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n seguito a mesi di appostamenti e ad un’ampia attività d’indagini i Carabinieri di Caprino Veronese hanno arrestato due pregiudicati per aver scassinato dei dispositivi Bancomat. Non avevano esitato a sfondare le vetrate della filiale della Banca Popolare di Verona a San Pietro in Cariano utilizzando un escavatore rubato poco prima, con il quale per portare via il bancomat avevano danneggiato un palo dell’illuminazione pubblica e le tre auto parcheggiate davanti all’istituto di credito la notte del 6 agosto del 2022.
Stesso modus operandi il 13 novembre successivo, avevano asportato, a Sant’Ambrogio di Valpolicella , in piena notte, con una ruspa sottratta a Dolcè, il bancomat della BPM di Domegliara, poi ritrovato a Gavardo (BS) due giorni dopo.
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I due malviventi, un quarantaseienne ed un quarantanovenne della provincia di Brescia, pluripregiudicati, sono stati tratti in arresto la mattina del 18 maggio c.a. dai Carabinieri della Compagnia di Caprino Veronese, al termine di complesse indagini iniziate subito dopo il primo episodio in agosto del 2022.
Le indagini dei carabinieri sugli scassinatori dei Bancomat nell’area veronese
Gli investigatori del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno infatti ricostruito che i due pregiudicati, approfittando della attività lecita che svolgevano alle dipendenze di una azienda del settore terziario della sponda bresciana del lago di Garda, per la quale dovevano spostarsi nelle province di Verona, Trento e Mantova, avevano la possibilità di eseguire meticolosi sopralluoghi e scegliere con cura gli obiettivi, dopo aver pianificato le vie di fuga.
Per questo motivo, hanno accertato i militari, i due furgoni cassonati muniti di braccio meccanico usati per portare via gli apparati bancomat, entrambi rinvenuti dai Carabinieri di Gavardo, sono stati rubati in Provincia di Trento qualche giorno prima dei due colpi e poi nascosti in prossimità degli istituti bancari, mentre le due ruspe servite per sfondare le vetrate e sradicare le casse automatiche dai muri sono state sottratte solo pochi minuti prima di entrare in azione da altrettanti cantieri di Volargne di Dolcè (VR), zona vicina ai due obiettivi prescelti, limitando così il rischio di dover percorrere troppa strada col mezzo rubato.
All’identificazione dei due, i Carabinieri sono giunti analizzando ore e ore di riprese dei sistemi di videosorveglianza dei comuni della Valpolicella, individuando la vettura “pulita” che accompagnava i mezzi rubati quando venivano posizionati prima delle azioni. I successivi servizi di osservazione e pedinamento e la conseguente analisi dei tabulati telefonici delle utenze in uso ai sospettati consentiva di raccogliere elementi incontrovertibili della loro presenza sui luoghi del delitto. Infine, le sembianze fisiche dei due indagati corrispondevano a quelle degli autori del reato, benchè travisati, ritratti nelle immagini dei sistemi di sicurezza degli istituti di credito colpiti.
L’esito dell’attività investigativa
Gli esiti dell’attività investigativa dei Carabinieri di Caprino Veronese sono quindi stati riferiti al Sostituto Procuratore della Repubblica di Verona, Dott.ssa Maria Diletta Schiaffino, che aveva diretto le indagini, la quale concordando sull’impianto accusatorio degli operanti e ravvedendo gravi esigenze cautelari, soprattutto per il pericolo di reiterazione del reato che avrebbe potuto mettere nuovamente a rischio l’incolumità di inermi cittadini, ha inoltrato al Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Verona la richiesta di emissione di misura cautelare.
La sentenza
Il G.I.P., Dott.ssa Carola Musio, riconoscendo gravi indizia di colpevolezza a carico degli indagati e ritenendo sussistenti le esigenze cautelari, ha emanato ordinanza di custodia cautelare in carcere, unica misura ritenuta in grado di contenere la pericolosità dei due pregiudicati, macchiatisi in passato di gravi reati.
L’arresto degli scassinatori dei Bancomat del territorio veronese
I Carabinieri di Caprino Veronese hanno dato esecuzione alla misura ieri la mattina del 18 maggio 2023, rintracciando i due all’uscita della s.r. 450 ad Affi mentre, a bordo del mezzo “pulito”, stavano compiendo una delle loro escursioni sulla sponda orientale del Garda.
Si rappresenta che la misura è adottata di iniziativa da parte del Comando procedente e che per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda in questione sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna o forme analoghe.