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Castellammare di Stabia

Il calo delle nascite si ripercuote sulla Scuola con un calo degli alunni

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Quest’estate il Ministro in pectore del MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito), ha più volte parlato, del calo degli alunni e della popolazione scolastica in ogni ordine e grado, ma anche dichiarato, che per questo anno scolastico non ci sarà nessuna contrazione di organico.

Dalle varie fonti tra cui l’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) emerge, che in riferimento già all’anno scorso 2023, si registra un calo di alunni intorno alle 100.000 unità.

Un calo, pari all’1,50% in questo anno scolastico 2024-2025, ma la cosa più preoccupante che in circa 6/7 anni, si è registrato un calo pari al 10% circa della popolazione scolastica.

Dalle fonti ISTAT, si evince che tale calo sicuramente ha una correlazione con il fenomeno demografico ed è collegato al calo delle nascite ed al calo della fecondità riproduttiva delle donne.

Infatti in questi anni si è parlato spesso,  che si è ridotto  il rapporto e il numero medio di figli per famiglia rispetto agli anni 90.

Ma il dato più eclatante che emerge, nel momento ci si addentra nei dati ISTAT, è che anche le famiglie straniere fanno registrare un calo di nascite e tutto ciò porta sicuramente ad un calo degli alunni potenziali per il sistema d’istruzione.

La Causa-effetto di tutta questa situazione, porterà in un breve futuro ad una riduzione delle classi, con una ripercussione sull’organico del Personale ATA, Docenti e Presidi.

In Numeri stiamo parlando di una riduzione di circa 44000 classi e circa 60000 cattedre totali in tutti gli ordini di grado.

Dall’analisi emerge che l’infanzia e la primaria sarebbero i due ordini più colpiti dal calo della popolazione scolastica.

Un evento di questa portata, porterebbe ad una riduzione di spesa per lo Stato di oltre 2 miliardi di euro.

Per non perdere, questa posta di bilancio ed evitare che questi soldi fossero indirizzati ad altre poste del bilancio dello Stato, tutti gli attori, quali Sindacati, Fondazioni ed addetti ai lavori, hanno più volte proposto di lasciare inalterate tali somme e destinare questi 2 miliardi di euro ad edilizia scolastica, tempo prolungato e tecnologie per la didattica.


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