23 Novembre: giornata in memoria di Raffaele Pastore

Il 23 Novembre si svolgerà a Torre Annunziata, una cerimonia di commemorazione per Raffaele Pastore, assassinato dalla camorra nel 1996.

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Il 23 Novembre si svolgerà a Torre Annunziata, una cerimonia di commemorazione per Raffaele Pastore, assassinato dalla camorra nel 1996.

Torre Annunziata (Na): Domani, martedì 23 Novembre alle ore 10:30, presso la strada a lui intitolata, si svolgerà la cerimonia in ricordo di Raffaele Pastore, imprenditore ammazzato dalla camorra per essersi ribellato al pizzo denunciando i suoi estorsori, alla cerimonia presenzieranno le Forze dell’Ordine, la moglie Beatrice Federico.

L’assassinio di Raffaele Pastore

L’imprenditore fu assassinato dalla camorra il 23 novembre 1996 mentre si trovava nel suo negozio di mangimi per animali in via Vittorio Veneto.
Nell’esercizio commerciale, alle 18:30 entrarono due sicari che spararono 10 colpi con una pistola calibro 7,65 mettendone a segno otto.
Oltre all’imprenditore, fu ferita anche la madre di quest’ultimo, Antonietta Auricchio di 66 anni, presente all’interno dell’attività commerciale. Al momento dell’omicidio non c’erano avventori.
I due malcapitati furono soccorsi e trasportati all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, ma Raffaele Pastore morì poco dopo il ricovero.

Due anni prima dell’omicidio, l’imprenditore aveva subito un’estorsione da parte degli uomini del clan Gallo-Cavalieri, all’epoca dei fatti operante nella cittadina vesuviana, per una somma di circa 50 milioni di lire, ma egli si rifiutò di pagare denunciando i suoi aguzzini.

Sulla base degli indizi raccolti fu arrestato un componente di tale clan camorristico.

Gli investigatori ipotizzarono che Pastore fu probabilmente oggetto di pressioni da parte del clan criminale affinché egli ritirasse la denuncia. Non si verificarono ulteriori episodi di alcun tipo nei confronti del commerciante. L’imprenditore era titolare anche di un porto d’armi e deteneva anche un’arma per difesa personale, ma raramente la portava al seguito. Anche il giorno del suo omicidio, l’arma fu rinvenuta presso la sua abitazione.

 

Premio Raffaele Pastore

A quattordici anni dall’omicidio, il 23 novembre 2011, l’Amministrazione comunale di Torre Annunziata, in collaborazione con le associazioni antiracket Libera e Alilacco, intitolò un premio al commerciante consegnandolo in quell’occasione a Giovanni Impastato, fratello di un’altra vittima delle mafie, Peppino Impastato[4].

La memoria

Raffaele Pastore è ricordato ogni anno, il 21 marzo, nella Giornata della Memoria e dell’Impegno di Libera, la rete di associazioni contro le mafie, che in questa data legge il lungo elenco dei nomi delle vittime di mafia e fenomeni mafiosi.
A Torre Annunziata il 23 novembre 2014, nel 18º anniversario dell’omicidio, gli è stato intitolato il presidio di Libera sito in via Gambardella.
Sempre nella città oplontina, il viale adiacente allo Stadio Alfredo Giraud è intitolato a Raffaele Pastore, mentre in via Carminiello, nel punto in cui fu ucciso, è stato piantato un albero di ulivo.

 

 

 

Come riteneva Benedetto Croce, l’identità di un popolo è nella sua storia: il nostro paese è da secoli stato teatro di tragedie conclusesi con sangue e lacrime. Ad oggi, mantenere la memoria di ciò che è successo è vitale, per continuare a far valere i principi costituzionali e civili.

La storia di questo imprenditore dimostra che per vivere onestamente bisogna essere degli Eroi, dimostrando di essere fedeli ai propri principi morali e civili.
Purtroppo, in questo mondo, gli Eroi di questo tipo, rischiano spesso la Vita.
E’ ancora troppo diffusa l’idea che vivere secondo le proprie leggi -anche a discapito del rispetto della libertà e dei diritti degli altri- è più conveniente. Per quanto le forze dell’Ordine sul territorio si dimostrino presenti e attive, se i cittadini “non sentono” la vicinanza delle Istituzioni (i piani alti), avranno maggiori difficoltà a credere di riuscire a tener testa a chi usa la violenza e la sopraffazione, e finiranno per chinare il capo -per non perdere la vita.

Se il sentimento di “rigetto” rispetto a questi “poteri paralleli” fosse convinto, potente e appassionato, probabilmente “sarebbe più facile” tranciare le fondamenta di questi “poteri oscuri” che avvelenano la società ed ammazzano la vita delle persone per bene.

E’ necessario quindi uno Stato più forte, più presente, più vicino alla realtà quotidiana dei suoi cittadini. Non basta soltanto il lavoro delle Forze dell’Ordine -che spesso ha a disposizione mezzi e risorse troppo deboli- serve anche che dall’alto, le figure ai posti di comando si mostrino e dimostrino di essere credibili, autorevoli, incorruttibili… Per questo fare Politica non può essere per tutti -specialmente se si vuole occupare un ruolo di grande responsabilità.

 

 

Redazione Campania

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