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Da 5 anni la frana di Letojanni (ME). Il 19 gennaio 2020 manifestazione pubblica in Piazza Cagli

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b>Il 5.10.2015 la frana si abbatté sulla A18 e la sottostante SS114. Fu ripristinata la Statale ma rimase a doppio senso una corsia dell’autostrada.

Da 5 anni la frana di Letojanni (ME). Il 19 gennaio 2020 organizzata una manifestazione

Il 19 gennaio c.a. dalle ore 9,30 alle ore 13,30, a Letojanni, in Piazza Cagli, si svolgerà una manifestazione di cittadini, l’ennesima, per cercare di sensibilizzare le Autorità regionali siciliane competenti, affinché si ripristini la regolare viabilità sull’autostrada che collega Messina a Catania, nel tratto antistante il paese di Letojanni, rimuovendo la frana che da cinque anni obbliga i veicoli in transito al doppio senso su una corsia. La manifestazione è organizzata anche da meetup M5S di Giardini Naxos insieme ad altri comitati e gruppi di cittadini della riviera jonica messinese.

Il 5 ottobre 2015 un costone di circa 3000 metri cubi di materiale posto a monte e prospicente l’autostrada Messina Catania nel tratto del paese di Letojanni, a causa delle piogge di quei giorni, improvvisamente franò sulla adiacente A18 e la sottostante Strada Statale 114. Dagli accertamenti si dedusse che il costone si era messo in movimento intorno alle 4 del mattino, finendo sulla carreggiata. In pratica era stato tagliato in due qualsiasi collegamento nella riviera Jonica tra Messina e Taormina.

Vi fu un immediato vertice straordinario presso la Prefettura di Messina, ove fu deciso nell’immediato di riaprire, almeno alle vetture, la carreggiata in direzione Messina, per essere percorribile a doppio senso. Per i mezzi pesanti il viaggio da Messina a Catania sarebbe avvenuto con una nave, della Caronte Tourist. 

Si liberò con sollecitudine la sottostante Strada Statale 114 dai detriti nel tratto interessato dalla frana. Fu quindi disposta l’uscita obbligatoria a tutti i veicoli medio-pesanti di uscire allo svincolo di Roccalumera per quelli provenienti da Messina e a Giardini Naxos per quelli provenienti da Catania. Fu il caos. Il traffico andò subito in tilt poiché la Strada Statale 114 è un vecchio budello che attraversa gli abitati rivieraschi la quale non regge neppure il normale traffico locale, figurarsi quindi quello dei mezzi medio-pesanti che circolano sull’autostrada. Il giorno dopo pertanto si liberò del tutto la corsia dell’autostrada lato mare permettendo il doppio senso di circolazione a tutti gli automezzi in entrambe le direzioni di marcia. Da allora è rimasta chiusa la carreggiata lato monte della circoscritta tratta in cui si è verificata la frana.

Nel frattempo si apprese che il 23 novembre 2016, i Carabinieri del comando Provinciale di Messina e del Nucleo Operativo Ecologico di Catania, avevano notificato 10 avvisi di garanzia, emessi dalla Procura della Repubblica di Messina, a carico di persone ritenute responsabili, a vario titolo, di disastro ambientale in concorso e falsità ideologica, commesso da pubblici ufficiali in atti pubblici. I provvedimenti scaturivano dalle indagini nell’operazione ‘Cas’ condotte a seguito del movimento franoso che, il 5 ottobre 2015, aveva interessato un ampio tratto dell’autostrada A18, Messina-Catania nel Comune di Letojanni (Messina).

Successivamente, c’è stato il rinvio a giudizio al 15 aprile di tutti gli imputati davanti la seconda sezione penale del tribunale di Messina, nel procedimento aperto dopo la frana di Letojanni su presunti comportamenti illeciti nella fase di progettazione e di esecuzione per i lavori di messa in sicurezza.

Intanto alla Regione Siciliana e al Cas (Consorzio Autostradale Siciliano) concessionario della A18 (ME-CT) e A19 (ME-PA) si procedeva alla progettazione e finanziamento per rimuovere la frana. A fine dicembre 2019 si sarebbe giunti a definire che a finanziare quasi interamente i lavori, che erano stati consegnati il mese precedente per essere eseguiti dalla metà di gennaio 2020, sarebbe stata interamente la Regione Siciliana, come anche confermato da una dichiarazione del 22 dicembre 2019 del Presidente della stessa Regione, Nello Musumeci “Con la manovra approvata da Palazzo Orleans sono stati destinati oltre 16 milioni di euro alla rimozione della frana di Letojanni che dall’ottobre del 2015 ha provocato la chiusura di un tratto della A18 Messina-Catania … i fondi erano stati originariamente stanziati dal Consorzio per le autostrade siciliane che adesso potrà impiegarle per nuovi e importanti interventi sulla viabilità di sua competenza nell’Isola”. La Regione Siciliana ha messo i 16,3 milioni di euro dei 20,3 necessari all’intervento, mentre i restanti 4 milioni arrivano dalla Protezione civile nazionale. Il Cas, infatti, quando a febbraio 2019 aveva approvato il progetto definitivo, evidenziava l’occorrenza di 16 milioni 311mila 717 euro sul capitolo “progettazione e manutenzione straordinaria autostradale e relativi impianti” del bilancio pluriennale 2019-2021 (1 milione 911mila nel 2019, 7,2 milioni nel 2020 e 7,2 milioni nel 2021), strumento finanziario che è stato approvato lo scorso luglio dall’Assemblea del Consorzio. I lavori in sintesi, prevedono la rimozione della montagna di detriti e la realizzazione di due gallerie per evitare che altro materiale franato possa invadere la corsia autostradale della Messina Catania, in quel punto a ridosso della collina.

Frattanto, il 9 gennaio 2020 il Gup Maria Militello (Giudice per le Udienze Preliminari) di Messina, su richiesta della Procura di Messina la cui indagine è stata condotta dal Sostituto procuratore Anna Maria Arena, ha rinviato a giudizio l’allora direttore generale del Cas Salvatore Pirrone (ex funzionario andato in pensione dell’assessorato alle Infrastrutture e che aveva guidato il consorzio negli anni oggetto della frana), il responsabile dell’Ufficio tecnico del Cas Gaspare Sceusa, il geometra del Consorzio ora in pensione, Antonio Spitaleri, l’amministratore della “Musumeci Costruzione Generali spa” Francesco Musumeci, che eseguì i lavori per la messa in sicurezza, nonchè l’ingegnere Francesco Crinò e il geologo Giuseppe Torre, professionisti scelti dall’impresa. Il giudizio inizierà il prossimo 15 aprile. I motivi dell’accusa sono che il 27 ottobre, poco dopo che la collina adiacente alla Me-Ct venne giù, invadendo la carreggiata ovest, furono appaltati lavori per un valore di circa 500 mila euro per la messa in sicurezza della corsia dell’autostrada Messina Catania. Una rete di contenimento che avrebbe dovuto evitare ulteriori crolli, ma quasi un anno dopo i detriti invasero la corsa est, ancora aperta alla circolazione. Secondo l’accusa i lavori furono eseguiti male, realizzando un’opera “instabile” e furono pagati troppo, la ditta dovrebbe restituire al Cas 120 mila euro. 

Mariella Musso

 


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