettare quei clienti che stavano decretando il grandissimo successo della Mini.
Ma con l’acquisizione del marchio Lancia, assai più noto e ricco di storia, la Fiat finì per utilizzare l’Autobianchi solo per la produzione di utilitarie innovative e di lusso rispetto alle utilitarie a marchio Fiat. Con la cessazione della produzione della “A111”, l’impianto di Desio venne utilizzato per la produzione della “A 112”, fino al 1985, affiancata dai modelli Fiat 126 poi Fiat Panda.
Il 1985 vide la nascita dell’ultimo rivoluzionario modello a marchio Autobianchi: la Y10. Un’auto completamente nuova, dalla linea originale e futurista per l’epoca, con finiture e dotazioni molto simili alle grandi ammiraglie, che, per il prestigio che dimostrava, fu venduta all’estero esclusivamente con il marchio Lancia.
Nel 1992 la fabbrica di Desio venne definitivamente chiusa e la produzione della Y10 venne spostata nello stabilimento Alfa Romeo di Arese, dove continuò fino al 1995. Con l’uscita della eccezionale Autobianchi Y10, apprezzatissima soprattutto dalle donne e dai più giovani, scomparve dai listini il marchio Autobianchi per lasciare il passo alla fortunatissima Generazione Ypsilon di Lancia.
Dopo circa 15 anni di completo abbandono, il 2002 fu l’anno che vide il totale smantellamento dello stabilimento Autobianchi di Desio. A luglio del 2003 ci fu l’abbattimento della torre piezometrica, ultimo simbolo dell’ex-capitale lombarda dell’auto. Ora l’area ospita un nuovo polo tecnologico per la Brianza.
Oggi il marchio Autobianchi è detenuto al 100% dal Gruppo FCA. Ogni tanto si sente parlare dell’ipotesi di un ritorno del marchio (come anche per il marchio Innocenti). Sfortunatamente sembrano più voci che nascono dalla folta schiera di appassionati che, ancora oggi, popola i numerosi raduni di vetture del marchio Autobianchi.
La Bianchina, la A112 e la Y10 in particolare, sono state vetture che hanno segnato delle ere, accompagnando il percorso di crescita e di prestigio del nostro Paese.
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