Ametrano, le sue dichiarazioni nel corso della trasmissione “Il Pungiglione Stabiese”.
Raffaele Ametrano, ex difensore della Juve Stabia, è intervenuto nel corso della trasmissione “Il Pungiglione Stabiese” per parlarci del momento della Juve Stabia.
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Le dichiarazioni di Ametrano sono state raccolte e sintetizzate dalla redazione di ViViCentro.it.
“Il mio primo anno con la Juve Stabia è stato difficilissimo. Eravamo partiti per essere protagonisti per quel campionato ma poi non è detto che prendendo calciatori importanti vinci i campionati. La società quell’anno è rimasta un po’ distante dalla squadra ed è andata malissimo. Nell’anno successivo 2009-2010 è andata meglio e abbiamo vinto il campionato. Molti di noi erano rimasti solo per rifarsi della retrocessione dell’anno precedente.
A Castellammare hanno ricreato entusiasmo, sono partiti a fari spenti e senza i pronostici a favore. La spinta del pubblico di Castellammare sarà sempre più importante. La spinta la darà come al solito il Romeo Menti a questa squadra che quando vuole riesce ad essere il dodicesimo uomo in campo. Mi auguro che si ottengano i risultati che tutti si augurano perché la squadra è forte.
Anche noi quando siamo retrocessi la società spese tanto però poi quando fai collezione di giocatori non è detto che vinci il campionato. Quest’anno la Juve Stabia avendo idee e senza avere pressione ha dato una serenità in più, è la vera soprese del campionato. Non sarà facile ora e diventerà tutto più complicato.
Conosco gli ambienti di Avellino, Catania, tutte citte blasonate che vogliono vincere. L’Avellino era partito per vincere il campionato, idem il Catania, ma quando ti è tutto dovuto si fa una fatica incredibile.
Ora la Juve stabia non si può più nascondere e la squadra è pronta per fare un ottimo campionato. E’ una squadra che quando va in campo si diverte. Le altre squadre con l’obbligo di vincere fanno molta più fatica.
Meglio fare il calciatore tutta la vita piuttosto che l’allenatore. Hai meno responsabilità, da allenatore prepari la partita e quando le cose vanno male la prima responsabilità è del tecnico.
Vorrei rigiocare la gara Napoli-Reggina perché ci estromise dalla possibilità di poter approdare in serie A e il mio sogno era proprio quello di poter giocare con la maglia azzurra in Serie A visto che ero cresciuto nel settore giovanile del Napoli con Fabio Cannavaro e altri.
Per vincere un campionato si devono incastrare più cose. Il mister ha creato entusiasmo e la sua squadra lavora bene. Quando si crea empatia fra squadra e pubblico tutto diventa più facile.
L’esperienza di Ametrano alla Juve Stabia.
Non so uno di quelli che parla troppo. Avevo sempre nel cuore il sogno di chiudere la carriera a Castellammare. Mio padre mi portava al campo quando c’era ancora l’autobotte che innaffiava il campo S. Marco. Avevo un contratto con un’altra società prima di venire a Castellammare e ho lasciato veramente tutto pur di venire al Menti. Mi sono emozionato tantissimo in occasione dell’ultima gara al Menti prima di chiudere la carriera. Ho chiesto di fare il secondo anno per riportare la Juve Stabia dove l’avevo trovata in Serie C.
D’Ambrosio era di proprietà della Fiorentina e dissi ad Amodio di andare a prenderlo subito visto che lo conoscevo benissimo e avevo giocato con lui a Potenza. Anche quella è una chicca che mi porto dietro.
Zidane è il calciatore che mi ha colpito di più per la semplicità con cui faceva le cose più difficili in campo.
Quando ho esordito in Serie A è stata la gioia più grande, era il coronamento di tanti sacrifici. A Castellammare sapevo che ero alla fine della carriera. Sono state due emozioni grandissime. Aver chiuso la carriera a Castellammare mi ha un po’ rincuorato. C’era tutta la mia famiglia presente e c’era un percorso che si veniva a chiudere.
Giocatori con grande temperamento faccio fatica a trovarne nel calcio moderno. Nella Juve Stabia conosco Buglio e Piovanello perché li ho allenati a Padova quando facevo il vice di Sullo. Sono ragazzi per bene e dei professionisti seri. Poi c’è Leone in mezzo al campo, Candellone che seguivo quando era a Pordenone. E’ una squadra in cui non spicca il singolo ma sono forti come collettivo. Il mister – continua Ametrano, ex della Juve Stabia – sta facendo un gran lavoro perché allenare in una piazza come Castellammare non è facile.
Quando una squadra gira bene è meglio non toccare niente a gennaio. Magari può essere importante portare dentro un giocatore importante se c’è l’occasione e non se la lasceranno sfuggire. Ma gli equilibri sono talmente sottili in una squadra che va bene che se si altera qualcosa è difficile ricrearli.
Leone in mezzo al campo sta dando un grande contributo e mi piace molto. All’inizio la Juve Stabia non sembrava una squadra così forte da poter stare in testa ma poi col passare del tempo si è messa lì al vertice e sta facendo uno splendido campionato.
Il Crotone è una squadra che quando parte in Lega Pro va per vincere il campionato. Al Crotone ho fatto una bellissima esperienza, era il primo anno in B e facemmo un grande campionato davvero importante. Fu un’annata molto importante per me. Per la Juve Stabia sarà un banco di prova importante contro una delle squadre più forti del campionato”.