Napoli, il resoconto di fine anno del Questore De Iesu: “2018 intenso a causa delle Baby Gang e delle stese di Camorra”
Il Questore di Napoli, Antonio De Iesu, durante il consueto resoconto di fine anno, ha illustrato l’evoluzione della criminalità insistente sul territorio. De Iesu ha definito il 2018 un anno “particolarmente intenso” chiamando in causa le baby gang, fenomeno crescente non solo nella città partenopea ma anche in provincia. Dall’aggressione al giovane Arturo, all’omicidio della guardia giurata di Piscinola, fino l’agguato teso a un altro ragazzo, Gaetano, al quale fu spappolata la milza, gli esempi di violenza perpetrata da gruppi di ragazzini non ancora maggiorenni purtroppo non sono mancati. Un fenomeno che, però, va affrontato a tutto tondo perchè non riguarderebbe solo adolescenti provenienti da situazioni socioeconomiche difficili. “La sera che aggredirono Gaetano, il gruppo non sapeva cosa fare – racconta De Iesu – e uno di loro disse testualmente ‘stasera dobbiamo picchiare qualcuno'”. Ecco perché oltre alle forze dell’ordine, per il questore, “è fondamentale la capacità della società civile e degli enti locali di sporcarsi le mani sul territorio”.
Attorno al lavoro delle forze dell’ordine non può mancare il supporto della società civile. De Iesu cita per esempio il caso del quartiere Sanità: “Con Padre Loffredo ora ci sono 40 ragazzi che vengono allenati dagli ‘sbirri’ in una palestra di pugilato nata in una sacrestia“, e dove c’è “un forte impegno della Municipalità e di tante associazioni di volontariato“. Napoli è “una città stupenda con grandi problemi – avverte il Questore– Senza dribblare le nostre responsabilità, non si può militarizzare una città“. Ed ecco anche perché il questore rivolge un appello: “In una città dove si fanno tante fiaccolate, sarebbe bello che chi manifesta si impegni singolarmente. È stato un anno intenso, difficile, c’è stato tanto olio di gomito e la capacità di adeguare le strategie che devono essere flessibili. Ogni giorno bisogna trovare la strategia giusta – dice De Iesu – per questo le statistiche non mi appassionano perché dire che gli omicidi calano non vuol dire che la camorra non c’è più“.
Ma il 2018 non è stato solo l’anno delle babygang. Il fenomeno della stesa di Camorra, utilizzate dalla criminalità organizzata per affermare la propria presenza sul territorio, si è ripetuto costantemente settimana dopo settimana in diversi quartieri della città.
“Sono spari per affermare la leadership quando non la si ha del tutto. Mi rendo conto che creano insicurezza per questo nelle aree di San Giovanni, Volla, Ponticelli facciamo sentire la nostra presenza, non a caso da un po’ non si parla più di stese” prova a spiegare De Iesu. La camorra “che da sempre rappresenta il cancro di questa città ha subito una mutazione, ma i gruppi sono sempre radicati sul territorio”. I risultati che si raggiungono nella lotta alla criminalità, chiosa infine il questore De Iesu: “Arrivano grazie alla grande sinergia che abbiamo con tutte le forze dell’ordine“.
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