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Hamsik: “Non mi vergogno dell’eliminazione, dobbiamo alzare la testa”

Marek Hamsik, ha parlato tramite il suo sito ufficiale della sconfitta del Napoli contro il Villareal: “Avremmo potuto segnare più goal nel primo tempo. Abbiamo creato tante occasioni, ma siamo stati un po’ sfortunati nel finale di gara. Non dobbiamo mica vergognarci dell’eliminazione, abbiamo tenuto testa al Villareal. Da oggi in poi ci concentreremo sul campionato”. 

Unioni civili, Cirinnà: “Quasi pronto un ddl sulle adozioni gay”

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La senatrice: “Tradita dai 5 Stelle, Alfano e Lorenzin dicono cose gravissime”. Serracchiani: “L’Italia entra in una nuova epoca”

ROMA – Nonostante la travagliata approvazione da parte del Senato, il dibattito sulla legge sulle Unioni civili non si è ancora spento. “Un ddl sulle adozioni per le coppie omosessuali è quasi pronto. Verrà incardinato alla Camera, dove i numeri sono sicuri, in modo che arriverà al Senato blindato” ha annunciato la senatrice Pd Monica Cirinnà intervenendo ad Agorà su Rai Tre. 

“Questo è un paese arretrato, con discriminazioni profonde – ha poi sottolineato la Cirinnà – questo nuovo Parlamento, con molte donne e giovani, si è dimostrato più attento dei precedenti. Io sono stata tradita dai colleghi del M5S, con cui ho condiviso un lavoro per due anni”. “Qualcuno ha giocato con la vita delle persone – ha aggiunto la Cirinnà –  io non potevo esporre la mia legge alla falcidia del voto segreto. La nostra è una vittoria a metà, manca ancora la parte sulle famiglie”.

La senatrice ha criticato anche anche l’atteggiamento di Ncd: “Quella di Alfano non è una svista. Il suo partitino dello zero virgola ha la necessità di ritagliarsi uno spazio politico, rivolgendosi a quella parte dell’Italia ancora arretrata e medievale. Dove vivono Alfano e la Lorenzin? Dicono cose gravissime, ma – ha sottolineato – non hanno vinto loro. Ieri ha vinto l’Italia migliore. E’ che hanno inserito questa cosa vergognosa della cancellazione di obbligo alla fedeltà, ma la toglieremo anche dal matrimonio civile. La verità è che Ncd si è dovuto piegare, perchè loro non volevano riconoscere diritti alle coppie omosessuali. Comunque, sapendo che non c’erano i numeri siamo dovuti tornare nelle braccia di Alfano, un alleato di governo scomodo, retrivo, che speriamo presto di non avere più”. 

Unioni civili, Tito: “Un compromesso, ma dopo decenni di attesa un risultato c’è (VIDEO)”

“Il dato certo e innegabile è che da ieri l’italia entra in un’epoca nuova, in cui ha trovato cittadinanza il diritto a uno degli elementi più importanti e semplici della vita: amarsi e stare insieme indipendentemente dal sesso”, ha commentato su Facebook il commento di Debora Serracchiani, presidente della regione Friuli Venezia Giulia e vice segretario del Pd. Per l’esponente dem “nonostante tutti gli inghippi tentati e i voltafaccia dell’ultimo minuto il Pd ha mantenuto saldi i nervi e ferma la rotta: l’obiettivo da raggiungere era rendere legge le unioni civili e noi ci siamo riusciti. Altri non ci hanno nemmeno provato o hanno fallito. Chiaramente non smetteremo di lavorare per colmare le lacune rimaste in tema di adozioni ma da oggi potrà cambiare la vita di moltissime persone e da qui si parte, non da zero”.

Unioni civili: cos’è l’obbligo alla fedeltà (VIDEO)

L’atto di accusa di Roberto Saviano: “Napoli buco nero del Pd, qui la politica non si è rinnovata”. CONCHITA SANNINO*

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A pochi mesi dalle comunali lo scrittore denuncia la mancanza di rinnovamento della politica. Compresi i 5Stelle: “Sono una estensione della volontà di Casaleggio”

“Napoli ha bisogno di altro, di trasparenza, di idee. E di un radicale rinnovamento politico, a cominciare dal Pd”.

Era il 2011, Roberto Saviano intervenne – come al solito senza mediazioni – dopo le primarie democrat dei veleni, la consultazione rimasta per sempre nel limbo e che avrebbe inesorabilmente inciso su quella tornata per il Comune di Napoli. Cinque anni e una “svolta arancione” dopo, Repubblica ragiona con l’autore di Gomorra e di Zero zero zero sul panorama che offrono queste amministrative: il percorso (non) compiuto dal Pd a Napoli e in Campania, i limiti dell’esperienza di de Magistris, le defaillance della proposta grillina evidentemente ancora segnata dal caso Quarto.

Saviano, leviamoci un pensiero.Cinque anni fa, dopo il caos, lei propose il nome di Raffaele Cantone, ora in trincea nell’Anticorruzione.
Augurandoci che le primarie a Napoli siano una sana e serena giornata di partecipazione, non avrà mica un nome in mente?

“Le do la risposta che qualche mese fa diede un napoletano che stimo moltissimo a chi lo indicava come il candidato ideale a sindaco di Napoli. Si tratta di Paolo Siani, fratello di Giancarlo, professionista stimato, persona perbene. Siani, lo sintetizzo così, rispose: “Sono lusingato per la proposta avanzata dal Pd, ma voglio continuare ad impegnarmi a tempo pieno come pediatra e sul versante della legalità”. Ecco: non basta essere una persona perbene per essere anche un buon sindaco”.

Cosa salva e cosa boccia dell’esperienza de Magistris?
“Il sindaco aveva una missione, l’ha fallita. Alla fine di un mandato non è importante isolare cosa vada salvato o cosa vada bocciato, bisogna capire che città si è ereditata e che città si lascia in eredità. Oggi a Napoli si spara in pieno centro. E si spara per le piazze di spaccio. Questa è la realtà. Invece. Non una parola sulla genesi degli agguati, delle morti e dei ferimenti. Fare politica a Napoli e in Campania dovrebbe voler dire essere l’avanguardia della politica in Italia, dovrebbe voler dire avere idee, proposte e tenersi lontani il più possibile dalle logiche delle consorterie”.

Sui democrat, a “Ballarò”, è stato durissimo. Il Pd più credibile, ha detto, è quello vecchio “delle clientele”, di Bassolino.
“Il Pd nazionale della Campania e di Napoli si lava continuamente le mani. Lo sa come percepiscono a Roma queste realtà tanto difficili da gestire? Come buchi neri: posti dove secondo i vertici c’è solo da perdere la faccia. Nulla di buono, secondo loro, può venire da realtà tanto compromesse e così poco studiate e approfondite. Ecco perché non c’è nessuna proposta nuova, nessun percorso alternativo, ma tutto è sempre abbandonato ad assetti già esistenti. Cosa c’è da spiegare? È tutto così evidente”.

Cosa succede al Movimento 5 Stelle? A Napoli non riescono ancora a indicare un candidato sindaco, e a sedare malumori interni dopo i 36 espulsi di poche settimane fa.
“Il Movimento 5 Stelle, che sul Sud poteva fare davvero la differenza, sconta un vizio di forma: essere sempre meno un partito e sempre più un’estensione della volontà di Gianroberto Casaleggio, al secondo esperimento politico dopo l’Italia dei Valori. Il codice d’onore, la multa per chi non segue la linea e – anche con riferimento al caso Quarto – le espulsioni, assumono un profilo pericoloso perché antidemocratico, quello della cessione di sovranità attraverso la negoziazione privata. Per logica dovrebbe essere: se vengo democraticamente eletto, credo di poter amministrare secondo le specificità del mio territorio. Ma al M5S questo non basta, perché invece dovrò seguire delle linee guida che non possono essere le stesse ovunque”.

Lei non parla del codice etico, ovviamente…
“Ovviamente. Non parlo di concetti come l’onestà, o dell’assenza di procedimenti penali a carico di chi si candida o viene eletto, ma delle specificità territoriali: che non possono avere le espulsioni o le multe come conseguenza di posizioni prese in disaccordo con il direttorio. Per cui basta prendere una decisione in dissenso e sei cacciato. Mi domando se gli iscritti al Movimento questa cosa l’abbiamo compresa, se la ritengano giusta o se la subiscano. La mia sensazione è che anche per loro politica ormai sia solo comunicazione, senza nessun cambiamento concreto”.

Casalesi e Terra dei Fuochi. Il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, ha cancellato la presentazione del libro del boss Gaetano Vassallo per non offendere la sensibilità di famiglie colpite dalla camorra, e perché ha saputo che era retribuito dalla casa editrice come la legge prevede. Gesto coraggioso?
“Coraggiosissimo e coerente. Tanto più coraggioso perché va nella direzione opposta rispetto all’ordinamento giuridico italiano che non contempla, da parte di chi ha commesso un reato, anche gravissimo, una seria assunzione di responsabilità. Faccio un esempio perché si comprendano le ragioni di Natale: che sono concretissime. Jordan Belfort è l’autore di Wolf of Wall Street, il libro da cui è tratto l’omonimo film di Scorsese, interpretato da Di Caprio. Belfort è stato uno dei più abili broker che Wall Street ricordi, ma anche un truffatore colossale. Fu arrestato nel 1998 per frode e riciclaggio, aveva venduto azioni di piccole società ingannando gli investitori. Il governo statunitense non si è limitato ad accogliere la piena collaborazione di Belfort e a infliggergli 22 mesi di carcere, ma ha preteso, perché è la legge statunitense a prevederlo, che risarcisse in denaro le sue 1.513 vittime, per un importo pari a 110,4 milioni di dollari”.

Vuol dire che Belfort ora lavora per risarcire le vittime?
“Appunto. Scrive e lavora per ripagare le sue vittime, non solo per lucrare. Vassallo, boss casalese, non sta lavorando per risarcire le sue vittime, ma per guadagnare una seconda volta su un reato perpetrato per 20 anni che ha devastato intere aree, compromesso la salute di cittadini, rafforzato il potere del clan dei casalesi. Oggi è intollerabile che possa godere dei benefici che derivano dal racconto di quell’odioso reato. E dove fallisce lo Stato, in questo caso per mancanza di pragmatismo del sistema giuridico, provano a porre rimedio quegli amministratori come Renato Natale a cui va tutto il mio appoggio”.

*larepubblica

  • Il j’accuse di Saviano: “Napoli senza futuro, per il Pd è un buco nero e De Magistris ha fallito”. CONCHITA SANNINO*

Il j’accuse di Saviano: “Napoli senza futuro, per il Pd è un buco nero e De Magistris ha fallito”. CONCHITA SANNINO*

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L’intervista. A pochi mesi dalle comunali lo scrittore denuncia la mancanza di rinnovamento della politica. Compresi i 5Stelle.

ROMA. “Lo sa il Pd nazionale come tratta i posti difficili del sud? Come buchi neri. E difatti tende a lavarsene continuamente le mani”. Roberto Savianonon ha smesso di scagliare le sue analisi indigeste. “Quello che accade a Napoli e in Campania è esemplare, basta osservare l’offerta politica, l’assenza di un autentico rinnovamento, proprio quando si decide il destino di una capitale del Mezzogiorno sempre più povera, e più preda del crimine”. Ma ne ha anche per gli altri. “I Cinque Stelle sono un’estensione della volontà di Casaleggio. E il sindaco de Magistris ha fallito l’unica missione che aveva”. Uno sguardo non addomesticato né dalla fama, né dalla (periodica) lontananza. Lo scrittore guarda dall’America al Mezzogiorno e alla sua Napoli, una delle metropoli che a giugno va al voto amministrativo in una sfida che non si annuncia semplice per il Pd di Matteo Renzi.

Saviano, cos’è cambiato cinque anni dopo la svolta arancione che accomunò Napoli a Milano, Genova e Cagliari? Con quale animo andrebbe a votare, se fosse rimasto in città?
“Io non voto a Napoli perché da dieci anni vivo sotto scorta. Forse bisognerebbe chiederlo a chi vive in una città dove si spara quotidianamente, dove è quasi impossibile trovare lavoro, dove non si investe più. Purtroppo, ciò che opprime la vita di tanti cittadini, o li costringe ad andare via, non è cambiato”.

De Magistris si ricandida: si è paragonato al Che, poi a Zapata. Cosa salva e cosa boccia della sua “rivoluzione”?
“Il sindaco aveva una missione e l’ha fallita. A fine mandato non è importante isolare cosa va salvato e cosa no, ma quale città si è ereditata e quale città si lascia. L’evoluzione delle organizzazioni criminali a Napoli non ha vita propria, ma si innesta nel tessuto cittadino e in quello politico e imprenditoriale. Se fino a qualche anno fa era quasi solo la periferia a essere dilaniata da continui agguati di camorra, ora si spara in pieno centro. E si spara per le piazze di spaccio. Non una parola sulla genesi di agguati e ferimenti. Non una parola sul mercato della droga che in città muove capitali immensi. Fare politica a Napoli e in Campania dovrebbe voler dire essere l’avanguardia della politica in Italia, avere idee, proposte, e tenersi lontani il più possibile dalle logiche delle consorterie”.

Sul Pd ha detto, a Ballaró, che la “più credibile è la vecchia generazione, che con Bassolino ha clientele”. Ma lui, osteggiato dai renziani, può raccontarsi come nuovo.
“Lo ripeto. Io vedo che il Pd nazionale si lava continuamente le mani della Campania e di Napoli. Buchi neri, così percepisce le realtà tanto difficili da gestire. Ecco perché non c’è nessuna proposta nuova, nessun percorso alternativo, ma tutto è lasciato ad assetti già esistenti. Cosa c’è da spiegare? È tutto evidente”.

Il Movimento 5 Stelle appare ancora segnato dal caso Quarto: da 20 giorni non riesce a indicare il candidato sindaco di Napoli e a sedare malumori.
“Il Movimento 5 Stelle, che sul Sud poteva fare la differenza, sconta un vizio di forma: essere sempre meno un partito e sempre più un’estensione della volontà di Casaleggio. Così il codice d’onore, la multe e – vedi Quarto – le espulsioni assumono un profilo pericoloso perché antidemocratico: quello della cessione di sovranità attraverso la negoziazione privata. Per logica dovrebbe essere: se vengo eletto, credo di poter amministrare secondo le specificità del territorio. Ma nel M5S non è così, perché basta invece prendere una decisione in disaccordo col direttorio per essere cacciato via. Mi domando se gli iscritti al Movimento questa cosa l’abbiano compresa, se la ritengano giusta o la subiscano. La mia sensazione è che anche per loro la politica ormai sia solo comunicazione”.

Cosa serve di più al futuro sindaco di Napoli?
“Attenzione costante. E progetti veri: da Roma, dall’Europa. Nessun politico, nessun partito può farcela senza un progetto nazionale e internazionale che sostenga la riforma della città. Chiunque creda di potercela fare inganna se e gli elettori”.

Nella città dove i killer sono sempre più “bambini”, gli intellettuali si dividono sulla temporanea esposizione a Roma d’una splendida opera del Caravaggio. Ha vinto il no. Lo chiedo a lei che ha fondato una corrente narrativa: ma Gomorra si può esportare e i capolavori d’arte no?
“Capisco la provocazione: un Caravaggio esposto a Roma avrebbe agito ottimamente da marketing per il turismo. Se poi è vero quanto ho letto, e cioè che il prestito avrebbe garantito fondi per una casa rifugio al rione Sanità per donne e bambini, allora credo che certe polemiche non solo siano sterili, ma anche dannose. Il Il Pio Monte della Misericordia, dove si trova il Caravaggio, è in via dei Tribunali, a due passi da Forcella, dove a Capodanno è stato ucciso un innocente. Mi viene da sorridere quando oltre al vincolo di inamovibilità si fa appello alla comprensione dell’opera solo nel contesto che in cui è inserito. Perché quel contesto è terribile e difficile per chi ci vive e per chi resiste”.

*larepubblica

Il Punto – 26 febbraio

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Il presidente della Commissione europea Juncker incontra il premier Renzi dopo mesi di polemiche e un inizio di ricucitura dei rapporti all’insegna di cinque proposte del governo italiano. Nelle quali si vuole più Europa, proprio mentre decolla il referendum sulla Brexit che – comunque vada – metterà in soffitta la Ue di oggi. Prevale l’opinione che l’eventuale uscita inglese dalla Ue sarebbe una iattura. Ma c’è anche chi pensa che un Regno Unito fuori dalla Ue non potrà più minarne la coesione. Indebolito, dovrà bussare per negoziare un accordo commerciale. E l’Unione ne uscirebbe più forte.

Nelle primarie americane, Hillary Clinton è in difficoltà con l’elettorato femminile tanto che la parità di genere – il suo cavallo di battaglia – è uscita dall’agenda politica. In attesa del Super Tuesday del primo marzo, una “Lettera dagli Usa” ci racconta come Obama le dia una mano imponendo alle imprese di fornire i dati (segreti) sugli stipendi di uomini e donne alla Commissione per le pari opportunità.
Il tanto richiesto taglio della produzione del petrolio per riequilibrare i prezzi potrebbe arrivare non dai paesi Opec o dall’Arabia Saudita ma dalle sabbie bituminose del Nord America. Dove i piccoli produttori di shale oil si sono indebitati enormemente con le banche che già fanno scattare l’allarme contagio.
Con la fine del patto di stabilità interno, i comuni possono sbloccare i pagamenti delle spese in conto capitale e utilizzare risorse finora rimaste dormienti. La maggiore capacità di spesa (stimata oltre 4 miliardi) potrebbe però non essere veramente destinata agli investimenti e perdersi in altri rivoli. Sarebbe un peccato.
In Europa oltre il 20 per cento, in Italia quasi doppia, la disoccupazione giovanile può essere contrastata – suggerisce un raffronto con altri paesi – con un mix tra programmi di accompagnamento al lavoro e incentivi occupazionali. La formazione professionale per tutti è un bluff: funziona solo su obiettivi specifici.
Abbiamo raccolto in un Dossier le analisi dettagliate che abbiamo pubblicato nelle ultime due settimane sui primi due anni di governo Renzi: che cosa ha fatto, le occasioni mancate, quel che c’è da fare.

  • Le proposte fuori tempo dell’Italia all’Europa
    26.02.16
    Francesco Daveri

    Non si può andare a Bruxelles, come ha fatto l’Italia, a proporre più Europa proprio nel momento in cui decolla il referendum sulla Brexit, che comunque cambierà tutto. L’esigenza di ripartire da Eurozona e dai suoi meccanismi per non sprecare i risultati raggiunti finora. Anzi per consolidarli.

  • E se la Brexit facesse bene all’Unione?
    26.02.16
    Paul De Grauwe

    Il 23 giugno nel Regno Unito si terrà il referendum sulla permanenza nella UE. E per l’Unione è meglio una vittoria dei sostenitori della Brexit. Perché non è nell’interesse dell’Europa mantenere tra i suoi membri uno stato ostile allo spirito comunitario. E che persegue strategie volte a minarlo.

  • Un taglio allo shale oil
    26.02.16

    Jacopo Brilli

    Saranno gli Usa e non i paesi Opec a ridurre la produzione di petrolio? L’industria dello shale oil ha costi elevati e i piccoli produttori si sono indebitati enormemente per finanziare le campagne di perforazione. Intanto, si pensa a inasprire la legislazione per limitare l’impatto ambientale.
  • Spese dei comuni: quanto vale il pareggio di bilancio
    26.02.16
    Massimiliano Ferraresi, Patrizia Lattarulo e Leonzio Rizzo

    La fine del patto di stabilità per i comuni permette di superare il blocco dei pagamenti delle spese in conto capitale e di utilizzare risorse che altrimenti sarebbero state risparmiate. La maggiore capacità di spesa sarà effettivamente destinata agli investimenti? Una stima delle cifre in ballo.

  • Politiche efficaci per i giovani in cerca di lavoro
    26.02.16
    Francesco Giubileo e Francesco Pastore

    La disoccupazione giovanile è un problema di tutta Europa. In Italia si assesta tra il 40 e il 50 per cento. Su quali servizi investire per aiutare i giovani a trovare lavoro? Vantaggi e svantaggi di programmi di accompagnamento, formazione, incentivi occupazionali e posti finanziati dallo Stato.

Siluri…..Nostrani. (Mauro Lo Piano)

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Lunedi’ 22 Febbraio anno astrale 2016, costellazione Palazzo D’Orleans, giorno nero per Governo Crocetta, di festa per il Centrodestra, e il M5S. 

Essere riusciti con una serie di votazioni a scrutinio segreto a far tagliare 24 mila euro per i viaggi del Governatore, 12 mila euro per l”Assessore alle Attivita’ Produttive, Mariella Lo Bello, per finire, un milione di euro destinato al Fondo dei Dirigenti, e’ stato stornato per Opere Pubbliche. Una bella vittoria per le opposizioni, una sonora sculacciata per il Governo Regionale “orfano” di numerosi Parlamentari assenteisti. 

 
I 3 “siluri nostrani”, Classe Stegocefali, hanno fatto traballare la corazzata PD, ma non sono bastati ad affondarla, per salvarla da altre figuracce, la maggioranza ridotta in minoranza, ha dovuto sospendere frettolosamente i lavori.

 
Le somme “stornate” ammontanti a 36 mila euro, saranno destinate per le pulizie di primavera e le utenze della Regione, si sconosce se basteranno per un solo bimestre o per tutto l’anno, dipendera’ dai loro costi gestionali. 

 
Prima domanda piu’ che lecita, in un momento di perenni e cicliche restrizioni a cui vengono sottoposti milioni di Siciliani, perche’ predicare bene, e razzolare male?. Crocetta ha sempre affermato e questo era stata la priorita’ data durante tutta la sua campagna elettorale di voler ridurre spese e sprechi, forse pensava a quelle degli altri e non alle proprie.
 
La seconda e’ d’obbligo :
 
A quanto ammonta il budget annuale del Presidente Crocetta?, un taglio di 24 mila euro, fa presupporre che le sue spese istituzionali possano ammontare a cifre pari ad almeno 4 o 5 volte l’importo della decurtazione. Non avendo dati certi sulle spese e’ giusto immaginare quanto gli sia consentito di spendere annualmente per i suoi doveri istituzionali.
 
Mal comune? tanto gaudio, se Renzi si sposta con aerei plurimilionari da 175 milioni di euro, targati Repubblica Italiana, perche’ non concedere da parte del Governo Nazionale ad un “fedele” suddito targato PD, quelle poche migliaia di euro che gli permetterebbero di non farlo volare low cost?
 
Le “Spese Istituzionali”, comprendono un pacchetto nutrito di agevolazioni e privilegi, adatti a rendere piu’ facile e comoda la vita dei Parlamentari, le priorita’ una volta acquisite, sara’ difficile che vi si possa rinunciare.

 
Aerei…..    Classe Businnes…… noblesse oblige.
 
Treni……….Frecce tricolori, non dormitori pubblici. 
 
Alberghi……400 per notte, con prima colazione, Ristorante non compreso.
 
Altre spese da non sottovalutare sono gli spostamenti su strada :
 
Auto blu con annessa scorta, a Crocetta ne sono state date in dotazione 3, nonostante abbia questa disponibilita’, il Governatore offrendo spontanee dichiarazioni alla Stampa, ha dichiarato che per nessuna ne puo’ fare uso. Possibile che gli abbiano assegnate auto da rottamare?. Proseguendo nella sua dissertazione, ha sottolineato che si sentiva piu’ protetto quando era Sindaco di Gela.
 
Possibile che gli “Angeli Custodi” non siano di suo gradimento?
 
C’e’ da restare non basiti, ma gela…ti.
 
Cosa spenda un politico per le trasferte istituzionali, non dovrebbe essere un segreto di Stato, una cosa e’ certa il prezzo che ogni Cittadino Italiano paga solo per farli alzare dalla sedia, e’ molto alto. 
 
Viaggiano, mangiano, pernottano, tutto a spese dei contibuenti, perdeno spesso tempo in conferenze e dibattiti inutili, si sentono emeriti scienziati, ma la cultura di molti di essi, lascia molto a desiderare, per alcuni si dovrebbero aprire le porte non della buona scuola Renziana, ma della ottima scuola dell’obbligo.
 
Per finire :
 
La cosa piu’ grave e’ che molti di questi Galantuomini in doppio petto blu, rubano pure per mantenere il loro Status Quo, poca importanza avra’ se un giorno perderanno faccia e dignita’, piu’ sono ladri, tanto piu’ saranno riammessi negli anfiteatri della politica mangereccia. Purtroppo questo e’ il prezzo che dobbiamo pagare per avere tanti politici privi di ogni dignita’.
 
Per i siluri ricevuti a Palazzo d’Orleans, qualsiasi Governo sarebbe andato a casa, quello Crocettiano non lo ha fatto, inutile domandarsi il perche’. Hanno preferito gettare l’ancora aspettando giorni migliori.
 
Rosario Crocetta, da questo momento dovra’ mettere le mani in tasca? si dovra’ pagare i viaggi costituzionali?, pompare la benzina? pagare albergo e ristoranti?. Tranquilli, una soluzione la trovera’, e ogni “cosa” tornera’ come prima, ricordo vagamente una canzone cantata da Mary Poppins……….
 
                     Con un po’ di zucchero la pillola va giu’, la pillola va giu’.

Sorpresa, gli Usa difensori della privacy MASSIMO RUSSO*

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Il nome è in apparenza neutro, «legge sul ricorso giurisdizionale». Ma la norma approvata dal Congresso degli Stati Uniti ci riguarda da vicino e ha in sé l’affermazione di una leadership economica e culturale planetaria. Non attraverso la forza, ma con l’allargamento dei diritti. Il terreno su cui si dispiega questo disegno è costituito dai dati personali. Il riconoscimento dell’habeas data– il diritto del singolo a disporre delle informazioni che lo riguardano – significa per il 21° secolo quel che l’habeas corpus fu nel Medio Evo.  

Allora il diritto a non essere privati della libertà senza il pronunciamento di un giudice naturale significò la fine dell’arbitrio. Oggi la legge firmata dal presidente Barack Obama riconosce ai cittadini delle nazioni alleate la medesima tutela della privacy prima accordata ai soli americani. D’ora in poi noi europei potremo far causa alle agenzie governative Usa qualora esse ci abbiano spiato o abbiano utilizzato i nostri dati in modo improprio. Il provvedimento nasce dalla necessità di ristabilire la fiducia sulle due sponde dell’Atlantico dopo il caso di Edward Snowden, che con le sue rivelazioni tre anni fa rese ufficiale ciò che da tempo era voce corrente: la pratica delle intercettazioni, del monitoraggio e della raccolta di dati personali a strascico provenienti da conversazioni e posta elettronica da parte della National security agency (Nsa) e di altri organismi federali. Uno scandalo di cui si è tornati a parlare proprio in questi giorni, con la pubblicazione da parte di Wikileaks dei rapporti che provano come anche Silvio Berlusconi e il suo staff di governo fossero intercettati.  

L’apertura, vista dalla prospettiva americana, è un deciso cambio di tendenza rispetto al passato e comporta alcuni rischi: ora uno straniero avrà una base giuridica per portare in giudizio l’amministrazione. Inoltre diventeranno più difficili gli accertamenti nei confronti degli europei sospettati di terrorismo, verso i quali prima esisteva una sorta di libera licenza di intercettazione. Tuttavia la legge risponde a un chiaro disegno strategico: in un’economia globalizzata, garantire diritti anche a non cittadini rende più appetibile per le grandi aziende multinazionali e per gli over the top, le grandi piattaforme digitali, insediarsi negli Stati Uniti. Il provvedimento inoltre toglie forza e ragioni a quanti in Europa si erano battuti affinché gli Usa non fossero più considerati safe harbor, un porto sicuro per la conservazione e il trattamento delle informazioni di milioni di clienti delle multinazionali.  

Il messaggio è semplice: se vuoi cogliere le straordinarie opportunità offerte dalla digitalizzazione dell’economia, il tuo orizzonte non sono più i confini nazionali. Dunque il soggetto destinatario dei diritti non sono più i tuoi cittadini, ma i potenziali consumatori globali. Che devi conquistare con la moneta della fiducia.  

Ribaltando il punto di vista, le prerogative di cui godiamo noi singoli non sono più determinate solo dal passaporto che abbiamo in tasca, ma anche dalle nostre scelte di consumo. Un tema tanto più rilevante in vista dell’approvazione del nuovo Accordo transatlantico sul commercio e gli investimenti (Ttip), che tra Europa e Usa formerà il più grande spazio di commercio e scambio al mondo.  

A questa sfida il Vecchio Continente si presenta in ordine sparso. Il commissario Ue per la Giustizia Vera Jourová ha plaudito alla legge, definendola «un progresso storico degli sforzi per ripristinare la fiducia nei flussi di dati transatlantici». Ma l’Unione arriva all’appuntamento ancora frammentata in 28 ordinamenti, con altrettante autorità di garanzia, e addirittura con l’ipotesi di ricostituire i confini interni. Un ritardo reso ancor più grave dal fatto che protagonisti della partita non sono più solo gli Stati ma anche le imprese. Il conflitto tra Apple e Fbi di questi giorni, con la società che resiste alla richiesta di rendere accessibili le informazioni contenute nei nostri telefoni, ci parla proprio di questo. Su dati personali, diritti e fiducia, si gioca uno scontro chiave. Lo vincerà chi riuscirà a convincerci di garantirli meglio. 

* @massimo_russo  / lastampa

 
Alcuni diritti riservati.

Sostituzione arbitrale a Cosenza: Viotti di Tivoli sostituisce Rossi di Rovigo

Per la settima giornata di ritorno del campionato di Lega Pro girone C che si disputerà domenica alle ore 14 allo stadio “San Vito – Gigi Marulla” di Cosenza, il designatore Antonio Giannoccaro per motivi influenzali ha dovuto sostituire Luigi ROSSIdella sezione di Rovigo con Daniele VIOTTI della sezione di Tivoli per la direzione di gara tra Cosenza e Juve Stabia.

Viotti, nato a Roma il 12 settembre 1986, è al suo secondo campionato in Lega Pro e non ha alcun precedente con la Juve Stabia.

Invariati gli assistenti che restano Michele FALCO della sezione di Bari e Giuliano PARRELLA della sezione di Battipaglia.

Giovanni MATRONE

VIDEO ViViCentro – Valdifiori: “E’ solo sfortuna, peccato! Ora testa a Firenze”

Il Napoli pareggia 1-1 allo stadio San Paolo contro il Villarreal ed è costretto a dire addio all’Europa League. Quel traversone sbagliato di Pina si insacca alle spalle di Reina ed è l’ennesimo episodio sfortunato di un periodo particolare. Nel post partita è intervenuto ai nostri microfoni Mirko Valdifiori.

dal nostro inviato al San Paolo, Ciro Novellino


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Napoli-Villareal, Insigne: “Bisogna mantenere la tranquillità”

E’ intervenuto, ai microfoni di Sky, Lorenzo Insigne, che ha dichiarato: “Un po’ di sfortuna ma dobbiamo guardare avanti. testa a lunedì, con la Fiorentina sfida importante. È un momento così in cui dobbiamo mantenere la tranquillità e continuare a lavorare. Il mister sa che mi esprimo meglio a sinistra ma cerco di mettermi a disposizione in ogni posizione. Siamo consapevoli che la  Fiorentina è una grande squadra, sarà una partita molto difficile ma dobbiamo fare il nostro gioco”.

Napoli-Villareal, Sarri: “Momento sfavorevole, ma i ragazzi hanno dato il massimo. Higuain? Deve continuare a lavorare”

E’ intervenuto, ai microfoni di Sky, mister Sarri, al termine del match tra suoi ragazzi e il Villareal: “Momento sfavorevole ma i ragazzi hanno dato il massimo. Nulla da dire su Higuain, deve continuare a lavorare: momenti così capitano a tutti. Per quanto riguarda Gabbiadini non possiamo fare una partita intera col 4-2-4, il cambio  modulo va fatto a partita in corso  per necessità. Devo ringraziare questo splendido pubblico e i ragazzi che hanno dato il massimo. È un periodo così ma non bisogna piangersi adosso, se continuiamo con queste prestazioni e i risultati arriveranno. L’ aspetto positivo è che possiamo prepare meglio le partite di campionato ma dispiace interrompere il cammino europeo. Rispetto a prima siamo più frenetici nelle azioni decisive, è frutto del momento; serve solo il risultato per rimettere le cose a posto. “

Napoli-Villareal, Valdifiori: “Gli episodi ci hanno penalizzato, bisogna lavorare”

Valdifiori è intervenuto nel post partita a sky, queste le sue parole: 

Ci tenevamo a fare bene, è un periodo in cui gli episodi ci penalizzano. Bisogna uscire da questo momento e lunedì dobbiamo dimostrare la nostra personalità. Dobbiamo continuare a lavorare per lasciarci alle spalle questi risultati e ripartire già da Firenze. Abbiamo avuto diverse occasioni contro una squadra importante tenendo il piglio del gioco, ciò denota che siamo una grande squadra” .

Napoli-Villareal, Hamsik: “Abbiamo dato il massimo, adesso testa al campionato”

E’ intevenuto, ai microfoni di Sky, subito dopo il fischio finale del match, Marek Hamsik: “Grande prestazione ma la sfortuna ci perseguita. Tanta sfortuna, abbiamo fatto una grande gara e dopo il gol subito non era facile fare due gol al Villareal. Ci dispiace per l’ eliminazione ma abbiamo fatto il massimo. Ora testa al campionato “.

Europa League, Napoli-Villarreal, i voti di Vivicentro: peccato!

Il Napoli non va oltre al pari con il Villarreal e dice addio all’Europa League. Questi i voti di Vivicentro.it:

Reina 5.5, Hysaj 6, Albiol 6.5, Chiriches 5.5, Strinic 5.5, David Lopez 6, Valdifiori 6, Hamsik 6.5, Insigne 7, Mertens 6.5, Higuain 5.5. A disp. Gabriel, Allan, Callejon, Jorginho 6, Maggio 6, Gabbiadini 6, Koulibaly. All. Sarri 5.5

dal nostro inviato al San Paolo, Ciro Novellino

LIVE, SAN PAOLO- Accorsi numerosi i tifosi del Villareal

Gol di Marek Hamsik, il Napoli sull’uno a zero non molla e lotta per la qualificazione. Live dal San Paolo, con il nostro Ciro Novellino, ecco i tifosi del Villareal, accorsi in tanti per supportare la squadra. In attesa di un secondo tempo che si prospetta ricco di emozioni. 

Migranti, Grecia: “Non diventeremo magazzino di anime”. Ue: “Riduzione flussi in 10 giorni o sarà collasso”

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Un campo di profughi e migranti al confine tra Macedonia e Grecia, dove sono bloccate migliaia di persone (afp)

L’Unione europa rafforzerà controlli a frontiere esterne. Dopo il controvertice tra Austria e Stati balcanici, Atene richiama il proprio ambasciatore a Vienna per “consultazioni”. Summit Ministri dell’Interno a Bruxelles. Alfano: “Va cambiato il sistema di Dublino”. Nuovo incontro il 7 marzo per fare il punto

BRUXELLES – Tensione sempre altissima all’interno dell’Unione europea sul delicatissimo tema dei migranti, all’indomani del “controvertice” tra Austria e Paesi balcanici che ha escluso la Grecia. E mentre a Bruxelles si riuniscono i ministri dell’Interno dell’Unione, Atene richiama per consultazioni il proprio ambasciatore a Vienna, Chrysoula Aleiferi, “al fine di preservare le relazioni amichevoli tra i popoli e gli Stati di Grecia ed Austria”. L’obiettivo prioritario del governo ellenico è ben sintetizzato dal vice ministro per l’Immigrazione Ioannis Mouzalas: “La Grecia non accetterà azioni unilaterali. Anche noi possiamo farne. Non accetteremo di diventare il Libano d’Europa e di diventare un magazzino di anime, anche se questo comporta un aumento di fondi”.

Prima intesa sul rafforzamento dei controlli. In questo clima incandescente, con l’Ue che chiede chiarimenti all’Ungheria sull’ipotesi di indire un referendum sulle quote obbligatorie, la riunione di Bruxelles ha raggiunto un primo risultato con un’intesa sul rafforzamento dei controlli alle frontiere esterne dell’Ue. I ventotto riuniti a Bruxelles dovranno ora negoziare col Parlamento le loro proposte che prevedono, in particolare, “l’obbligo” per gli Stati membri responsabili delle frontiere esterne (Italia e Grecia, soprattutto) di condurre “controlli sistematici di tutte le persone, incluse quelle che godono di libertà di movimento in base alle regole Ue quando attraversano le frontiere esterne” dell’Unione in ingresso e in uscita. I controlli si applicano dunque anche ai cittadini europei. Si prevede anche la possibilità di applicare simili controlli anche per quanto riguarda lo spazio aereo.

Onu preoccupata per nuovo sistema di controlli. E sul tema dei controlli la Commissione diritti umani dell’Onu ha espresso “seria preoccupazione” per le misure decise la scorsa settimana a Zagabria dai capi della polizia di Macedonia, Serbia, Croazia, Slovenia e Austria. L’accordo per un nuovo sistema di controlli, selezione e registrazione dei migranti che verranno eseguiti una sola volta, al confine tra Grecia e Macedonia, comporta “conseguenze negative per i diritti umani dei migranti”, sottolinea l’Alto commissario Zeid Ràad Al Hussein in un comunicato. Attualmente al confine tra i due Paesi sono bloccati migliaia di profughi e migranti.

Migranti: Macedonia limita gi ingressi a 100 persone al giorno (VIDEO)

Il commissario Avramopoulos: riduzione flussi in 10 giorni o rischio collasso. L’Unione europea ha ancora 10 giorni per vedere una riduzione significativa del flusso di migranti e rifugiati dalla Turchia “altrimenti vi è il rischio che tutto il sistema collassi completamente”, ha detto il commissario europeo alla migrazioni Dimitris Avramopoulos dopo il summit. “La situazione sulla rotta dei Balcani occidentali è molto critica. La possibilità di una crisi umanitaria su larga scala è molto reale e molto vicina. Non si può andare avanti con atti unilaterali, bilaterali o trilaterali; i primi effetti negativi sono già visibili”. La “scadenza” entro la quale l’Europa deve avere ottenuto “risultati tangibili” è quella del prossimo 7 marzo, giorno in cui è in programma un vertice dei capi di Stato e di governo Ue con il premier turco Ahmet Davutoglu, per fare il punto della situazione sullo stato dell’attuazione delle misure decise dall’Ue e nel piano di azione congiunto Ue/Turchia. Riuscirci, secondo Avramopoulos, “è un crash test per l’Europa, le sue istituzioni, i governi nazionali e la società europea”, ha osservato. “Occorre tornare al più presto alla piena operatività del sistema Schengen di libera circolazione e applicare tutte le misure prese: gli hotspot, la redistribuzione, senza mai dimenticare che quello che è in gioco sono le vite umane. L’emergenza profughi non è un problema di questo o quel paese, ma un problema paneuropeo”. Quanto ai piani di emergenza sui quali la Commissione sta lavorando in collaborazione con l’Unhcr “non devono sostituire l’attuazione degli impegni già presi”.

Alfano: “Cambiare sistema di Dublino”. A margine del Consiglio di Giustizia e Affari Interni a Bruxelles, il ministro degli Interni italiano Angelino Alfano si è detto in linea con la posizione Ue, ribadendo che però vanno cambiate le regole: “La nostra posizione è chiara e coincide esattamente con quella della Commissione Europea, cioè realizzare quanto si è detto. Chi ha da fare gli hotspot li faccia, chi ha da prendersi i migranti con il ricollocamento lo faccia. E, al tempo stesso, c’è il problema dei rimpatri, di cui si deve fare carico l’Europa. Bisogna applicare le misure decise, tuttavia – ha aggiunto – le regole vanno cambiate. Crediamo che una delle prime cose da fare sarà riorganizzare il sistema di Dublino, che non funziona più perché pensato per un’Europa che non c’è più. Occorre aggiornarlo. Non si è parlato specificatamente del Brennero, ma del tema generale delle frontiere. È emerso con grande evidenza il dissenso della Commissione, ma anche di altri Paesi, circa le soluzioni nazionali, individuali, solitarie, che si possono rivelare una grave illusione controproducente, mentre la strada giusta è lavorare insieme, perchè solo così – ha concluso Alfano – si può salvare l”Europa dinanzi a questo bivio decisivo”.

Cinque nuovi hot spot in Grecia. Il governo greco sta allestendo cinque nuovi centri di accoglienza per le migliaia di rifugiati bloccati sul suo terrotorio dopo la chiusura delle frontiere dei Paesi della cosiddetta ‘rotta balcanica’. Ad annunciarlo il ministro della Difesa, Panos Kamenos, spiegando che le forze armate stanno costruendo una tendopoli in un ex aeroporto militare e in un campo vicino al valico di frontiera di Idomeni, che nei prossimi giorni saranno pronti ad accogliere i profughi. Altri tre accampamenti militari nella stessa zona, non utilizzati dall’esercito, saranno trasformati in centri di accoglienza. Fino a quando non saranno pronti i nuovi centri, il Governo ha chiesto ai comuni di offrire riparo e aiuti ai migranti. Si prevede che nel campo di Idomeni arrivino più di 3mila persone, rispetto alle 1.500 di capienza massima, e altre mille in una stazione di servizio al confine tra Grecia e Macedonia.

Unioni, voto di fiducia e bilanci. Dal dietrofront di Renzi ai passi indietro di Grillo e Alfano. (Lina Palmerini*)

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Il voto di fiducia sulle unioni civili chiude una vicenda parlamentare faticosa e piena di inciampi che consegna un bilancio politico ai vari protagonisti. A Renzi che per la prima volta ha fatto marcia indietro, ad Alfano e a Grillo che dopo family day e sondaggi hanno rivisto le posizioni iniziali e ai cattolici di tutti i partiti.

Salvo incidenti, con il voto di fiducia di oggi andrà in porto una legge attesa da anni, che aveva relegato l’Italia nella classifica dei peggiori in tema di diritti civili, che era nel programma del Pd da altrettanti anni senza che – con il centro-sinistra al Governo – si fosse mai riuscito ad approvarla.

Questo è un aspetto e va messo certamente nella colonna degli attivi anche se è costato il prezzo di alcune rinunce come l’adozione del figliastro, su cui i numeri erano più che a rischio. L’altro aspetto è quello più strettamente politico di chi ha vinto e di chi ha perso. E qui tutti i protagonisti hanno pagato un prezzo.

Per Matteo Renzi questa è la prima volta che innesta la marcia indietro in modo molto evidente.

Aveva detto che il Governo non sarebbe entrato in partita, aveva detto pure no allo stralcio sulle adozioni ma dopo il voltafaccia dei 5 Stelle anche lui si è accorto che la sua strategia stava prendendo un muro. E che conveniva tornare a quello che era il piano A, ossia il Governo in campo e l’accordo dentro la maggioranza con il partito di Alfano. Dunque, dietrofront.

Un gesto che non c’era stato neppure sull’Italicum quando non fece la mediazione e pose la fiducia che gli costò una divisione cruenta nel Pd con una trentina di deputati, tra cui Bersani, che votarono no. Ma questa volta al premier è toccato il Senato – non la Camera – che vuol dire numeri risicati e obbligo di venire a più miti consigli. E anche di accettare i voti di Verdini che sarà la novità politica di oggi e si vedrà con quali effetti collaterali.

Quello di Renzi non è stato l’unico passo indietro. Anche Alfano e Grillo hanno fatto un’inversione – o una conversione – rispetto le posizioni iniziali. Lo spartiacque, come ricorda Giorgio Tonini presidente Pd della commissione Bilancio al Senato, è stato il family day – ma anche i sondaggi – che hanno risistemato come in una battaglia navale alcuni schieramenti. Una piazza cattolica molto esigente ha chiesto ai politici di stare contro la legge o contro Renzi, ha perfino promosso un “controllo” stretto sui voti dei parlamentari spingendo nell’angolo Ncd che nel Governo ci vuole stare. E che dopo ha riaperto i ponti con il Pd fino ad arrivare all’accordo di ieri e al voto di fiducia di oggi. Alfano perderà il voto di alcuni senatori, come Maurizio Sacconi, strappa la bandiera delle adozioni ma torna indietro sulle unioni civili che questa volta il Pd fa con il centro-destra quando non era riuscito a farle con il centro-sinistra.

Dopo il family day, sono arrivati anche i sondaggi ed è arrivata la “conversione” dei 5 Stelle. Solo qualche ora prima il Movimento aveva posto l’aut-aut al Pd: il Ddl Cirinnà non si tocca o non lo votiamo. Tempo un giorno e Grillo spiazza tutti con la libertà di coscienza sulle adozioni. A quel punto i numeri non erano più sicuri e i giochi sono cambiati. Una svolta che il Pd non ha colto subito, anzi, nel partito di Renzi si sono intestarditi con il canguro. Altro errore e riflessi lenti. Ma nel bilancio di questa vicenda va messo che i grillini ora non potranno intestarsi la legge né prendere la bandiera delle adozioni su cui hanno fatto marcia indietro. Finisce pure ogni tentazione di alleanze parlamentari con loro.

Infine i politici cattolici, perché questa legge li ha messi di fronte al cambiamento della Chiesa. Che non è più quella degli estremisti né di chi invade la sfera parlamentare – come il cardinale Bagnasco che aveva perfino chiesto il voto segreto – ma è quella di Papa Francesco che dice “non mi immischio nella politica italiana”. La visione della Cei di Galantino, più accogliente e realista, che a sua volta aveva riflettuto su quel “no” ai Dico del 2007.

*ilmanifesto

Unioni civili, il Senato approva la fiducia sul maxiemendamento. M5s esce dall’aula

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I voti a favore sono stati 173 e i contrari 71. Determinanti i voti dei verdiniani. Alfano: “Stop a contro natura”. Sparisce la stepchild e l’obbligo di fedeltà. Salva l’azione dei giudici su adozioni e mantenimento. Speranza: “Errore patto al ribasso con Ncd”. Cirinnà: “Vittoria con buco nel cuore”

ROMA – Dopo un’altra giornata tra le polemiche, il Senato ha finalmente approvato la fiducia sul maxiemendamento interamente sostitutivo del testo del ddl sulle Unioni civili. I voti a favore sono stati 173 e i contrari 71. I sì alla fiducia sulle unioni civili arrivano con 245 senatori presenti e 244 votanti. Ora il provvedimento passa alla Camera. A favore, oltre alla maggioranza, ha votato il gruppo Ala e anche la componente Idv del misto ha annunciato il voto a favore mentre Laura Bignami (misto-Movimento x) ha votato no e ha annunciato le sue dimissioni. Prima della chiama il Movimento 5 stelle è uscito dall’aula. Nella maggioranza non hanno partecipato al voto i senatori del Pd, Felice Casson e Luigi Manconi, e i senatori di Ap Aldo Di Biagio, Roberto Formigoni, Giuseppe Marinello, e Maurizio Sacconi. Hanno dichiarato la loro contrarietà i gruppi Cor, Lega, Gal (con la ‘dissidenza’ di Riccardo Villari) e Sel. Tra i senatori a vita hanno votato a favore Mario Monti e Giorgio Napolitano. Il presidente del Senato Pietro Grasso, chiudendo la seduta dopo il via libera dell’aula alle unioni civili, ha convocato la conferenza dei capigruppo per martedì primo marzo alle 15. La riunione è finalizzata a stabilire il calendario dei lavori del mese.


“Una vittoria col buco nel cuore” ha definito questo voto la prima firmataria del testo originale del ddl, la senatrice Monica Cirinnà: “È un primo passo, una vittoria con
un buco nel cuore. Questa è una legge importantissima ma penso anche ai figli di tanti amici. Ora dobbiamo fare un secondo passo, siamo a metà della scala”.

Decisvi nell’approvazione del maxiemendamento sono stati i voti dei verdiniani: 18 senatori di Ala su 19 hanno votato la fiducia. Senza di loro il governo avrebbe avuto 155 voti. I verdiniani  risultano dunque determinanti per raggiungere la maggioranza soglia della maggioranza assoluta a Palazzo madama, che è a quota 161.

Dopo le ultime trattative fra Pd e Ncd, la norma sulla stepchild adoption è stata stralciata. Ma è stata salvata almeno l’ultima parte dell’articolo 3. Quella che fornisce alle coppie gay un paracadute sulle adozioni, lasciando ai giudici la facoltà di decidere con le sentenze i casi in cui ammettere l’adozione agli omosessuali del “figlio del partner”.

Ma il leader di Ncd Angelino Alfano è riuscito a spuntare la non equiparazione delle unioni civili al matrimonio, abolendo l’obbligo di fedeltà (punto che ha innescato la contromossa di alcuni senatori del Pd) e chiarendo che, in caso di rottura, ci sarà una separazione lampo. Resta però il cognome unico, la reversibilità della pensione e l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione.

Alfano aveva iniziato la giornata con parole che hanno sollevato lo sdegno e le reazioni del mondo politico e dell’opinione pubblica. “È stato un bel regalo all’Italia avere impedito che due persone dello stesso sesso – le parole Alfano – cui lo impedisce la natura, avessero la possibilità di avere un figlio. Abbiamo impedito una rivoluzione contro natura e antropologica, credo sia stato un nostro risultato”. Il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi ha cercato distemperare l’affermazione: “Prevalga il buonsenso anche nelle dichiarazioni. Il regalo all’Italia è dire che non ci sono cittadini di serie B. E questa legge va nella direzione giusta”.

La minoranza Pd ha votato la fiducia, ma senza entusiamo, come era stato annunciato da Roberto Speranza su Facebook: “Destra e sinistra esistono e sono cose diverse. Si è visto nella discussione sulle Unioni civili. Il Pd ha sbagliato a scegliere la strada a ribasso con Alfano. Ora non bisogna fermarsi. La battaglia per l’uguaglianza dei diritti è appena cominciata”.

 
 
Roberto Speranza

Destra e Sinistra esistono e sono cose diverse. Si è visto nella discussione sulle unioni civili. Il Pd ha sbagliato a scegliere la strada del patto al ribasso con Alfano. Certo ci sono responsabilità pesanti dei 5 stelle. Le loro ambiguità hanno pesato moltissimo. Eppure serviva più coraggio. Il risultato di introdurre le unioni civili in Italia, che pure è un passo in avanti, purtroppo è macchiato dall’aver rinunciato alla stepchild. Continuo a pensare che si doveva e poteva andare in aula e difendere integralmente le nostre idee. Ora non bisogna fermarsi. La battaglia per l’uguaglianza dei diritti è solo iniziata.

 

A Speranza ha risposto Alfano, rincarando la dose sul concetto di “comportamenti secondo natura”: “Caro Speranza, è secondo natura che due uomini abbiano un figlio? È secondo natura che una donna metta sul proprio ventre la targhetta del prezzo? No, caro Speranza. Anche la politica ha un limite: la natura”.

 

Parallelamente sull’ipotesi di una futura legge di riforma delle adozioni già si profila uno scontro fra Pd e centristi cattolici: lo si intuisce dalle parole del ministro della Famiglia Enrico Costa (Ncd): “Al momento non è all’ordine del giorno”. Mentre ieri il capogruppo dei senatori Pd aveva detto: “Entro legislatura anche legge su adozioni”.

Intanto il movimento Lgbti conferma la manifestazione di protesta del 5 marzo a Roma, in piazza del Popolo, contro le scelte del governo e del Parlamento. “Oggi il Senato si appresta a scrivere una brutta pagina nella storia dei diritti civili nel nostro paese – dichiarano le associazioni in una nota congiunta – approvando una legge sulle unioni civili che, caso rarissimo nell’intera Europa ed unico tra i paesi fondatori, ignora completamente l’esistenza e le esigenze dei figli e delle figlie di coppie omosessuali, chiedendo alla magistratura di sbrigare da sola questo incredibile vulnus della nostra legislazione. Ponzio Pilato non sarebbe riuscito a fare di meglio”.

* MONICA RUBINO e AGNESE ANANASSO / larepubblica

Capitaneria di porto di Messina, operazione ”Anchovy”, sequestrate 11 t. di pesce

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Capitaneria di porto di Messina. Operazione condotta a tutela del consumatore: sequestrate circa 11 tonnellate di diverse specie (tra cui 500kg di novellame di sarda) – destinato ad essere immesso in commercio privo di ogni elemento identificativo della tracciabilità e della provenienza

Nel corso dell’operazione complessa svolta nell’ambito della Sicilia Orientale e denominata “Anchovy”, mirata alle verifiche sulla filiera della pesca, promossa dalla Direzione Marittima di Catania, personale dipendente della Capitaneria di Porto di Messina ha proceduto nella nottata al sequestro di circa 11.000 Kg di pesce di varia tipologia, di cui 500 Kg di novellame di sarda, contenuto in n.96 cassette in polistirolo.

L’azione è stata portata a termine presso gli approdi di rada San Francesco e Tremestieri a seguito del controllo dei mezzi furgonati e frigoriferi provenienti dalla costa Calabra.

Nella mattinata di ieri, inoltre, erano già state eseguite diverse attività di controllo anche sul territorio che hanno determinato il sequestro di circa 30 Kg di pesce che si presentava in pessimo stato di conservazione.

L’azione di questa notte è frutto anche di una proficua collaborazione con la Capitaneria di Porto di Reggio Calabria ed è finalizzata alla tutela della salute dei consumatori.

Con l’occasione si richiama l’attenzione dei consumatori sulla opportunità di evitare il consumo di prodotti della pesca privi di elementi che ne garantiscano la effettiva provenienza e quindi la buona qualità (cartellino riportante zona di provenienza, denominazione etc.) la Capitaneria di Porto è disponibile a fornire ogni utile informazione.

Sempre più Reina, ag.Koulibaly rivela: “Kalidou mi dice che il vero segreto della squadra è Pepe”

E’ intervenuto, ai microfoni di radio Kiss Kiss, l’agente di Koulibaly, Bruno Satin: “Il prezzo lo fa il mercato, ma il valore di Kalidou è diventato sicuramente altro anche perché è un pezzo importante di questa squadra. Lui è un ragazzo intelligente e ha ascoltato quello che già l’anno scorso gli ha detto Benitez ed il suo staff, cosi come sta ascoltando quanto dice Sarri ed il suo staff. Mi ha sempre detto che quello che cambia tutto dietro per loro è la presenza di Pepe Reina.”