Don Juan: in programmazione al CTB dal 31 gennaio

Per la Stagione 2022-2023 del CTB dal 31 gennaio 2023, va in scena "Don Juan" il lavoro firmato dal coreografo internazionale Johan Inger

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Per la Stagione 2022-2023 del Centro Teatrale Bresciano dal 31 gennaio 2023, va in scena “Don Juan” il lavoro firmato dal coreografo internazionale Johan Inger, una produzione Fondazione Nazionale della danza/Aterballetto e CTB

In uno spazio scenico labirintico, 16 danzatori danno vita a una rilettura psicoanalitica del mito del grande seduttore.

Don Giovanni

L’eterno seduttore ma anche l’incarnazione della gioia di vivere, la sensualità che lotta contro la morte, ma anche l’angoscia che in lui diventa energia”.

Con queste parole il coreografo internazionale Johan Inger descrive il personaggio di Don Giovanni, oggetto di profonda ricerca che ha generato il lavoro Don Juan, prossimo titolo in cartellone per la Stagione di prosa del Centro Teatrale Bresciano Questo cuore umano.

Paradigma antico e contemporaneo, il Don Giovanni continua a ispirare la riflessione e la ricerca, con la sua capacità di offrire sfumature e interpretazioni sempre nuove. Ed è la danza, in questo nuovo progetto, a rivelare una coinvolgente lettura del mito, immaginato dal coreografo Johan Inger in uno spazio scenico labirintico, in cui i sedici danzatori si alternano in ruoli solistici e di gruppo, come in un Kammerspiel.

Gli autori di Don Juan

Lo spettacolo vede la coreografia di Johan Inger, la musica originale di Marc Álvarez orchestrata con la direzione di Manuel Busto con l’Orquesta de Extremadura, il dramaturg è Gregor Acuña-Pohl; le scene sono di Curt Allen Wilmer (Asociación de Artistas Plásticos Escénicos de España) con Estudiodedos, i costumi di Bregje Van Balen, le luci di Fabiana Piccioli, il direttore dell’allestimento è Carlo Cerri, l’assistente alla coreografia è Yvan Dubreuil.

Le parole del coreografo

Il mio Don Juan porta con sé un trauma che lo ha plasmato nel suo discutibile comportamento – continua Inger –. Non è in grado di impegnarsi e può trovare soddisfazione solo nel qui e ora”.

In questo lavoro, già insignito del prestigioso Premio Danza&Danza 2020, Inger si confronta con oltre venticinque fonti, da Tirso de Molina a Molière, passando per Bertold Brecht e l’opera teatrale di Suzanne Lilar. Una drammaturgia – firmata da Gregor Acuña-Pohl – che si muove nell’alveo del balletto drammatico, portando in scena tutti i personaggi della storia originale, e che affida all’interpretazione di Leporello e del Commendatore l’innovazione principale della rilettura. Il primo, infatti, abbandona gli abiti di servitore per farsi rappresentazione dell’aspetto virtuoso e puro della personalità di Don Giovanni; il secondo, invece, è sostituito dall’introduzione del personaggio della madre.

Attraverso una lettura innovativa psicoanalitica e freudiana, Inger e Acuña-Pohl riscrivono la relazione tra il protagonista e il Commendatore, raccontandoci di un Don Giovanni che vive il suo presente come vittima del grande trauma dell’abbandono materno. È, infatti, la figura della madre a incombere sul protagonista, condizionandone il carattere e le azioni, e svelandosi come unico vero giudice sulla sua condotta: in ogni incontro con l’altro il Don Giovanni cerca la figura materna e tenta, attraverso l’ossessiva collezione di grembi femminili, di colmarne il vuoto.

Un meccanismo psicologico che determina l’impossibilità a impegnarsi in una qualsiasi relazione o situazione e che ribalta completamente la funzione di Don Giovanni, rappresentandolo, in definitiva, come vittima delle donne.

La produzione di Don Juan

Una produzione Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto in coproduzione con Centro Teatrale Bresciano, Ravenna Festival, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia/ Festival Aperto, Fondazione Teatro Regio di Parma, Associazione Sferisterio Macerata, Festspielhaus St. Poelten, Teatro Stabile del Veneto, Fondazione Teatro Metastasio di Prato, Fondazione Cariverona – Circuito VivoTeatro (Teatro Ristori di Verona, Teatro Comunale di Belluno, Teatro Salieri di Legnago, Teatro Comunale di Vicenza, Teatro delle Muse di Ancona).

Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Sociale di Brescia (via F. Cavallotti, 20) il 31 gennaio e l’1 e 2 febbraio 2023 alle ore 20.30

Lo spettacolo è realizzato grazie al sostegno di Ministero della Cultura, Gruppo A2A, Gruppo BCC Agrobresciano, Fondazione ASM, Fondazione della Comunità Bresciana Onlus e Intesa Sanpaolo.

La scheda completa di Don Juan

Creazione a serata intera per 16 danzatori

Coreografia Johan Inger

Musica originale Marc Álvarez orchestrata con la direzione di Manuel Busto con l’Orquesta de Extremadura

Dramaturg Gregor Acuña-Pohl

Scene Curt Allen Wilmer (Asociación de Artistas Plásticos Escénicos de España) con Estudiodedos

Costumi Bregje Van Balen

Luci Fabiana Piccioli

Direttore dell’allestimento Carlo Cerri

Assistente alla coreografia Yvan Dubreuil

Produzione Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto

In coproduzione con Centro Teatrale BrescianoRavenna FestivalFondazione I Teatri di Reggio Emilia/ Festival ApertoFondazione Teatro Regio di ParmaAssociazione Sferisterio MacerataFestspielhaus St. PoeltenTeatro Stabile del VenetoFondazione Teatro Metastasio di PratoFondazione Cariverona – Circuito VivoTeatro (Teatro Ristori di VeronaTeatro Comunale di Belluno, Teatro Salieri di Legnago, Teatro Comunale di Vicenza, Teatro delle Muse di Ancona) Brescia, Teatro Sociale.

Distribuzione dei ruoli:

Don Juan Saul Daniele Ardillo (31 gennaio), Hélias Tur-Dorvault (1 febbraio), Leonardo farina (2 febbraio)

Madre Federica Lamonaca (31 gennaio-2 febbraio), Ivana Mastroviti (1 febbraio)

Leo Matteo Fiorani (31 gennaio), Albert Carol Perdiguer (1-2 febbraio)

Elvira Estelle Bovay (31 gennaio), Martina Forioso (1 febbraio), Arianna Kob (2 febbraio)

Masetto Giulio Pighini (31 gennaio), Clément Haenen (1-2 febbraio)

Zerlina Sandra Salietti Aguilera (31 gennaio), Sara De Greef (1-2 febbraio)

Tisbea Martina Forioso (31 gennaio-2 febbraio), Estelle Bovay (1 febbraio)

Don Ottavio Giovanni Leone (31 gennaio-2 febbraio), Matteo Fiorani (1 febbraio)

Donna Anna Ivana Mastroviti (31 gennaio), Sandra Salietti Aguilera (1-2 febbraio)

Ines Arianna Kob (31 gennaio), Arianna Ganassi (1-2 febbraio)

Compagnia Aterballetto: Saul Daniele Ardillo, Estelle Bovay, Albert Carol Perdiguer, Sara De Greef, Leonardo Farina, Matteo Fiorani, Martina Forioso, Arianna Ganassi, Clément Haenen, Arianna Kob, Federica Lamonaca, Giovanni Leone, Ivana Mastroviti, Giulio Pighini, Sandra Salietti Aguilera, Hélias Tur-Dorvault

Note a cura di Johan Inger

L’eterno seduttore ma anche l’incarnazione della gioia di vivere, la sensualità che lotta contro la morte, ma anche l’angoscia che in lui diventa energia. Indagare la figura di Don Giovanni è una grande sfida. Insieme al drammaturgo Gregor Acuña-Pohl ho lavorato sul personaggio consultando ben venticinque fonti d’ispirazione, dunque non solo Molière, Brecht o Tirso de Molina: la creazione coreografica (sulla partitura originale di Marc Álvarez) diventa come una lente d’ingrandimento dei caratteri dei singoli personaggi della storia, da Donna Elvira a Donna Anna, Zerlina e Masetto, per svelare il loro mondo interiore. Emerge immediata la contemporaneità del personaggio di Don Giovanni, un uomo che sembra interpretare la stessa superficialità che caratterizza i nostri giorni. E traspare anche la complessità del dialogo fra generi.

Atto unico per sedici danzatori, questo Don Juan si muove in uno spazio scenico (ideato da Curt Allen Wilmer) che è come un labirinto senza indicazioni geografiche o temporali. Avvicinarmi a un personaggio così complicato mi ha spinto a mettere in discussione il comportamento maschile.

In verità Don Giovanni non è un “carnefice” anche se, man mano che scivola in più guai, finisce per diventare un assassino. Don Juan è un giocattolo nelle mani delle donne, è una “vittima” che riesce in realtà a dare alle donne che incontra quello che vogliono: a Zerlina l’ultima avventura prima del matrimonio e della vita coniugale, a Tisbeal’illusione che sia lei a condurre il gioco sessuale, a Donna Anna la passionalità e il piacere che il marito Ottavio non sa darle.

E a tutti noi offre la possibilità – forse – di riconoscere in lui modi, costumi e vizi anche della nostra società.

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