ACCADDE OGGI 7 maggio. Con la resa incondizionata del Reich terminava il più grande massacro mai avvenuto nella storia del Vecchio continente. Ad agosto, dopo le atomiche, capitolava anche il Giappone
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eims, 7 maggio 1945. Era notte fonda, precisamente le ore 2.41, quando il generale Alfred Jodl, a nome del Terzo Reich, firmò la resa incondizionata della Germania agli Alleati.
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Il giorno successivo il Generale Wilhelm Keitel assieme ad altri rappresentanti dell’alto comando a Berlino avrebbero firmato la resa all’Unione Sovietica alla presenza del Generale Žukov.
Ancora il 6 marzo le divisioni corazzate Waffen-SS ritirate dalle Ardenne sferravano un’ultima offensiva in Ungheria nella zona del lago Balaton; dopo duri scontri le forze sovietiche contennero l’attacco e passarono all’offensiva (16 marzo).
La resa fu preceduta dalla battaglia di Berlino, al termine della quale l’Armata Rossa conquistò la capitale del Reich. La battaglia iniziò il 16 aprile e terminò di fatto l’8 maggio.
Il 16 aprile 1945 l’Armata Rossa sferrava la sua ultima offensiva generale con obiettivo Berlino
L’attacco venne sferrato in gran fretta sotto la pressione di Stalin: di fronte al crollo del fronte occidentale tedesco, ai segni evidenti di dissoluzione della resistenza all’ovest e alla rapidità dell’avanzata, scarsamente contrastata, alleata, c’era il rischio che gli alleati occidentali precedessero i russi a Berlino .
La massa offensiva sovietica era imponente e nettamente superiore a quella nemica, ma inizialmente venne impiegata male e confusamente; le perdite, di fronte alle difese fortificate tedesche furono altissime; lo sfondamento decisivo fu ottenuto solo il 20 aprile.
Dopo queste difficoltà iniziali, la velocità dell’avanzata aumentò; in campo aperto le armate corazzate sovietiche superarono tutti gli ostacoli e manovrarono per accerchiare Berlino; il 25 aprile iniziò la battaglia dentro l’enorme abitato della capitale.
La caduta di Berlino e la perdita dei massimi dirigenti del regime provocò il crollo totale delle forze armate tedesche e la disfatta finale della Germania.
Durante la battaglia, a cui parteciparono circa tre milioni e mezzo di uomini, vennero liberati centinaia di migliaia di prigionieri di guerra.
Il 30 aprile era caduto il Reichstag.
La notte dell’8 maggio, al quartier generale del maresciallo Žukov a Berlino il feldmaresciallo Keitel firmava il documento di resa incondizionata della Germania.
Per volontà di Stalin , i rappresentanti del Reich avevano dovuto ripetere davanti ai russi la resa già firmata il 7 maggio al quartier generale di Eisenhower a Reims.
Nei giorni precedenti la resa si erano suicidati prima Adolf Hitler e poi Joseph Goebbels.
Il 29 aprile 1945, alle ore 14, nella Reggia di Caserta, sede del Comando militare alleato, venne firmata la resa delle forze armate del Terzo Reich in Italia.
Nella sala di rappresentanza di Astrea i plenipotenziari tedeschi colonnello Viktor von Schweinitz, in rappresentanza del generale Heinrich von Vietinghoff, comandante del gruppo d’armate C della Wehrmacht, e maggiore Eugen Wenner, per conto del generale Karl Wolff, comandante delle SS in Italia, di fronte al generale William Duthie Morgan, capo di stato maggiore del Comando militare alleato guidato dal generale Harold Alexander, firmarono la resa incondizionata delle forze armate germaniche in Italia.
Il cessate il fuoco sarebbe cominciato alle ore 14 del 2 maggio.
Terminò così la guerra in Europa: bisognerà attendere il 15 agosto, dopo Hiroshima e Nagasaki, per la resa del Giappone, che firma la capitolazione il 2 settembre sulla corazzata americana Missouri.
A novembre si avviava il processo di Norimberga, in cui furono svelati i crimini dei nazisti in guerra e nei lager.
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