E’ intervenuto, ai microfoni di Sky Sport, il portiere azzurro Gabriel: “Auguri di buona Pasqua a tutti, che sia una domenica di gioia. Higuain? In allenamento ci proviamo a fermarlo, è spettacolare. E’ fortissimo, uno dei più forti con cui ho giocato ed anche una persona spettacolare, un ragazzo buono e divertente. Lui ha una fame incredibile, quella dei grandi attaccanti che dopo tre gol non sono soddisfatti e vogliono farne un altro. Un altro anno dietro Reina a Napoli? Quando ho deciso di andare a Napoli ho valutato tante cose, non era semplice, venivo da un anno spettacolare a Carpi con la promozione. Quando ho scelto Napoli ho deciso per imparare, sono soddisfatto di quello che ho vissuto con Sarri che ha uno stile che non avevo mai incontrato, poi mi sono allenato con preparatori dei portieri bravissimi e Reina è spettacolare ed ha vinto tutto. Non mi pento della scelta anche se ho giocato meno di quello che mi aspettavo. Per la prossima stagione valuterò il meglio per me.”
EUGENIO SCALFARI: Un ministro dell’Interno europeo per battere il terrorismo
EUGENIO SCALFARI
EUGENIO SCALFARI – IL DIBATTITO in corso sul terrorismo orribile dell’Is tocca un’infinità di argomenti: il nostro modo di comportarci per vincere la paura, il tema dei rifugiati e dei migranti, le moschee da chiudere o da aprire, l’integrazione dei musulmani o la loro cacciata, la guerra guerreggiata in Siria, in Iraq e in Libia. Insomma una selva di problemi che si intrecciano l’uno con l’altro creando una sorta di labirinto pieno di contraddizioni difficilissime da risolvere senza però affrontare il punto-chiave perché non viene formulata la vera domanda che dovremmo porci.
La domanda è questa: perché i terroristi manovrati ed istruiti dal Califfato si uccidono per uccidere gli altri, innocenti e incolpevoli?
Nella storia del mondo moderno non esistono altri esempi del genere, salvo i kamikaze giapponesi che, alla guida di aerei carichi di bombe, si lanciavano contro le navi da battaglia americane nell’ultima guerra mondiale.
Anche loro si uccidevano per uccidere il nemico, ma una differenza c’è rispetto ai kamikaze dei terroristi dell’Is: i piloti giapponesi combattevano una guerra e si uccidevano per uccidere il nemico, quel nemico. I terroristi dell’Is uccidono un nemico creato da loro, persone di qualunque razza, qualunque religione (o nessuna), qualunque nazionalità, qualunque età, bambini compresi, qualunque luogo purché affollato: uno stadio sportivo, un teatro, un bar, un aeroporto, una stazione, una metropolitana. Sono quindi molto diversi dai kamikaze giapponesi.
Qualcuno li ha paragonati ai nazisti, ma è un esempio sbagliato: i nazisti uccidevano gli ebrei, gli zingari, i diversi dalla loro razza ariana e comunque non uccidevano se stessi.
Altri portano come analogo esempio quei soldati che in una guerra vengono incaricati di missioni che li porteranno alla morte, ma anche questo è sbagliato: quei soldati hanno un x per cento molto elevato di lasciarci la pelle ma una possibilità di salvarsi comunque esiste, anche se si trattasse dell’1 per cento. Il rischio è altissimo ma non sono loro ad uccidersi.
Per concludere su questo punto: i kamikaze dell’Is sono un caso unico al mondo e agiscono dovunque, dal Medio all’Estremo Oriente, in Africa, in America e soprattutto in Europa. Però l’Europa e il Medio Oriente sono i loro principali teatri d’operazione.
Questo è il quadro da decifrare e in questo quadro stanno i nostri comportamenti per annientare l’Is e le sue cellule impazzite.
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Quanti sono i kamikaze e le loro cellule universalmente diffuse ? E qual è la centrale di comando che le guida?
La centrale di comando era fino a un paio di mesi fa unica: il territorio dominato dall’Is, assurto ormai a livello di uno Stato, con le sue gerarchie: un Capo, la sua squadra di collaboratori, le sue milizie combattenti come un vero e proprio esercito, i suoi organi di informazione e di efficace propaganda, i suoi reparti che istruiscono i kamikaze e li convincono a diventare tali.
Il territorio è triconfinario: confina con la Siria, con l’Iraq, con la Turchia ed anche con il Kurdistan. Ma negli ultimi tempi ha creato comandi dislocati e in parte autonomi. Uno di essi opera nel Sinai, un altro in Cirenaica.
Su questo terreno è in corso una guerra vera e propria con alterne vicende, salvo in Libia, dove questa guerra non c’è.
Le cellule sono sparse ovunque; la loro consistenza numerica può sembrare assai scarsa rispetto all’estensione del territorio sul quale operano, ma è molto elevata se paragonata ai compiti ad essa affidati: il personale delle cellule è valutato intorno a 20-30 mila persone, ma i possibili kamikaze sono più o meno la metà: 10-15 mila. Sono pochi? No, per quel che debbono fare è un numero molto elevato. In Francia e in Belgio sono stati impiegati una sessantina di terroristi; i kamikaze erano una ventina, ma quelli che hanno operato anche meno, creando tuttavia danni materiali molto elevati e danni psicologici e politici elevatissimi.
Somigliano al terrorismo delle Brigate rosse o di altre analoghe organizzazioni che operarono negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso? Assolutamente no. Nessuno di quei terroristi fece mai il kamikaze e comunque operavano avendo in mente un programma politico, l’aspirazione religiosa non c’entrava in nessun modo.
E noi, noi europei e noi italiani, che cosa possiamo e dobbiamo fare?
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Convincerli a desistere dal fare i boia a prezzo della loro vita? Tentar non nuoce, dice il proverbio, ma in gran parte sarà tempo sprecato.
Dedicarci a mantener neutrali o meglio ancora a schierare contro l’Is e le sue cellule operative i musulmani residenti in Europa? Questo sì, è un compito incombente e non può significare altro che un processo di integrazione con tutto ciò che comporta in termini di occupazione professionale. Non vale soltanto per i musulmani ma anche per le periferie cittadine, le banlieue trasformate in ghetti, dove con la rabbia, la protesta, la violenza predispongono alcuni alla seduzione del Califfato.
Infine c’è l’obiettivo principale da realizzare: costruire l’unità, la vera e propria unificazione dell’Europa. Economica e insieme politica. Creare una nuova architettura e al tempo stesso risvegliare un sentimento europeista che negli ultimi anni si è molto indebolito o addirittura del tutto scomparso, sostituito da un sentimento opposto, antieuropeista, antidemocratico, antimigranti, nazionalista vecchia maniera.
Ho scritto più e più volte su questo obiettivo da perseguire risollevando la vecchia bandiera di Altiero Spinelli, di De Gasperi, di Adenauer e di Schuman; ma oggi essa è diventata una necessità. Per rispondere politicamente ai boia del Califfato e all’Europa come nemico, l’unificazione politica del nostro continente è il solo modo di reagire, avendo una piena coscienza che l’architettura dell’Europa confederata, così com’è, non è in grado di sostenere lo scontro.
Fino a qualche settimana fa personalmente ritenevo che un ministro delle Finanze unico, installato nell’eurozona, fosse il primo passo da compiere per avviare una politica di crescita sociale ed economica con le conseguenze politiche che quest’innovazione avrebbe comportato.
Gli ultimi avvenimenti non indeboliscono affatto quell’obiettivo che Mario Draghi da tempo chiede e che ha per ora parzialmente sostituito con la politica economico-monetaria adottata dalla Bce. Ma ora occorre affiancare all’obiettivo economico-monetario un altro che mi permetto di indicare alla politica europeista: la creazione di un ministro dell’Interno unico per tutta l’Unione europea ed anche un ministro della Difesa e degli Esteri.
Quello dell’Interno è il primo e il più necessario: significa una sorta di polizia federale (l’Fbi) con competenze sull’unificazione dei Servizi segreti, l’abolizione dell’autonomia nazionale per quanto riguarda i confini interni, il ripristino immediato del patto di Schengen.
So che su questa strada ci sono già da tempo il presidente Sergio Mattarella, Giorgio Napolitano e Laura Boldrini. Sono certo che sarebbe favorevole anche Mario Draghi sebbene si tratti di un’innovazione che non riguarda direttamente le sue competenze. E penso che lo sia anche Matteo Renzi, sulla cui politica europea desidero spendere qualche parola.
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Matteo Renzi ha scritto qualche settimana fa un documento del quale in queste pagine si è ampiamente parlato, nel quale si descrive dettagliatamente il rafforzamento necessario dell’Unione europea, con un’ipotesi di federazione e, tanto per cominciare, con la creazione di un ministro delle Finanze unico nell’eurozona. Il documento è di nove cartelle, divise in vari settori che concludono appunto col ministro delle Finanze europeo. È stato inviato a tutte le Autorità europee, nessuna esclusa e, per illustrarlo anche alla parte politica che Renzi guida nella sua funzione di segretario del Pd, ha convocato a Parigi il Partito socialista europeo cui ha illustrato il documento in questione.
Non è stato, quest’impegnativo documento, un segno di continuità; Renzi era stato per quasi due anni il fautore di una autonomia nazionale piuttosto spinta e la sua dialettica sia verso la Commissione europea, sia verso la potenza egemone della Germania, era stata l’accentuazione dell’autonomia dei governi nazionali.
Ad un certo punto, probabilmente dopo una più attenta considerazione dei fatti, la sua politica europea ha cambiato profondamente direzione ed è quella che abbiamo descritto. Non credo che dipenda da quanto sostiene il nostro giornale, ma ho preso atto con legittima soddisfazione che ora le nostre posizioni coincidono e voglio sperare che coincideranno anche ora sulla proposta di un ministro dell’Interno unico e di un’unica polizia federale.
Apro metaforicamente una parentesi per dire che questa concordanza non piace affatto al mio comico d’elezione, Maurizio Crozza. Mi dispiace molto, ma pazienza, non manco mai alle sue trasmissioni e così continuerò a fare ogni venerdì sera anche se ora ripete troppo spesso vecchi sketch già visti. Chiusa parentesi.
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Concludo. Accettare (sotto ricatto) che la Turchia di Erdogan entri nell’Unione europea sarebbe un fatto di inaudita gravità. Una dittatura sanguinaria, con una storia di secoli alle spalle, che hanno visto quella nazione in guerra contro l’Europa, è un fatto inaccettabile.
Le armate turche nel Cinquecento si lanciarono alla conquista dell’Europa incominciando dalla Grecia e poi dai Balcani, dall’Ungheria e dall’Austria ed arrivarono addirittura a Vienna. Lì ci fu una battaglia campale, dove l’Europa era difesa da una coalizione piuttosto male armata, con un solo esercito valido, composto da truppe polacche e guidato dal re di Polonia.
Per fortuna i turchi furono sconfitti e arretrarono ma la loro presenza nell’Europa balcanica e in tutto il Maghreb africano durò ancora per secoli, sempre e comunque contro l’Europa.
Capisco che col tempo i Paesi cambiano, ma la Turchia di Erdogan è purtroppo la peggior Turchia e con l’Europa ha poco anzi nulla da spartire.
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Ricordando venerdì santo l’insegnamento di Gesù, papa Francesco ha ancora una volta ripetuto che c’è, per i credenti di tutto il mondo e di tutte le religioni, un unico Dio che ha creato tutto e crea in permanenza. Tutte le persone umane sono state da lui create e tutti dunque debbono essere tra di loro fratelli.
Ha anche nominato le varie religioni: i cristiani, gli ebrei, i musulmani, Buddha, le divinità induiste, quelle cinesi e giapponesi. Il Dio è sempre unico anche se i suoi nomi sono diversi, diverse le Scritture, le dottrine e la catechesi. Diversi, ma affratellati.
Questa è la grande lezione di Francesco, interprete di un Dio che dispensa la misericordia come il suo dono principale, anzi unico, a tutta l’umanità senza distinzione alcuna.
Questa voce insegna il bene e come tale tutti sono chiamati ad ascoltarla.
Grazie Francesco, le tue parole sono essenziali per uscire dal labirinto in cui versa il mondo.
*larepubblica / Un ministro dell’Interno europeo per battere il terrorismo di EUGENIO SCALFARI
La SSC Napoli ricorda l’1-0 al Milan nel ’93 con gol di Di Canio
I dettagli
Il giorno 27 marzo il Napoli ha giocato otto partite, sette in serie A ed una in serie B, ottenendo due vittorie e quattro pareggi, con due sconfitte.
Ricordiamo l’1-0 al Milan nella dodicesima di ritorno della serie A-1993/94
Questa è la formazione schierata da Marcello Lippi:
Taglialatela; Corradini (17′ Nela), Gambaro; Pari, Cannavaro, Bia; Di Canio, Pecchia, Fonseca, Corini, Policano (70′ Buso)
I gol: 79′ Di Canio
Dopo ventotto giornate il Napoli era settimo in classifica. A fine torneo gli azzurri riuscirono a conquistare il sesto posto e la qualificazione alla coppa Uefa.
Il gol che regalò la vittoria sui rossoneri porta la firma di Paolo Di Canio. Il fantasista ha segnato 5 gol nelle sue 26 presenze in serie A. Non ha segnato nella sua unica partita di coppa Italia.
L’input di De Laurentiis a Giuntoli sui rinnovi
L’input di De Laurentiis a Giuntoli sui rinnovi
La Repubblica focalizza la sua attenzione sui rinnovidi contratto in casa Napoli: “L’input è arrivato da De Laurentiis: i gioielli restano in cassaforte. E così l’agenda del ds Cristiano Giuntoli è piena di incontri per definire i rinnovi contrattuali. Se la questione Higuain verrà affrontata al termine della stagione tra il patron azzurro e la famiglia del Pipita, le altre situazioni sono chiare. Jorginho ha già tagliato il traguardo: ha firmato lo scorso 23 dicembre fino al 2020 e il Napoli ha respinto così i corteggiatori provenienti dalla Premier. Lo stesso trattamento sarà riservato a Kalidou Koulibaly che ha attirato l’interesse delle big europee (piace a Bayern e Manchester United). I contatti con il suo agente, Bruno Satin, sono frequenti. La società azzurra è stata chiara: il centrale franco-senegalese resta e c’è la massima disponibilità a proseguire il rapporto su basi diverse. Sarà ritoccata la scadenza (quella attuale è 2019) ma soprattutto l’ingaggio. Le pretendenti di Koulibaly, dunque, dovranno rassegnarsi: con la Champions in tasca, è praticamente un intoccabile. Pepe Reina è l’altro punto di riferimento forte all’interno dello spogliatoio. Il suo legame con la maglia azzurra è indissolubile e anche lui potrebbe procrastinare di una stagione la data di scadenza in fondo al suo contratto (dal 2018 al 2019). La colonia spagnola resterà nutrita perché Albiol e Callejon sono pronti a rimanere. I colloqui con Manuel Garcia Quilon sono frequenti: l’ipotesi, per entrambi, è una conferma in azzurro per altri due anni (dal 2017 al 2019). Si aspetterà la qualificazione diretta in Champions per ratificare l’accordo, “condicio sine qua non” anche per Mertens che ha un’intesa fino al 2020 solo da formalizzare. Il Napoli non perde di vista neanche Ghoulam, il prossimo della lista assieme a Lorenzo Insigne, la cui situazione sarà affrontata al termine di una stagione che lo ha visto protagonista in serie A”
De Laurentiis studia come blindare Higuain
Tutto sul possibile rinnovo
La Gazzetta dello Sport scrive di una permanenza difficile di Gonzalo Higuain a Napoli al termine di questa stagione. La clausola rescissoria da oltre 94 milioni potrebbe non essereun problema per squadre come Bayern, Man Utd e Chelsea. Il patron vuole fare un ultimo tentativo per aggiudicarsi Higuain. Le idee già sono chiare a riguardo: “Le strategie azzurre ruotano attorno ai rinnovi. Higuain sinora ha preso tempo, ben sapendo che all’orizzonte abbondano gli spasimanti stranieri. Evidentemente ciò non ha nuociuto al suo rendimento, ma a fine campionato i nodi verranno al pettine. In stand-by c’è anche il difensore francese Koulibaly, anche lui lusingato dalle attenzioni della Premier. Comunque De Laurentiis è già all’opera. Per l’attacco ha un debole per Kalinic, e segue Pavoletti. Così come non molla Klaassen dell’Ajax e Gomes del Valencia. E per la difesa ha sempre nel mirino Maksimovic”
Ibra-Higuain, una coppia che farebbe impazzire i napoletani, ma che non si farà
E’ giugno, il Napoli ufficializza il rinnovo di Gonzalo Higuain fino al 2022: l’argentino chiuderà la carriera con la maglia del Napoli. E’ inizio luglio: ADL, per festeggiare il ritorno della squadra in Champions League, fa un regalo ai sostenitori partenopei. “Ecco un top player che affiancherà il pipita nelle prossime stagioni”, annuncia il patron alla stampa. E’ metà luglio: a Dimaro il presidente presenta il nuovo attaccante azzurro, Zlatan Ibrahimovic. Il piccolo paesino della Val Di Sole trema. Incomincia a piovere. Tuoni e lampi: la divinità del calcio sta per arrivare. Alla fine del ritiro, con ritardo- ma che gli vuoi dì- giunge a Dimaro il campione ex PSG. Ibra guadagnerà 10 milioni all’anno, per due anni. Il che vuol dire un esborso di 40 milioni lordi: roba da sceicchi. Ma Aurelio De Laurentiis non ha problemi: il prossimo anno l’obiettivo si chiama coppa dei campioni. Si farà di tutto. Dicevamo, Zlatan arriva e saluta il gruppo, in particolare l’altra stella della squadra, quello con cui dovrà condividere l’area di rigore, Gonzalo Higuain, capocannoniere della serie A in carica. Si stringono la mano, stretta forte e sguardo fiero: nessuno dei due ha paura. Sarri li osserva da lontano, sussurrando qualcosa ai suoi collaboratori. Poi urla. Tutti in campo: la sessione sta per iniziare. Primi passaggi, primi movimenti: Ibra e Higuain ci sanno proprio fare, non a caso fanno insieme- statistiche alla mano- 66 gol e 19 assist-. Gli spettatori dello stadio comunale di Dimaro sono in estasi: mai hanno visto qualcosa di più pazzesco. Ibra e Higuain sono qualcosa che non è possibile spiegare: ineffabile. Che la stagione abbia inizio, ci sarà da divertirsi.
[…]
E’ mattina, è domenica ed è Pasqua: Higuan non ha rinnovato e soprattutto Ibrahimovic non è mai arrivato, la stagione è ancora in corso e il Napoli è in lotta per lo scudetto. E’ stato solo un bellissimo sogno. Il Pipita e Zlatan non giocano insieme e difficilmente lo faranno, quantomeno a Napoli. Che l’ex Milan possa indossare la maglia azzurra è molto difficile. I soldi da investire sono tanti e difficilmente tornerebbero indietro, data l’eta avanzata di Ibrahimovic. La società non s’è fatta mai problemi a spendere soldi – vedi con Higuain o Cavani -, ma, almeno, dietro a queste operazioni c’era la consapevolezza di potere guadagnare il doppio, se non il triplo, da una loro eventuale cessione. Con Zlatan questo non sarebbe possibile. Difficile che questa politica, che ha portato il Napoli tra l’elite del calcio, possa cambiare così radicalmente. Per Gonzalo la situazione è un po’ diversa: la clausola è di 94 mln di euro. Se qualcuno arriverà con tale somma, il calciatore partirà, altrimenti gli azzurri saranno ben felici di trattenerlo. Ibra-Higuain, magari in un’altra vita o – perché no – in un bellissimo sogno.
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Ricavi club di A: Juve mostruosa, Napoli fuori dal podio
La classifica
La Gazzetta dello Sport analizza i bilanci dei primi dieci club di serie A. Per quanto concerne i ricavi, la Juventus è in testa con 328 milioni ( 61 stadio, 63 commerciale, 196 diritti tv e 19 da altre fonti). Al secondo posto c’è il Milan a quota 224 mln (26 stadio, 80 commerciale, 99 diritti tv e 19 altro). Terzo posto per la Roma con 187 (32 stadio, 20 commerciale, 114 diritti tv e 21 altro). Quarto posto per l’Inter con 181 (23 stadio, 48 commerciale, 89 diritti tv e 21 altro). Quinto posto per il Napoli con 131 mln di ricavi di cui 14 stadio, 28 commerciale, 78 diritti tv e 11 d a altro. Si capisce come il San Paolo per le sue condizioni sia più un peso sul bilancio che una fonte di ricavo.
Gabbiadini medita l’addio, ma nulla è da escludere
I dettagli
La Gazzetta dello Sport scrive su Manolo Gabbiadini: “A Manolo restava solo l’Europa League, dove per altro si è fatto valere (quattro reti in sei partite). Poco, troppo poco, per non iniziare a fare riflessioni sul futuro. Il Napoli a gennaio ha rifiutato le offerte ricevute per lui (su tutte quella del Wolfsburg) ma Gabbiadini non può essere soddisfatto dello spazio che gli è stato concesso e medita l’addio. Tuttavia, il divorzio dal club di De Laurentiis non va dato per scontato anche perché dipende, tra le altre cose, dal destino di Higuain. Gabbiadini è convinto di poterlo degnamente sostituire o comunque di giocarsi il posto con un eventuale successore dell’argentino, ma per adesso questi discorsi sono prematuri”
Allan: “Sarri è un martello, ci entra nella testa con le sue parole”
Le sue parole
Allan ha rilasciato una lunga intervista al Corriere del Mezzogiorno: “Ricordo sempre ciò che ero. E i sacrifici che ha fatto la mia famiglia. I miei figli sono più fortunati, lavoro per assicurare loro un futuro dignitoso e una vita più semplice. Anche se non li vizio. Sono cresciuto e diventato forte caratterialmente proprio perché ho incontrato mille difficoltà. Con i primi soldi che ho guadagnato ho comprato una casa ai miei genitori, e loro sanno che devono contare su di me per qualsiasi cosa. Mi hanno dato tanto ed è giusto che oggi siano più sereni. Dal Brasile fanno il tifo per me, per il Napoli. Ricevo decine di telefonate al giorno”
Un biglietto nell’uovo di Pasqua: il Napoli vincerà lo scudetto.
“Mancano otto partite e dobbiamo viverle tutte come finali. Anche questo è un sogno, ma noi dobbiamo restare con i piedi per terra. Non sarà facile, la Juventus le vince tutte. La Roma pure. Noi dobbiamo pensare soltanto a noi e provare a fare il meglio possibile, poi alla fine si vedrà. Certo, sarebbe meraviglioso. Non voglio neanche immaginare cosa accadrebbe”
Segue il consiglio del suo allenatore, in questa fase non guarda la Juve in tv?
“Se sono a casa e in tv c’è la Juve guardo la partita. Ma perché a me piace il bel calcio e quindi è logico che stia davanti alla tv. Ma non mi faccio condizionare, quando vado in campo per la mia squadra, la Juve non esiste più”
Più forte la Juve o il Napoli?
“Credo che siamo uguali. Due squadre con campioni e un bel gruppo. Ce la giochiamo”
Higuain a parte, chi è il calciatore più forte del Napoli?
“Hamsik. Non ho dubbi. È fortissimo, tatticamente e tecnicamente. Poi ha qualità umane fantastiche. Intelligente, sensibile e anche di carattere. Qui in Italia, secondo me, è sottovalutato. Ha qualità importantissime. Gioca nel mio stesso ruolo, a sinistra, vederlo giocare è una meraviglia”
Lei è stato un titolarissimo di Sarri, sin dall’inizio. Eppure qualche settimana fa l’allenatore lo ha messo in panchina. Era un po’ fuori forma. Ha avuto timore di perdere il posto?
“Sì, ci ho pensato. Può sempre accadere. Ma il mister è stato chiaro, mi ha detto di stare tranquillo e di continuare ad allenarmi bene. Anzi meglio. L’ho fatto ed eccomi qua. Chi ha giocato al mio posto ha fatto bene, ma il calcio è anche questo: competizione. Tutti dobbiamo essere utili. Il mister ce lo ripete spesso, soprattutto per questo finale di stagione. E’ un martello, ci entra nella testa con le sue parole”
Un difetto e un pregio di Sarri.
“Non si accontenta mai. Ci chiede sempre di più, anche dopo una vittoria. E’ incredibile. Sembra che non sia mai soddisfatto, e martella in continuazione. Questo è il pregio, naturalmente. Perché ci stimola e ci fa crescere. Il difetto è uno solo: fuma davvero tanto”
ESCLUSIVA ” Sportivamente D’Annunzio “, il primo libro di Giammarco Menga
Sportivamente D’Annunzio
Sportivamente D’Annunzio – Giammarco Menga ha 25 anni ed è un giornalista sportivo. Ha frequentato la facoltà di lettere all’Università Sapienza di Roma. “Sportivamente d’Annunzio” è il nome del suo primo libro- prefazione firmata dallo scrittore Giordano Bruno Guerri, presidente de Il Vittoriale degli Italiani, mentre la postfazione dal direttore del Corriere dello Sport, Italo Cucci– uscito il 29 febbraio e disponibile in tutte le librerie e piattaforme digitali. Letteratura, giornalismo e sport che si prendono per mano: nel nome del Vate. Un occasione per crescere, un invito ad essere più curiosi. Sapevate che, l’ormai noto triangolino tricolore cucito su tutte le maglie della nazionali italiane, fu inventato proprio da lui? Ebbene sì. Fu inventato proprio da Gabriele D’Annunzio, durante il periodo di reggenza a Fiume. L’idea fu talmente apprezzata che la Figc, nel 1924, decise che sarebbe diventato il simbolo che avrebbe forgiato la squadra vincitrice del campionato. La prima fu il Genoa. Un pescarese amante delle corse, sempre ad alta velocità, inventore- si fa per dire- delle multe. Un aspetto inedito del Vate descritto e reso noto dal giovane classe 90. Intervenuto in esclusiva ai microfoni di Vivicentro, Giammarco Menga, che presenta così il suo nuovo libro “Sportivamente D’Annunzio- Il Vate tra sport, giornalismo e letteratura.”
D’Annunzio pioniere del giornalista sportivo, notizia che fa arricciare il naso a qualche professore di letteratura
“E’ vero ma molti non sanno che d’Annunzio può essere addirittura considerato il padre fondatore del giornalismo sportivo. Nel 1885 propose al quotidiano romano “La Tribuna” di aprire una sezione dal titolo Sport ed altro nella quale pubblicare cronache sportive (come corse di cavalli o duelli di scherma) con oltre dieci anni di anticipo rispetto alla nascita della Gazzetta dello Sport (1896).”
Raccontaci un po’ come è nato questo libro, perché la scelta di Gabriele D’Annunzio
“Sicuramente alla base c’è una forte componente territoriale, essendo entrambi abruzzesi. Mi sono avvicinato al Vate durante la preparazione alla tesi di Laurea in Lettere conseguita lo scorso anno all’Università Sapienza di Roma. Ho studiato l’inedito rapporto tra letteratura e giornalismo in d’Annunzio, spiegando come tra i due mondi ci fosse una grande affinità. Conclusi gli studi, ho abbinato alla ricerca la mia passione per il giornalismo sportivo, lavoro che amo da quando ero bambino. Da lì è nato questo volume inedito sul rapporto che lega d’Annunzio allo sport, sia in veste di cronista che di cultore in prima persona.”
Quanto è stato importante- quanto ti ha influenzato- il tuo percorso di studi nella scrittura del tuo libro e nella scelta di D’Annunzio
“Molto. Ho scelto un percorso nel quale sono riuscito a coniugare la passione per le lettere con il mio lavoro che amo sin da bambino, il giornalismo. Così ho deciso di indagare questo confine davvero sottile tra i due mondi in un autore che poteva esserne l’esempio come Gabriele d’Annunzio.”
La letteratura, lo sport e giornalismo possono conciliare?
“Credo proprio di sì. Nel libro parlo di come letteratura e giornalismo (sportivo e non) possano essere considerate come due mani dello stesso corpo, una aiuta l’altra per costruire un testo, sia che sia un romanzo, sia che sia un articolo di giornale.”
Se potessi scegliere un altro autore da approfondire, che ti affascina, a cui dedicheresti un libro, quale sarebbe?
“Restando vicino a d’Annunzio, sarebbe bello poter indagare il rapporto parecchio conflittuale proprio per la sua vocazione sportiva con Giovanni Pascoli.”
Obiettivi in futuri? C’è già qualche idea nel cassetto pronta ad essere sviluppata?
“Sto cercando di godermi il momento, pensando però già alle prossime tappe. Di sicuro porterò avanti la promozione del volume tra presentazioni pubbliche, radio e tv. Per me Sportivamente d’Annunzio è anche un trampolino di lancio per la mia carriera di giornalista e spero che in futuro possano nascere nuove opportunità lavorative. Di sicuro, metterò in cantiere anche il mio secondo libro, ancora di tema sportivo”
Dalla porta all’attacco, ecco i nomi per i colpi del futuro
Tutti i nomi caldi
Cristiano Giuntoli ha già realizzato la lista dei prossimi colpi da fare in estate. Tra i pali ci sarà ancora Reina, ma il suo vice non sarà brasiliano tra Gabriel e Rafael, ma napoletano con Luigi Sepe. Sono, invece, tre i nomi che a Castel Volturno stanno monitorando per la difesa: il primo è Caceres, gli altri nomi sono Maksimovic, Mammana e Ramiro Funes Mori. Per il centrocampo continuano a piacere Klaassen e Vecino, oltre a De Roon (già opzionato) e Ionita del Verona. In attacco, in attesa di vederci chiaro sul futuro di Higuain, si seguono Lapadula del Pescara, Raicevic del Vicenza e Rashica del Vitesse.
Rinnovo, Sarri e lo staff preferirebbero l’eliminazione delle opzioni
Il tecnico e il suo rinnovo
Entro il 30 aprile il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis potrà far valere la prima opzione di rinnovo automatica del contratto di Maurizio Sarri, che tuttavia non si è ancora seduto attorno a un tavolo con i vertici azzurri. Il presidente e il tecnico toscano si ritroveranno faccia a faccia perché lo stesso patron intenderebbe garantire un aumento dell’attuale stipendio di 700mila euro, esclusivi i bonus che saranno maturati in base al piazzamento finale di questa stagione e che porterebbero a circa 1,4mln in caso di vittoria finale dello scudetto. Si è detto del Milan, ma anche il Sassuolo seguono il tecnico tosco-napoletano, ma non lascerà l’azzurro e alla fine una soluzione si troverà nel giro di poco tempo. Detto ciò, la novità sta nel fatto che Sarri e il suo staff preferirebbero l’eliminazione dell’opzione: in pratica, senza nuovi accordi, Sarri inizierebbe la prossima stagione con un contratto scadenza 30 giugno 2017, con altra opzione da esercitare entro il 30 aprile. L’idea è quella di un contratto biennale, anche se c’è voglia di aprire un lungo ciclo vincente in azzurro.
a cura di Ciro Novellino
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La Ferrari di Oddo sbanda anche a Terni
QUINTA SCONFITTA DI FILA PER IL PESCARA, MA ODDO RIMANE AL SUO POSTO.
Doveva essere la gara della riscossa, o, meglio, in assonanza con il periodo pasquale, quella della resurrezione. Invece, la gara di Terni ha rappresentato per il Pescara di Massimo Oddo l’ennesima dèbacle. Fanno tutti festa con il povero Delfino, che è passato dal limpido e blu mare dell’altissima classifica, al mare basso e pieno di melma della zona anonima della graduatoria.
La formazione abruzzese, infatti, è sprofondata al decimo posto in classifica. Se il campionato fosse finito oggi, la Ferrari di Oddo, che a dire il vero da qualche gara a questa parte somiglia più ad un vecchio macinino a tre cilindri, sarebbe addirittura fuori dal discorso play-off.
Il rientro di Campagnaro ha ridato un po’ di fiducia al pacchetto arretrato, ma la squadra sembra essere stanca, sia mentalmente che fisicamente, e non riesce a seguire i dettami del dispendioso gioco di Oddo, che chiede spesso ai vari reparti di accorciarsi tra di loro. Il risultato è che anche in avanti gli attaccanti non sono più lucidi (a proposito, a Terni ennesima prova anonima da parte di Cocco, il quale non riesce proprio ad integrarsi negli schemi di Massimo Oddo), con i disastrosi risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Il presidente Sebastiani, in settimana, ha ribadito la sua fiducia ad Oddo, lasciando intendere che per l’ex giocatore della nazionale italiana sarebbe pronto anche un rinnovo contrattuale. Il gioco del giovane tecnico diverte il presidente biancazzurro, sebbene la Ferrari pescarese continui a sbandare continuamente, mancando all’appuntamento con la vittoria da 9 turni, un segmento di campionato nel quale la squadra abruzzese ha avuto una media punti da squadra che lotta per la retrocessione. Altro che promozione diretta tanto sbandierata ai quattro venti.
Bisogna invertire questa tendenza il prima possibile. Sabato arriva il traballante Como, con un piede, e, forse, anche qualcosa in più in Lega Pro. Una vittoria servirebbe a dimostrare che la Ferrari non ha ancora fuso il suo motore. Se non altro.
CHRISTIAN BARISANI
Renzi, “Bagnoli è una vergogna, noi andiamo avanti”
Renzi e De Magistris
Renzi sarà a Napoli per la cabina regia il 6 aprile. E sul Sud: “Una bufala che questo governo sia scomparso”
Sul tema di Bagnoli, “nonostante il tempo che ci ha fatto perdere il Comune, abbiamo vinto mercoledì scorso al Tar contro l’amministrazione de Magistris e adesso possiamo finalmente partire: sarò personalmente a Napoli in Prefettura per la cabina di regia il prossimo mercoledì 6 aprile”.
Lo annuncia il premier Renzi sulla enews sottolineando che su Bagnoli deve essere “chiaro che noi andremo avanti comunque, con o senza il Comune. Perché quella è un’autentica vergogna nazionale”.
“Napoli – rileva Renzi – è una città unica e quando il potere locale collabora si raggiungono risultati insieme (si pensi alla metropolitana): ma quello che deve essere chiaro su Bagnoli è che noi andremo avanti comunque, con o senza il Comune. Perché quella è un’autentica vergogna nazionale. E noi faremo a Bagnoli quello che abbiamo fatto con la Variante di Valico o con l’Expo o con la riforma del Senato: proprio perché tutti dicono ‘è impossibile!’, noi lo faremo”, conclude il segretario del Pd.
Renzi parla anche di Sud e di Pompei. “Questa puntata de ‘Le bufale’ la dedichiamo a chi dice: con il governo Renzi, il Mezzogiorno è scomparso dalla scena politica”.
“Proprio ieri è stato firmato il decreto ministeriale sul credito di imposta per chi investe al Sud. Che unito agli inventivi sul lavoro, ridotti ma pur sempre presenti, e al superammortamento del 140%, costituisce una invitante occasione per chi vuole credere nel futuro del Mezzogiorno”, spiega il premier.
Renzi elenca i provvedimenti presi dal governo a favore del Mezzogiorno. “Pompei, dove ormai la notizia non sono più i crolli, ma le inaugurazioni. Segnatevi poi la data del 30 aprile per i Bronzi di Riace. E il meglio deve ancora venire”.
Il premier cita poi la Napoli-Bari: “Accelerata grazie allo sblocca Italia. E più in generale gli investimenti per il miglioramento delle linee ferroviarie (circa 500 milioni) sia nella dorsale tirrenica che in quella adriatica”.
Renzi prosegue con Matera 2019: “Con i progetti di collegamento più rapido con Bari e soprattutto culturali (il 6 aprile visiterò anche Matera, insieme al governatore Pittella con il quale sono già stato qualche mese fa allo stabilimento bellissimo della Fiat di Melfi)”.
Il premier infine passa alle crisi aziendali risolte: “Dalla più grande, Ilva, fino alle presunte piccole, da Carinaro a Termini Imerese. Senza dimenticare quelle appena sistemate, la IrisBus in Irpinia e quelle che ancora sistemate non sono, a cominciare dalla drammatica vicenda del Sulcis”.
E Renzi incassa il plauso di Gianni Lettieri, candidato a sindaco di Napoli per il centrodestra, che twitta: “Bene @matteorenzi su bagnoli: avanti a Prescindere da ostruzionismo demagistris dannoso per napoli. Con me sinergia istituzionale sempre”.
Nessun commento invece da de Magistris. Il sindaco ha letto le frasi del premier, ma tramite il suo portavoce fa presente di non avere, per ora, alcuna dichiarazione da rilasciare.
larepubblica / Renzi, “Bagnoli è una vergogna, noi andiamo avanti con o senza il Comune”
TRIBUNALE DI MESSINA: Procedura RGE n.22-12
Procedura Esecutiva Immobiliare RGE n.22-12
Asta immobiliare relativa alla Procedura Esecutiva Immobiliare RGE n.22-12 presso il Tribunale di Messina.
MESSINA – via Valle degli Angeli n. 6
LOTTO 1: appartamento al piano primo facente parte di un fabbricato a tre elevazioni f.t. Prezzo base Euro 30.879,45. Rilancio minimo Euro 1.000,00
LOTTO 2: Appartamento al piano secondo e terzo facente parte di un fabbricato a tre elevazioni f.t. Il piano secondo è composto da ingresso, soggiorno, due camerette, una camera matrimoniale e un disimpegno. Dal disimpegno mediante una scala realizzata nella chiostrina si raggiunge il terzo piano composto da disimpegno, bagno e cucina e da un’ampia terrazza; su quest’ultima è stato realizzato un ripostiglio con struttura metallica. Prezzo base Euro 54.762,03. Rilancio minimo Euro 1.000,00. Via Cremona, isol. 34/A
LOTTO 3: locale seminterrato composto da una zona ingresso di circa mq 22,00, da uno spogliatoio adiacente, dai servizi igienici e da un ufficio di circa mq 10,75. La superficie utile misura mq 603,80. Prezzo base Euro 271.125,00. Rilancio minimo Euro 3.000,00
VENDITA SENZA INCANTO 25.05.2016 ore 16.00 presso Tribunale di Messina. G.E. Dr.ssa Ivana Acacia. Prof. delegato e Custode Avv. Giovanni Cardillo tel. 348/7023046, per info e visita immobile
Iraq, strage di ragazzini allo stadio
Iraq , strage ragazzini
Iraq – Almeno 41 le vittime dell’attentato suicida dopo un torneo di calcio Iskanderiyah, nella provincia di Babil. Diciassette di loro hanno tra i 10 e i 16 anni. Ucciso anche il sindaco. L’Is rivendica
E’ di 41 morti e e oltre 100 feriti il bilancio dell’attentato suicida avvenuto ieri nel villaggio di Iskanderiyah, nella provincia irachena di Babil a circa 50 chilometri a sud di Bagdad, dove un attentatore si è fatto esplodere in uno stadio dopo un torneo di calcio. Lo riferisce un funzionario della direzione sanitaria della provincia di Babil. Da quanto si apprende 17 vittime avevano un’età compresa tra i 10 ed i 16 anni. Tra i morti figura anche il sindaco del villaggio Ahmed Shaker. Lo Stato islamico (Is) ha rivendicato ieri l’attentato. Lo riferisce il portale specializzato “Site”, che cita un comunicato dell’Is diffuso sui internet.
L’attentato, il terzo in due giorni, è avvenuto poco dopo l’annuncio da parte del portavoce dell’esercito iracheno, Yahya Rusoul, della conquista da parte dei militari e delle milizie tribali sunniti della città di Kubeisa nella provincia occidentale di al Anbar. L’attentato giunge in oltre a pochi giorni dall’avvio della grande offensiva militare per liberare la provincia di Ninive e infine conquistare Mosul, la principale roccaforte dello Stato islamico in Iraq caduta nella mani dei terroristi nel giugno del 2014
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Ischia, si torna sul mercato: Vandam in prova da martedì

L’Ischia in questo finale di stagione dovrà a fare a meno di Filosa e di Sirigu che non ha ancora recuperato del tutto dall’infortunio muscolare,dove era stato fermo ai box per tre settimane. La squadra gialloblu allenata da mister Porta,si ritrova quindi con i soli Moracci, Savi e Guarino come difensori centrali, anche se quest’ultimo non sembra rientrare nei piani tecnici dell’allenatore,come avvenuto anche nei suoi predecessori. Nei giorni scorsi alla società della squadra gialloblu,è stato proposto il difensore classe ’88 Jerry Vandam dal suo procuratore Cristian Brosco. Il calciatore è stato proposto all’amministratore Di Bello, il quale da martedì sarà in prova con il gruppo,dove lo staff tecnico valuterà le sue condizioni fisiche e atletiche e deciderà se tesserarlo entro il 31 marzo,dove scadono i termini per ingaggiare calciatori svicolati. Vandam ha un curriculum con tanto di cappello, vanta 50 presenze nella massima divisione francesce,più 30 in quella belga e ha collezionato 10 presenze in Europa Leauge con la maglia del Lille quando in panchina sedeva l’ex trainer della Roma Rudy Garcia. Il difensore ex Lille ha appena tre giorni per convincere mister Porta.
V. Lanciano-Perugia 0-1: si ferma la striscia positiva
V. Lanciano – Perugia 0-1: sconfitta interna per i frentani
PERUGIA – Dopo 5 risultati utili di fila – 3 vittorie consecutive – una generosa Virtus Lanciano si arrende in casa ad un arrembante Perugia, che sbanca il “Biondi” grazie ad una rete di Ayres griffata al 73’. La formazione di Maragliulo, tuttavia, mantiene un margine di 3 punti di vantaggio sulla zona play-off, anche se rimane l’amarezza per non essere riusciti a continuare la striscia positiva. Una Pasqua non proprio felice per la formazione rossonera che in settimana ha avuto anche il terzo deferimento da parte della Co.Vi.Soc. La formazione abruzzese ha dimostrato anche nella gara odierna di potere giocare alla pari contro qualsiasi avversario, nonostante il ko subito.
VIRTUS LANCIANO (4-3-2-1): Casadei; Aquilanti, Rigione, Amenta, Di Matteo; Vitale, Bacinovic (35′ st Giandonato), Rocca; Vastola (30′ st Turchi), Marilungo; Ferrari (31′ st Bonazzoli). A disp.: Aridità, Turchi, Bonazzoli, Di Filippo, Padovan, Di Nicola, Di Benedetto, Milinkovic, Giandonato. All.: Maragliulo
PERUGIA (4-4-1-1): Rosati; Molina, Volta, Rossi (31’st mancini), Spinazzola; Zebli, Rizzo, Della Rocca, Guberti; Zapata (40 ‘ st Monaco); Aguirre (1′ st Ayres). A disp.: Santopadre, Monaco, Comotto, Taddei, Ayres, Alhassan, Mancini. All.: Bisoli
Arbitro: Candussio di Cervignano (Caliari – D’Apice; Fiorini)
Reti: 29′ st Ayres
Note: Ammoniti: Amenta, Bacinovic; Angoli: 5-4; Recupero: 1′ pt, 4’ st
Ischia, Filosa dovrà essere operato

Brutte notizie in casa Ischia, il difensore Liberato Filosa dovrà essere operato al menisco,sarà costretto così a saltare le ultime sei partite del campionato. Una scelta quello di operarlo,arrivata un pò troppo tardi, sarebbe bastato farlo operare al momento giusto per poi contare su di lui in questo rush finale di campionato. Un’intervento che poteva essere fatto tra la sosta natalizia e la sessione del calciomercato di gennaio. Ma questa è una della tante decisioni sbagliate da parte della società che dimostra ancora una volta i tanti errori e decisioni insensate per tutti l’arco dell’intera stagione. L’ex Vigor Lamezia è stato costretto ad alzare bandiera bianca nell’ultima partita casalinga contro la Paganese,uscito appena dopo 15′ di gioco, si è accasciato a terra chiedendo il cambio. L’intervento dovrebbe essere eseguito martedì dopo la sosta pasquale, che si terrà a Roma presso la “Villa Stewart”. I tempi di recupero potrebbero essere stimati di un mese. Il difensore dovrebbe tornare ad allenarsi nei primi giorni di maggio. Si spera di recuperarlo, e fare affidamento su di lui nei play-out che si terranno verso la fine di maggio.
Ternana-Pescara 1-0: Delfino sempre più in caduta libera
Ternana-Pescara 1-0: quinta sconfitta di fila per gli abruzzesi, fuori dalla zona play-off.
Il Pescara rimedia a Terni la quinta sconfitta consecutiva, al termine di una gara dai ritmi piuttosto blandi, e che ha visto Busellato match-winner della contesa. La sua rete nel secondo tempo è scaturita da un rinvio piuttosto approssimativo da parte della difesa abruzzese. La squadra di Oddo è ora fuori dalla zona play-off, e comincia a vedere veramente le “streghe” che si materializzano. Una Pasqua sicuramente non felice per la formazione abruzzese, sempre più in caduta libera.
LA CRONACA – Dopo 32 giornate, Ternana in una posizione di classifica abbastanza tranquilla a quota 40 punti. Pescara a 50 punti, ottavo in classifica ed in caduta libera: la formazione abruzzese è reduce da 4 sconfitte di fila e con la vittoria che manca di 8 giornate.
Sul fronte formazioni, il Pescara recupera all’ultimo momento Campagnaro, e lo schiera come centrale difensivo insieme a Zuparic. Nel 4-3-1-2, Benali agisce alle spalle della coppia offensiva Lapadula-Cocco. Risponde Breda, con il modulo 4-2-3-1: Ceravolo è l’unico terminale offensivo. Arbitra Abbattista di Molfetta. Prima del fischio d’inizio, osservato un minuto di silenzio in memoria delle vittime dell’attentato di Bruxelles e di quelle del tragico incidente avvenuto in Spagna.
Inizio di partita piuttosto soporifero, con la prima conclusione che arriva al 13’: si tratta di un tiro di Selasi senza troppe pretese. La partita risulta essere piuttosto bloccata, con il Pescara che non riesce a verticalizzare, e con gli umbri abbastanza confusionari.
Al 25’ tre occasioni di fila per il Pescara: prima ci prova Torreira con uno shot dal limite, sulla respinta si avventa Benali, respinge ancora il portiere Mazzoni , Lapadula tenta il tap- in vincente, ma è ancora il portiere rossoverde a salvare porta e risultato. Brivido per le Fere.
Al 37’ si vede la Ternana, con un tiro franco di Grossi, il cui sinistro a giro termina alto sulla traversa.
Il primo tempo termina con il risultato di 0-0, al termine di una prima frazione piena di sbadigli.
Il secondo tempo inizia con un’ ottima occasione per il Pescara. Al 52’ terzo tempo di Lapadula, dopo un corner di Benali, respinto dal portiere Mazzoni. La gara continua sui binari di estrema sonnolenza, con entrambe le squadre poco propositive.
Al 70’ arriva la prima vera occasione per la Ternana, con Ceravolo che da posizione defilata trova una conclusione che finisce sull’esterno della rete, dando l’illusione ottica del goal.
Al 79’ arriva il vantaggio della Ternana, con Busellato, bravo a trovare la conclusione vincente dopo un difettoso rinvio della difesa del Pescara. Ternana-Pescara 1-0.
All’89’ Cocco cade in area, ma l’arbitro lascia, giustamente, correre. La partita termina con la vittoria di misura della Ternana. A Pescara è sempre più notte fonda.
Ternana: Mazzoni, Zanon, Gonzalez, Meccariello, Janse, Busellato, Coppola, Furlan, Falletti (38’st Signorelli), Grossi (28’st Belloni), Ceravolo (36’st Troianiello). All. Breda
Pescara: Aresti, Fornasier (38’st Mitrita), Campagnaro, Zuparic, Zampano, Selasi (38’st Pasquato), Torreira, Verre, Benali (24’st Mazzotta), Lapadula, Cocco. All. Oddo
Arbitro: Abbattista di Molfetta
RETI: Busellato 78’
Ammoniti: Zampano (P)
CHRISTIAN BARISANI



