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Antiterrorismo, arresti e perquisizioni in diverse regioni d’Italia. I complimenti del ministro Minniti a Polizia e Guardia  di Finanza: «svelate e neutralizzate strutture potenzialmente ostili»
Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, si è complimentato per l’ operazione antiterrorismo, eseguita dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura Nazionale antimafia e antiterrorismo, che ha portato ad arresti e perquisizioni in diverse regioni d’Italia disposti dalle Direzioni distrettuali di Brescia e Cagliari.
«Questa operazione – ha sottolineato il ministro Minniti – costituisce un altro importante tassello delle azioni di prevenzione e contrasto al terrorismo internazionale che si sono sviluppate in questi mesi nel nostro Paese. Quella di oggi è il risultato di un’attività investigativa a 360° che ha consentito di svelare e neutralizzare strutture potenzialmente ostili».
Il fatto
Sono ritenuti responsabili di supportare formazioni combattenti di matrice integralista islamica operanti in Siria i dieci siriani colpiti da ordinanze di custodia cautelare in carcere e che appartenevano ad un’associazione a carattere transnazionale dedita al riciclaggio e all’abusiva attività di servizi di pagamento. Per due di loro è stato contestato il reato di finanziamento al terrorismo.
Un’altra inchiesta, in Sardegna, ha portato la Digos di Sassari a individuare 4 militanti di origine siriana e marocchina accusati di far parte di una cellula di supporto dell’organizzazione qaedista Jabhat al Nusra, operante in Siria. Le accuse sono di associazione con finalità di terrorismo, finanziamento del terrorismo e intermediazione finanziaria abusiva.
Nel corso delle indagini è stato scoperto il meccanismo di finanziamento ai combattenti in Siria. In pratica, uno degli arrestati aveva organizzato una rete in tutta Europa. I trasferimenti di denaro avvenivano attraverso intermediari che erano già in Medio Oriente. Una volta ricevuta la conferma del pagamento della somma di denaro da parte della persona interessata al trasferimento, l’uomo faceva poi ottenere il controvalore direttamente ai destinatari in Siria attraverso dei fiduciari, trattenendo una percentuale per ogni operazione.
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