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Barcellona P.di G. arrestato dalla G.di F. di Messina un consigliere comunale per giro di fatture mendaci

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Arrestato un consigliere comunale di Barcellona P. di G. dalla Guardia di Finanza per un giro di fatture false di oltre 20 milioni.

Un giro di fatture false per oltre 20 milioni di euro e l’indebita percezione di un finanziamento europeo di circa 5 milioni sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza di Messina. I finanzieri hanno dato esecuzione all’ordinanza del Gip del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto per l’applicazione della misura cautelare in carcere e sequestro preventivo.

La misura di custodia cautelare in carcere è stata disposta per il 58enne Salvatore Imbesi, imprenditore di Barcellona Pozzo di Gotto, dove è anche consigliere comunale e in passato assessore al Bilancio. È stato anche eseguito il sequestro preventivo di circa 10 milioni di euro su quote sociali, conti correnti, disponibilità finanziarie e immobiliari riconducibili a n. 3 persone indagate ed alla società coinvolta nella frode.

I reati ipotizzati sono truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Le indagini svolte hanno permesso di scoprire un complesso sistema di false fatturazioni – posto in essere, principalmente, attraverso due società del barcellonese, una operante nel settore agrumario (Agrumi gel srl) e l’altra in quello edile, entrambe riconducili al medesimo rappresentante legale (Salvatore Imbesi) – finalizzato sia all’evasione delle imposte sia all’ottenimento, indebito, di un finanziamento comunitario per un importo complessivo di circa 5 milioni euro.

Dagli accertamenti i finanzieri hanno verificato che le due società sono riconducibili al cinquantottenne, per percepire indebitamente il contributo comunitario, hanno documentato una serie di rapporti commerciali mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e fornito una falsa rappresentazione degli investimenti riguardanti l’ampliamento e l’ammodernamento di un impianto di trasformazione agrumaria.

Inoltre, per evadere il fisco, le due società hanno simulato l’effettuazione di rapporti commerciali fittizi riguardanti la compravendita di agrumi, documentati attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture relative ad operazioni inesistenti.

A

dduso Sebastiano


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