Renzi attacca grillini e Lega sul tema delle “fake news”, le falsità on line

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 Sul tema delle falsità on line Renzi attacca grillini e Lega: «Sono stati colti sul fatto, dietro alle fake news e alle campagne di odio sul web c’è una regia unica che forse viene dall’estero».

Renzi rilancia: sulle fake news grillini e Lega sono stati scoperti

Dal Pd report ogni 15 giorni: «Dietro molti profili, soggetti stranieri». E l’ex 5S Artini parla di sostegni diretti ai grillini dall’Est Europa

ROMA – Ormai le prove ci sono, o almeno Matteo Renzi e i suoi ne sono convinti: dietro alle fake-news e alle campagne di odio sul web, secondo il Pd, c’è una regia unica che forse viene dall’estero e che unisce Lega e M5s. Una certezza maturata non solo dopo la lettura di pezzi di giornale, da ultimo quello del New York Times: da settimane il Pd ha messo al lavoro la propria redazione web, la propria struttura di comunicazione, e si sta avvalendo anche di consulenti esterni, per monitorare i profili che diffondono notizie false. I report riservati frutto di questo lavoro, assicura il responsabile comunicazione Matteo Richetti, non lasciano dubbi. Per questo concludendo la sua ottava Leopolda, il segretario democratico lancia l’affondo: «Vi abbiamo sgamato, amici dell’opposizione».

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Nel mirino, appunto, ci sono il Carroccio e il Movimento di Beppe Grillo: «In questi giorni – ricorda Renzi – è emerso che M5s e Lega escono sul web con gli stessi codici nell’advertising, partiti diversi utilizzano le stesse “tubature” della rete». Spiega Richetti: «Siamo riusciti a tracciare l’identificativo Google, allo stesso codice fanno capo siti ufficiali come “Noi con Salvini” ma anche “unofficial” come “info5stelle” e “video5stelle” e un sito che si chiama “Iostoconputin”».

Il responsabile social della Lega ha parlato di un «errore», ma per il Pd invece sono «indizi». Anche perché aggiunge Richetti, ci sono poi i tanti siti non ufficiali, non direttamente riconducibili ai partiti, ma esplicitamente simpatizzanti: «Risalendo da molti di questi profili fake, da questi siti “non ufficiali” appare evidente che dietro ci sono soggetti stranieri, russi, americani legati verosimilmente ad ambienti ultraconservatori». Si tratta, continua, di soggetti portatori di «interessi economici molto forti ed espliciti: vogliono l’instabilità in Italia e in Ue per avere un’occasione di occupazione economica e finanziaria».

Sono loro, secondo il Pd, i veri burattinai, e Lega e M5s – secondo i democratici – sarebbero di fatto strumento di chi, a livello internazionale, ha interesse a destabilizzare l’Italia: «L’ex 5 stelle Artini – continua Richetti – ha fatto dichiarazione fortissima, dice di avere prove di rapporti diretti tra il Movimento e l’Est Europa. Salvini e Di Maio ci spieghino perché la stessa persona pare abbia creato pagine di sostegno ai rispettivi movimenti, in grado anche di raccogliere e gestire per entrambi risorse economiche, come la pubblicità. Una commistione molto grave. Anziché invocare l’Osce, invochino la chiarezza e comincino a dare risposte».

M5s, per ora, risponde così: «Se bisogna smascherare le fake news allora iniziamo con l’ultima di Renzi: alla Leopolda ha dichiarato che “tutti” i sondaggi danno il Pd come prima compagine in Parlamento nelle prossima legislatura. Sta diffondendo una bufala». E Luigi Di Maio aggiunge: «Il problema fakenews esiste, io stesso ne sono stato vittima. Chiamiamo l’Osce a monitorare le elezioni». Matteo Salvini, invece, preferisce non seguire Renzi nella polemica, il leader leghista ha chiesto ai suoi di non alimentare la campagna Pd su questo tema.

Renzi, invece, su questo intende costruire una bel pezzo della campagna elettorale, è convinto che l’argomento sia imbarazzante per Lega e M5s: «Il Pd – avverte – presenterà ogni 15 giorni un rapporto sulla rete di tutte le schifezze che troviamo». L’obiettivo è doppio: da un lato, mettere in guardia gli elettori, dall’altro fare pressione sui gestori dei social network perché affrontino il problema delle fake news. C’è anche una proposta di legge in lavorazione al Senato, un testo su cui lavorano Rosanna Filippin e lo stesso Luigi Zanda che riprende le misure adottate in Germania, ma è materiale che tornerà buono per la prossima legislatura. Da un lato non ci sarebbe il tempo per approvare una proposta di legge che deve ancora essere presentata, dall’altro il segretario Pd non intende offrire alibi agli avversari: «Non servono leggi, almeno non in questa fase, immaginate cosa direbbero, che vogliamo oscurare e censurare».

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