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Riportato in Italia uno yacht da regata del valore di oltre 10 milioni

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span style="color: #000000;">Operazione “EXODUS”: sequestrato lo yacht da regata “Lulworth”, il più grande cutter aurico del mondo risalente al 1920. Era sottoposto a decreto di sequestro preventivo

GDF Roma, riportato in Italia uno yacht da regata d’epoca del valore di oltre 10 milioni di euro sequestrato ad un faccendiere romano

Roma- Un equipaggio composto da militari del comparto navale della Guardia di Finanza ha condotto dalla Tunisia a Gaeta lo yacht da regata “Lulworth”, il più grande cutter aurico del mondo, lungo 46 metri, con un albero di 52 metri e una superfice velica di oltre 1.300 mq, varato nel 1920.

Il natante, del valore di oltre 10 milioni di euro, era compreso tra i beni oggetto di un decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. del locale Tribunale nel febbraio 2017, nei confronti del faccendiere romano Gabriele De Bono, relativo al suo ingente patrimonio mobiliare, composto da imbarcazioni e auto d’epoca di pregio, tra cui Ferrari, Rolls Royce, Bentley e Jaguar, e immobiliare, tra cui lussuose ville nel rinomato quartiere capitolino dell’Olgiata – stimato in oltre 40 milioni di euro.

I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma della Guardia di Finanza, hanno ricostruito l’attività illecita di De Bono. Come emerso dalle indagini, il De Bono, nonostante avesse fittiziamente spostato la residenza dapprima nel Principato di Monaco e poi a Dubai, era a capo di un’associazione per delinquere che ha gestito una pluralità di società, nazionali ed estere, utilizzate per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 180 milioni di euro – aventi ad oggetto fantomatiche consulenze e prestazioni di servizi – di cui hanno beneficiato imprenditori:

– italiani, interessati ad abbattere in modo significativo il reddito imponibile e ottenere liquidità da impiegare al di fuori del circuito bancario, ovvero a costituire disponibilità di denaro occulte oltre confine;

– stranieri (in prevalenza cinesi), che potevano, in tal modo, esportare capitali verso i Paesi di origine evitando il ricorso agli intermediari finanziari abilitati.

Per tali fatti, De Bono e altri 4 sodali sono stati destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare nel novembre 2018.

Il pezzo di maggior pregio dei beni riconducibili al faccendiere – schermati mediante una serie di imprese estere intestate a compiacenti prestanome – è rappresentato proprio dal “Lulworth”, di cui l’imprenditore aveva cercato di far perdere le tracce.

VIDEO GDF Roma

Redazione Lazio/(Maria D’Auria)

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