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Militari libici sequestrano due pescherecci italiani a nord di Bengasi

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Militari vicini al generale Haftar li hanno sequestrati a 35 miglia dalla costa. Di altri due motopesca sono stati prelevati i comandanti.

Due pescherecci di Mazara del Vallo sono stati sequestrati da militari vicini al generale Khalīfa Belqāsim Ḥaftar Alferjani, a poche ore dalla visita del ministro agli Esteri Luigi Di Maio a Tripoli nel quartier generale del presidente Fāyez Muṣṭafā al-Sarrāj del Governo di accordo nazionale (GNA). Com’è noto, il generale Haftar e il presidente Al Sarraj, rappresentano le due coalizioni in reciproca guerra.

Il sequestro, secondo quanto riferito via radio dai comandanti dei pescherecci, è avvenuto ieri sera nel Golfo della Sirte, allorquando tre unità militari hanno attorniato i due pescherecci italiani che stavano conducendo la pesca del rinomato gambero rosso.

I due motopesca sono l’Antartide’ e il Medinea, rispettivamente con 10 e 6 uomini di equipaggio a bordo. Il sequestro secondo quanto riferito via radio dai comandanti è avvenuto a circa 35 miglia nord da Bengasi, quindi oltre le 12 miglia dalla costa e pertanto in acque internazionali per le convenzioni marittime che però la Libia non riconosce.

Secondo le prime informazioni riferite dagli armatori, i 18 membri dell’equipaggio sarebbero in buone condizioni di salute. La vicenda viene monitorato dal comando generale delle Capitanerie di Porto, dalla Farnesina e dalla Capitaneria di Mazara del Vallo.

Sempre ieri sera un’altra motovedetta libica ha affiancato altri due motopesca: il mazarese l’Anna Madre di cui si conosce il nome del comandante Giacomo Giacalone; e il Natalino, appartenenti alla marineria di Pozzallo. I militari libici hanno costretto i soli comandanti e i rispettivi primo ufficiale, a trasbordare sul loro natante e sono stati condotti sulla terraferma.

Bengasi, capoluogo della Cirenaica e controllata dal generale Haftar che è anche nativo dell’area, ha autonomamente istituito la Zee (Zona economica esclusiva) che dal 24.2.2005 viene estesa dai libici fino a 62 miglia, in base alla Convenzione sul Diritto del Mare delle Nazioni Unite (UNCLOS), firmata a Montego Bay il 10.12.1982, la quale però afferma che, la delimitazione delle ZEE tra Stati con coste adiacenti od opposte, deve farsi per accordo in modo da raggiungere una soluzione equa. Invece da parte della Libia è stata adottata unilateralmente dall’allora governo di Muhammar Gheddafi.

Lo scorso anno, dopo il tentato sequestro di nove pescherecci, per garantire una protezione agli equipaggi impegnati nel Mediterraneo, Federpesca italiana aveva stipulato un accordo con un’autorità controllata dagli uomini del generale Haftar. Secondo l’intesa, gli armatori per pescare a ridosso delle coste libiche avrebbero dovuto pagare una ‘somma’ all’uomo forte della Cirenaica non riconosciuto dall’Onu. Dopo che tale accordo divenne di dominio pubblico fu annullato.

Nicolò Cristaldi, sindaco di Mazara del Vallo, ha scritto un post su Facebook in cui esprime profonda apprensione il sequestro dei pescherecci mazaresi Antartide e Medinea “Siamo molto preoccupati. I due motopesca sono stati fermati a circa 38 miglia a nord di Bengasi da una motovedetta libica con a bordo militari che hanno intimato agli equipaggi di fermarsi e di seguirli fino al porto. Altri due pescherecci sarebbero riusciti a sfuggire alla cattura. Siamo in continuo contatto con le autorità competenti e seguiamo gli sviluppi della vicenda. La presenza del ministro Di Maio in Libia in questi giorni non può essere una coincidenza”.

Nelle scorse settimane il governo libico di al Serraj, invece riconosciuto dall’Onu, aveva annunciato il cessate il fuoco, chiedendo la ripresa della produzione petrolifera e la demilitarizzazione dell’area di Sirte, la città che fa da spartiacque tra Tripoli e Bengasi. Una tregua bocciata dagli uomini di Haftar attraverso il portavoce della Lna (Libya National Army).

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