Nave italiana viola i trattati internazionali e riporta immigrati in Libia: precedente gravissimo
Non era mai accaduto che una nave italiana riportasse in Libia i migranti soccorsi nel Mediterraneo anche perchè l’operazione messa in atto dall’equipaggio dell’ Asso Ventotto violerebbe i trattati internazionali. La nave ha recuperato 108 persone a bordo di un gommone nel Mediterraneo riaccompagnandoli nel porto di Tripoli. Come scrive Repubblica, la decisione è stata presa perché – come avviene ormai da settimane dopo il caso della Aquarius – il Centro di coordinamento di Roma della Guardia costiera avrebbe dato indicazioni alla Asso Ventotto, vascello di supporto a una piattaforma petrolifera, di operare in coordinamento con la marina libica.
Una ricostruzione, però, negata da dallo stesso Matteo Salvini che se ne lava le mani su Facebook: “Male informati”, scrive il ministro dell’Interno.
Mentre l’Unhcr ha comunicato di aver iniziato a raccogliere “informazioni” sul caso perché la “Libia non è un porto sicuro” e il trasbordo a Tripoli “potrebbe comportare una violazione del diritto internazionale”.
Il caso era stato segnalato nella tarda serata di ieri dal deputato di Leu, Nicola Fratoianni, impegnato in queste settimane a bordo della nave della ong Proactiva Open Arms:
“Abbiamo appreso che uno dei gommoni segnalati oggi dalla Guardia Costiera italiana, con 108 persone a bordo nel Mediterraneo, è stato soccorso dalla nave Asso Ventotto, battente bandiera italiana, che si sta dirigendo verso Tripoli”.
“Non sappiamo ancora se questa operazione avviene su indicazione della Guardia Costiera italiana (fatto poi confermato da Repubblica, ndr) – scriveva Fratoianni – ma se così fosse si tratterebbe di un precedente gravissimo, un vero e proprio respingimento collettivo di cui l’Italia ed il comandante della nave risponderanno davanti ad un tribunale. Il diritto internazionale prevede che le persone salvate in mare debbano essere portate in un porto sicuro e quelli libici, nonostante la mistificazione della realtà da parte del governo italiano, non possono essere considerati tali”.
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